Rassegna del 19 Ottobre 2003

"Vincolo necessario"

Conero - Il sovrintendente al convegno di Osimo

OSIMO - Si è tenuto ieri mattina il convegno "Vincoli di notevoli estensioni, notificati per pubblici proclami", presso il teatro di Palazzo Campana. Un tema quanto mai al centro della polemica amministrativa di questi ultimi giorni. Scoppola infatti ha avviato la procedura di un vincolo che riguarda il Monte Conero e coinvolge i comuni di Ancona, Camerano, Sirolo e Numana che sono insorti contro un'iniziativa che sta bloccando ogni attività edilizia. A illustrare il valore archeologico, storico e artistico dell'ambiente, è stato lo stesso Scoppola. "Si tratta - ha detto - di un'esigenza di tutelare l'ambiente, da tempo sentita e che solo oggi sta trovando largo seguito. Il territorio marchigiano è ricco di centri storici e parchi, che non tutti conoscono né si immaginano. L'amministrazione del territorio - queste alcune delle parole dell'esposizione illustrata dal professore - si sta adoperando circa la stesura dei nuovi confini sotto il vincolo di tutela e salvaguardia, così da garantire regole e statuti". L'iniziativa a cura del Consorzio per l'alta formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica in diritto amministrativo, con la collaborazione della soprintendenza regionale per i beni e le attività, definisce quelli che sono i criteri da seguire per l'interessamento ai beni artistici e geomorfologici.
(Corriere Adriatico)

Scoppola sgonfia il “supervincolo”

Il soprintendente lo limita al Parco del Cònero e agli edifici «culturalmente interessanti»

OSIMO
- Via il vincolo dallo stadio di Ancona, dalla parte nuova del porto dorico, dal posteggio e dallo svincolo della Mole Vanvitelliana, dalle aree già edificate a ridosso del centro storico di Camerano e dietro il lungomare di Porto Recanati. La perimetrazione del sito sottoposto a tutela diretta coinciderà con quella del parco e non con quella preesistente della tutela paesistica. Il sovrintendente regionale Francesco Scoppola da Osimo offre il trattato di pace con le amministrazioni locali in merito al famigerato “supervincolo”. Ieri nel corso di un convegno, disertato dalle autorità istituzionali, ha presentato una bozza “di chiarimento e di riduzione della portata del vincolo”. «Un documento aperto alle osservazioni e ai pareri – ha spiegato il sovrintendente – per dimostrare la nostra predisposizione al dialogo con tutte le parti in causa». Un passo indietro dopo il polverone sollevato nei giorni scorsi, ma non una resa su tutti i fronti. Accontentati i sindaci di Ancona e Camerano rimangono infatti scontenti tutti gli altri. In un telegramma inviato proprio in occasione del convegno e letto dalla sovrintendente ai beni architettonici e ambientali Liana Lippi, il Collegio dei costruttori, Assindustria, gli Ordini di geologi, ingegneri, geometri, Cna e Confartigianato hanno infatti minacciato un ricorso al Tar e una richiesta di risarcimento danni. Una presa di posizione fuori luogo secondo Scoppola. «Mi dispiace – ha commentato in apertura dei lavori – che queste categorie abbiamo risposto in questo modo all’annuncio del provvedimento. Hanno sospeso le attività per eccesso di zelo, per dare l’impressione della paralisi, dando un’interpretazione restrittiva del vincolo. In realtà noi cerchiamo solo – ha continuato – di semplificare le cose. I vincoli c’erano già ed erano tanti, noi non abbiamo fatto altro che riunirli, creare un testo unico come si fa per le leggi, per dare ai cittadini uno strumento più agile. Non c’è alcuna intenzione vessatoria: la sovrintendenza dà solo un occhio in più sulle zone più delicate. E lo fa per il bene di tutti. La Regione, la Provincia e i Comuni riconoscono il valore del Conero, lo inseriscono nei depliant e nelle pubblicità. Noi facciamo in modo che questo patrimonio rimanga tale. E’ chiaro che all’interno del perimetro del vincolo ogni edificio che non ha interesse culturale non subirà conseguenze». Una affermazione quest’ultima contraddetta però da una cittadina presente in sala che ha portato all’attenzione del pubblico il suo caso, paradigma di tanti altri. La signora Roberta Rabini ha raccontato di come la sua comunissima casa di campagna in zona Parco sia diventata da un giorno all’altro un “bene culturale”. «Abbiamo aspettato sette mesi per il nullaosta al rilascio della concessione edilizia per un intervento di risanamento conservativo – ha spiegato – La soprintendenza regionale che solo un mese fa si era dichiarata favorevole al progetto presentato, direttamente interpellata dopo l’annuncio del vincolo, ci ha informati che è necessario un ulteriore esame di merito della pratica e ha preannunciato una serie di imposizioni non solo esterne ma anche interne. Se usufruiremo poi dei contributi statali previsti dovremo addirittura aprire la nostra casa al pubblico in quanto “monumento di interesse”. Una situazione ridicola comune a tanti altri cittadini». Al quesito ha cercato di dare risposta la sovrintendente Lippi senza però rassicurare gli interessati. «Casi del genere esistono – ha ammesso – e incontri come questo servono per chiarire le situazioni e colmare le lacune informative». (Corriere Adriatico)

Conero - Prg, Misiti scrive a tutte le famiglie

SIROLO — Una lettera aperta arrivata a tutti i sirolesi sul Prg. L'invio a sorpresa è del sindaco Misiti. «Mi rivolgo — ha scritto il sindaco — a quelli che ci hanno votato e a quelli che non lo hanno fatto, a chi ci ha sostenuto e a chi non ha ritenuto di farlo. Ci sono momenti nei quali e doveroso e indispensabile informare compiutamente tutti i cittadini». Nella lettera si fa riferimento ad una riunione del 15 settembre, alla presenza dei Sindaci di Ancona, Sirolo, Numana, Camerano, del presidente della Provincia, dell'assessore regionale all'ambiente e degli organismi del Parco, nella quale sarebbe emerso «che le quote edificatorie previste dal Prg di Sirolo rientrano nelle previsioni dei Piani che Regione e Provincia hanno approvato» e che il progetto Misiti sarebbe «inattaccabile». E si cita il sindaco di Ancona Sturani che il 2 settembre aveva dichiarato: «Allo stato dei fatti le lottizzazioni di Sirolo sono conformi». «I cittadini di Sirolo stiano tranquilli — conclude Misiti — l'amministrazione ha agito nel rispetto della Legge e delle previsioni urbanistiche adottate. Anzi, è bene che tutti sappiano che l'attuale amministrazione ha utilizzato una volumetria quattro volte inferiore a quella concessa e, cioè, di quella che la precedente maggioranza di centrosinistra aveva progettato». (Il Resto del Carlino)

Domani è il giorno del Parco

Val d’Agri - A Roma sono convocati i sindaci dei trenta comuni del comprensorio inseriti nel perimetro - Incontro dei primi cittadini in vista del vertice con il Ministero

Il Parco Nazionale della Val d'Agri si appresta a vivere una delle giornate piú importanti. Sono stati convocati a Roma, domani mattina, i sindaci dei trenta comuni interessati, i quali dovranno discutere lo schema di decreto istitutivo che il Ministero dell'Ambiente ha predisposto e che, una volta ratificato, sará sottoposto alla firma del Presidente della Repubblica. In questi giorni si é discusso per evitare ulteriori ritardi e accelerare le procedure con un occhio al miglioramento delle condizioni del territorio dopo l'istituzione del Parco. In pratica, si tratta di governare un periodo di transizione che potrebbe essere caratterizzato dalla immediata entrata in vigore dei vincoli e dai ritardi di costituzione degli organi di governo del Parco, con conseguente ritardo dei benefici. Per evitare ció, si é tenuta a Spinoso una riunione organizzata dai Ds, con l'intento di perseguire una linea unitaria nella richiesta al Ministero di alcuni accorgimenti atti ad evitare svantaggi. Si tratta, da quanto emerso, di un parco che non presenta grandi vincoli e le cui condizioni di partenza si prospettano favorevoli; ció non toglie la necessitá dei sindaci di puntare a limare alcuni aspetti. Tra questi c'é la proposta della creazione, presso la Regione Basilicata, di uno Sportello Unico per i Parchi, finalizzato a governare il periodo di transizione e a snellire le procedure burocratiche. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Vigilanza per l’Alta Murgia

Novanta dei 1629 agenti del Corpo forestale dello Stato a «servizio» e in difesa dei parchi nazionali d'Italia «difenderanno» il parco nazionale dell'Alta Murgia. In attesa della firma delle istituzioni (Regione, Provincia di Bari, i 13 Comuni) che sarà apposta giovedì (23 ottobre) sotto l'intesa su norme di salvaguardia (il regolamento) e perimetrazione definitiva, ecco il primo «regalo» che nascita del parco, dopo un'attesa di vent'anni, porta in dote al territorio.
In questi giorni, nei quali l'attenzione di tutti è stata nuovamente distolta dalle notizie provenienti da palazzo di Giustizia e dall'esito delle analisi sulla (limitata) area degli sversamenti abusivi ed illegali, ecco una delle risposte a quanti reclamavano maggiore attenzione e il rafforzamento dei presìdi territoriali di controllo.
Come si sa, nei giorni scorsi è stato confermato il sequestro (inizialmente probatorio) dei sylos con 40 tonnellate di grano contaminate dal conferimento di una partita di frumento concimato con fanghi carichi di piombo e cadmio. Una goccia nel mare di spighe coltivate sulla Murgia, ma pur sempre un campanello d'allarme che, qualora ve ne fosse bisogno, allerta ancora una volta sulla necessità di rendere effettivo il meccanismo dei controlli sullo sfruttamento dei terreni dell'altopiano barese.
Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che quantifica la dotazione di agenti del Corpo forestale destinati al parco dell'Alta Murgia specifica che si tratterà di una forza specializzata che si muoverà alla dirette dipendenze dell'ente parco e provvederà: «allo svolgimento dei compiti di sorveglianza e custodia del patrimonio naturale delle aree protette; ad assicurare il rispetto del regolamento del parco, nonché delle ordinanze dell'ente parco; agli adempimenti connessi all'inosservanza delle misure di salvaguardia; ad assistere l'ente parco nell'espletamento delle attività necessarie alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio naturale».
Il dispiegamento di agenti del Corpo forestale dello Stato nel parco dell'Alta Murgia, in parte attinto da un nuovo contingente di prossimo reclutamento, costituisce il Coordinamento territoriale per l'ambiente (Cta), ovvero il braccio operativo dell'ente parco. Il portavoce della sezione di Altamura dell'Associazione culturale «Area», Carlo Moramarco si è fatto promotore di un'iniziativa dalla quale molto probabilmente partorirà, ad iniziativa del sindaco altamurano Rachele Popolizio, un ordine del giorno per chiedere che sia Altamura, primo Comune per territorio all'interno del parco, ad ospitare la sede del Cta. Dalla stessa associazione, e in particolare dal coordinatore provinciale Vito Ippedico parte un appello ai ministri delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, e dell'Ambiente, Altero Matteoli, a tutela delle produzioni enogastronomiche tipiche della Murgia e per il parco dell'Alta Murgia.
(La Gazzetta del Mezzogiorno)

San Vittore e il Vincheto entrano nel Parco

Dolomiti Bellunesi - LA NOVITÀ L’Ente di Villa Binotto ha deciso di allargare i confini all’area protetta di Cellarda e alla Basilica del Miesna
Ora si attende il nullaosta del Consiglio comunale di Feltre che dovrà così ratificare il passaggio

Se il consiglio comunale di Feltre dirà sì il Vincheto di Cellarda e il Santuario di S. Vittore entreranno a far parte del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Così come ha fatto il consiglio di Villa Binotto, Colle delle Capre a giorni andrà a votare anch'esso il Protocollo d'Intesa elaborato dai due enti al fine della reciproca valorizzazione. «Uno dei punti contenuti nel documento - spiega il presidente del Parco Valter Bonan - è proprio quello di includere il Vincheto e il Santuario nel Parco. Se così sarà a Cellarda andremo a realizzare un centro di educazione ambientale con annesso erbario, delle aule verdi e dei percorsi per persone diversamente abili (portando avanti progetti ad hoc quali, ad esempio, quello dell'ippoterapia). Per quanto riguarda invece il Santuario, questo sarà collegato all'area di Cellarda attraverso il sentiero natura esistente. Il Santuario, indubbiamente, diventerà per il Parco un emblema di assoluto prestigio». E proprio nell'ottica dell'ampliamento il Parco sta affrontando al contempo ulteriori questioni che riguardano questa tematica. Facendo riferimento all'area Altanon di S. Giustina, alla Valle dell'Ardo di Belluno, al lago di Vedana di Sospirolo e alla Val Tovanella di Ospitale di Cadore.Tornando al Protocollo d'Intesa tra il Parco e il Comune di Feltre, l'impegno reciproco è decisamente significativo. Una ventina i punti sottoscritti. «Tra questi - spiega Bonan - la volontà dei due enti di qualificare le aree di accesso locali al Parco. E quindi Arson, Lamen, Lasen, Pren e Vignui. Sempre in questi paesi si punterà al recupero del patrimonio edilizio esistente per dar vita al progetto "Ospitalità diffusa", inteso ad accogliere i visitatori in strutture "domestiche". E poi ancora, assieme, si andrà a sostenere una promozione turistica, naturalistica, artistica, agroalimentare con partecipazione congiunta ai vari eventi destinati a questo scopo. Così come sarà creato una messa in rete tra musei, centri visitatori, centri studio, strutture d'accoglienza e quant'altro con la nascita di una sorta di carta dei servizi. La gestione di queste strutture sarà affidata a personale appositamente preparato da corsi formativi da noi stessi organizzati. Infine, andremo a chiedere alla Fondazione per l'Università la nascita di corsi per operatori addetti alla gestione e alla tutela del territorio montano». Sempre venerdì, nel corso del consiglio del Parco, approvazione unanime del bilancio preventivo 2004. «Il quale - sottolinea Bonan - deve fare i conti con una decurtazione della parte corrente che negli ultimi tre anni è stata del 30\% e con la parte in conto capitale nei confronti della quale non c'è ancora nessuna certezza». (Il Gazzettino)

Cinque sentieri nel Parco della Laga

Dopo mesi di lavoro è stato completato il progetto "I percorsi dell'Acquasanta"
Mappatura, ripulitura e tabellazione di antichi tracciati montani

ACQUASANTA - Finalmente, dopo lunghi mesi di lavoro, è stato completato il progetto "I percorsi dell'Acquasanta", mediante la mappatura, ripulitura e tabellazione di vecchi sentieri.
Il nuovo fiore all'occhiello del territorio acquasantano prevede cinque percorsi escursionistici, di cui quattro con la prerogativa di partire dal capoluogo termale, inoltrasi in vecchi sentieri all'interno del Parco Gran Sasso - Laga, che collegavano il fondo valle con le più belle realtà montane del bosco martese e tornare ad Acquasanta.
L'altro sentiero, molto caratteristico, parte dall'eremo di Valledacqua (oggi ristrutturato ed adeguato a luogo di culto e meditazione) ed attraverso l'incantevole "bosco di tasso" sbuca in contrada San Pietro per poi finire nuovamente, formando un anello perfetto, davanti all'eremo di Valledacqua.
Questo progetto voluto fortemente dal circolo territoriale ambientale "Vivere" di Acquasanta Terme è quando di più bello caratteristico e salutare vi sia nell'intera valle del Tronto.
I percorsi, infatti, data la loro collocazione, sono adatti anche per coloro che soffrono le alte quote (il punto più alto che si tocca è a circa 1000 metri di altezza) che hanno problemi ipertensivi e si adattano alla possibilità di ogni individuo, offrendo all'escursionista, di godere immediatamente di qualsiasi servizio dopo la conquista dell'ambito traguardo.
Il circolo "Vivere", ultimata la fase di riattivazione dei sentieri, è impegnato proprio in questi giorni a formalizzare una convenzione con la guida alpina ascolana Tito Ciarma al fine di predisporre un servizio di accompagnamento per quei gruppi o singoli che intendono trascorrere un fine settimana dedicato alla conquista dei "Sentieri dell'Acquasanta". (Corriere Adriatico)

Sessantottomila metri cubi ai piedi del parco

La giunta comunale sta per approvare un progetto che modifica il Piano regolatore. Uffici Rai nell’area protetta?
Battaglia sul centro polifunzionale a piazzale Clodio. L’assessore Minelli contro RomaNatura

Ecco servito un altro auditorium. Quello che si intende costruire a piazzale Clodio, dentro il confine del Parco di Monte Mario, sarà in formato ridotto ma, a guardare i disegni, non manca di ambizioni. Tra qualche giorno - probabilmente alla prossima riunione della giunta Veltroni- sarà avviato il percorso previsto per la trasformazione dell’ampia parte del piazzale che è ai piedi della collina. Un’area tra la Panoramica e via Teulada. I sei ettari interessati dall’intervento sponsorizzato dall’assessore al Patrimonio Claudio Minelli sono di proprietà del Demanio, ma una piccola sezione apparterrebbe al Comune. Fanno pienamente parte dell’area naturale protetta per la quale RomaNatura, l’ente che gestisce 14 parchi romani, ha predisposto un «piano d’assetto» che consente nuove volumetrie a servizio del parco di Monte Mario «e del quartiere». Il costo del terreno sarebbe di circa un milione e centomila euro, a carico di chi vincerà il concorso per la realizzazione. L’intera operazione è da circa trenta milioni di euro.
Ma le intenzioni di Minelli, incaricato dei «progetti speciali» del Campidoglio, sono meno vaghe. Come sta accadendo in varie parti della città, alcuni di questi progetti sembrano voler ignorare se non il dettato del nuovo Piano regolatore quantomeno la logica. In sostanza, per poterli mettere in atto, dovranno essere approvate varianti al Piano.
Sulla Tuscolana ci sarebbero opzioni per interventi edificatori in aree verdi, così come sull’Aurelia: con le abitazioni di Valcannuta da sistemare nel Parco di Acquafredda. La stessa «Fonopoli» di Renato Zero, con i suoi due ettari e mezzo di negozi a fianco dell’auditorium, è destinata a trasformarsi anche in «Commerciopoli».
Riferendosi sia alla necessità di risistemare quella parte di piazzale Clodio rimasta «un’isola vuota alle pendici della collina», sia alla disponibilità del gestore del Parco (RomaNatura) ad approvare un nuovo assetto dell’entrata del Parco, Minelli propone ai colleghi e al sindaco di costruire un «centro polifunzionale» di 28 mila mc fuori terra e di 40 mila interrati, contenente un terzo di ettaro di negozi.
A fianco del Centro, un parcheggio sotterraneo (ma ricoperto da un prato) a due piani di 40 mila mq per 1.500 auto, con 640 posti, per metà regalati ai giudici del confinante Tribunale e per metà affittati loro con lo sconto. I restanti andrebbero molto probabilmente ai dipendenti della Rai i cui uffici di Via Teulada potrebbero svilupparsi proprio trasferendo alcune funzioni della tv statale nel Centro.
Quanto tutto questo possa riguardare il miglioramento delle strutture del Parco è facile intuire: ben poco. Tanto è vero che la delibera che sta per essere approvata prevede «la variazione sia della destinazione urbanistica di parte degli immobili e dei terreni (esistenti) sia delle prescrizioni tecniche urbanistiche ed edilizie». Nel testo della delibera viene vantata «una valutazione in via di massima positiva» del progetto sostenuto dall’assessore.
Ma RomaNatura, uno degli enti interessati alla trasformazione in programma, non pare convinta. Il suo presidente, Ivan Novelli, rileva che in una pre-conferenza di servizi di un anno fa, quando fu lanciata l’idea della risistemazione di piazzale Clodio-Parco, il «piano d’assetto» non arrivava a indicazioni così pesanti riguardo alle cubature da realizzare.
RomaNatura si accinge dunque a bloccare la proposta dell’assessore per come si presenta oggi. Tutto il progetto dovrebbe dunque essere ridimensionato a meno che l’assessorato raggiunga direttamente con la Regione Lazio un «accordo di programma» per bypassare l’ostacolo. E così il nuovo Piano regolatore che vorrebbe mantenere nella logica di un parco la parte da «restaurare» di piazzale Clodio, sarebbe smentito. (Corriere della Sera)

La torre non cede. A vuoto il secondo tentativo per abbattere l'ascensore

Cilento - Le operazioni riprenderanno domani

CASTELLABATE. Ore 15.50 di ieri. Di nuovo la sirena, l'attesa, il botto. Il torrino ascensore sembra alzarsi, invece si abbassa di circa due metri e si ''siede'', più sbilenco e più basso rispetto a venerdì. L'imprevisto che si sono trovati davanti tecnici del Parco ed operai della Persichini, la ditta che da 4 giorni lavora in località Fontanelle, è l'intelaiatura di travi e ferri dei solai di due vani abusivi costruiti dietro l'ingresso dell'ascensore. Il ''botto'' decisivo ci sarà domani. Le operazioni, che dovevano concludersi alle 20 di ieri, sono state sospese. La pioggia ha bloccato tutto, ma oggi gli operai saranno di nuovo sul cantiere per completare la rosa dei 16 fori nei quali inserire le cariche di gelatina di tritolo. Il presidente del Parco, Giuseppe Tarallo, alla fine di un'altra estenuante giornata, è sereno. «Sta andando bene. La ditta è seria, il fatto è che il lavoro non è semplice perché ci siamo trovati davanti un manufatto ignoto e abbiamo dovuto procedere per tentativi. Prima il cemento fragile e di cattiva qualità, poi l'imbracatura messa a nudo dall'esplosione. Il luogo è inaccessibile, per tagliare i ferri gli operai non hanno potuto utilizzare né la scala né il ''ragno'' ma hanno dovuto lavorare manualmente». Ieri si è lavorato sul moncone della passerella. L'esplosione di venerdì l'ha addossata al pilone dell'ascensore mettendone a nudo i ferri interni. Reciderli con la fiamma ossidrica non è stato semplice: di mattina il tentativo di usare il ''ragno'' dalla spiaggia, ma il braccio è corto; alle 13 si tenta con una scala, issata su un terrazzamento retrostante il pilone; poi si utilizza una prolunga e con quella, a mano, si ''sega'' il ferro. Solo alle 15.10 la passerella cade giù. Si prepara l'esplosivo, con un allarme di pochi minuti per la presenza degli Ilardi, la famiglia proprietaria dell'ascensore, sulle scale della villa che portano a mare. Alle 15.50 la sirena, l'esplosione smuove solo la torretta. Il botto ha rivelato travi e ferri che non dovevano esserci. L'idea è di procedere fino alle 20, i fari sono già pronti. Alle 17 un ordine della Questura: ''si continua lunedì''. Un piccolo conciliabolo sulla spiaggia (c'è il presidente Tarallo e il sindaco Maurano), pochi minuti dopo il contrordine, ''si va avanti''. Il lungomare Perrotti è gremito di spettatori e forze dell'ordine: poi arriva la pioggia, si sospende tutto. Si riprende domani, di notte il cantiere sarà guardato a vista dai militari. (La Città)

I lavori di abbattimento riprenderanno domani

Cilento - L’ascensore non cede
La struttura del Castelsandra è scesa soltanto di due metri

L'ascensore della camorra è ancora sulla spiaggia del Pozzillo a Santa Maria di Castellabate. Al termine di un'altra estenuante giornata di lavoro gli operai della ditta specializzata in esplosivi sono riusciti ad abbattere la base del mostro, ma la struttura continua a restare in piedi anche se ora è più bassa di circa due metri. La prossima esplosione, che dovrebbe essere quella definitiva, è in programma per domani mattina.
A rallentare il lavoro degli operai, coordinati dall'architetto Angelo Mancuso, sono state alcune incognite legate alla costruzione: la struttura portante si è rivelata rinsaldata da una stretta gabbia di cavi ancorati a due manufatti vicini. Un'ulteriore difficoltà che si è aggiunta alla già nota inaccessibilità del luogo. «Non abbiamo avuto a disposizione i progetti esecutivi, dal momento che la struttura è abusiva - spiega il titolare della ditta incaricata, Ubaldo Persichetti - Inoltre, l'ascensore è stato realizzato in una maniera imprevedibile: abbiamo trovato il ferro là dove non doveva esserci».
In ogni caso, negli ultimi due giorni è stato fatto il lavoro maggiore e domani dovrebbe esserci la resa dei conti per la gabbia di cemento. «Le operazioni non si sono mai fermate e, passo dopo passo, hanno ottenuto risultati soddisfacenti - dice il presidente del Parco, Giuseppe Tarallo - Ormai è solo questione di poche ore». Un tour de force che, oltre agli operai, ha coinvolto anche i tanti rappresentanti delle forze dell'ordine che da giovedì scorso presidiano giorno e notte la zona, facendo gli straordinari. L'ordine pubblico è assicurato dai carabinieri di Santa Maria, dai finanzieri della locale stazione, dagli agenti della questura di Salerno, dai forestali e dalla locamare di Castellabate agli ordini del comandante Francesco Rossi. Sul posto è sempre presente anche un'autoambulanza della Croce Rossa. L’operaio ferito, sfiorato al volto da una scheggia, è di nuovo sul cantiere.
Ieri mattina i lavori sono iniziati presto: innanzitutto, si è pensato a tagliare i ferri che tenevano unita la passerella, spezzata a forma di «elle», al pilone. Si è provato prima dalla spiaggia con un mezzo cingolato, poi dall'alto con la fiamma ossidrica attaccata ad un'asta: alle 15.10 è stato reciso l'ultimo cavo e la pedana è crollata. Alle 15.50 è arrivata invece l'esplosione che ha fatto saltare la gabbia di ferro sotto la torre: la struttura è scesa verticalmente di due metri e si è seduta su se stessa. (Il Mattino)

Ancora tagli dal ministero

Dolomiti Bellunesi

BELLUNO. Il Parco si salva grazie ai fondi europei. Il presidente Valter Bonan ha presentato venerdì al consiglio direttivo il bilancio 2004, approvato all'unanimità. Per le spese di parte corrente sono previsti 1,7 milioni di euro dal ministero dell'ambiente, una cifra simile a quella per il 2003, «ridotta del 30 per cento rispetto agli anni precedenti» ricorda Bonan. Nessuna certezza invece sui trasferimenti per gli investimenti. I progetti verranno realizzati grazie a 1,9 milioni di euro di fondi strutturali e ad accantonamenti. E' una lista «pesante», spiega il presidente. Alcuni esempi. I progetti europei prevedono il sostegno all'ospitalità, la cura di prati e pascoli, la valorizzazione degli itinerari e il centro della Valle Imperina. Con gli accantonamenti si riusciranno a concludere i lavori a Malga Pramper, si interverrà, tra l'altro, sul centro vacanze in Val Canzoi, sul centro di studi ambientali di Agre, sull'area faunistica di Salet. Nel 2004 si dovrà chiudere la progettazione del centro di educazione ambientale del Vincheto di Cellarda, la riqualificazione dell'area ricreativa della Valle del Mis e il punto ospitalità in Val Canzoi.
Infine una convinzione. Il Parco è pronto per una forte campagna promozionale. E' un'appello a Provincia e Regione, titolari delle funzioni turistiche. (Corriere delle Alpi)

Documento pro Bonan

Dolomiti Bellunesi - Ma Roccon, Fregona e altri si astengono

BELLUNO. E alla fine il documento è passato, ma a maggioranza. Nessuna sorpresa. Da settimane è chiaro che molti dei sindaci del territorio del Parco non avrebbero preso posizione a favore del presidente in scadenza. Un solo voto contrario, quello di Sedico. Hanno pesato di più gli astenuti, timorosi di impegnarsi in un atto interpretabile come una candidatura. Ma questa è anche la preoccupazione di alcuni dei voti a favore.
Lo spiega Rizieri Ongaro, presidente della Comunità: «E' riduttivo ridurre il documento a un referendum pro o contro il presidente. Molti dei Comuni hanno voluto evitare di esprimere una candidatura e lo hanno detto sia nel votare sì, sia nell'astenersi. Allo stesso modo praticamente tutti hanno dato un giudizio lusinghiero sulla gestione di questi anni».
La Comunità del parco si è riunita venerdì mattina. Tra i punti in discussione, il documento sul «riconoscimento delle attività realizzate dall'ente Parco». La prima volta il documento era stato presentato dal sindaco di Pedavena Zaetta, a nome di un gruppo di amministratori. Il vicesindaco di Sedico Ubaldo Levis si era opposto animatamente. Nei giorni scorsi il documento è stato rivisto e alla riunione è stato illustrato da Paolo De Paoli per la Comunità montana feltrina. Il voto ha visto prevalere i sì (otto), con cinque astenuti e il parere contrario di Sedico. Una spaccatura che spiega perché nei giorni scorsi non si era riusciti ad arrivare ad un testo unitario. Tra gli astenuti spicca il nome di Luigi Roccon, presidente della Comunità montana Belluno-Ponte nelle Alpi, già al centro delle polemiche per il voto sui rappresentanti della Comunità nel consiglio direttivo. Il documento, ricorda De Paoli, «esprime un giudizio positivo sulla gestione del Parco, tenendo conto delle certificazioni ottenute e dell'ottimo lavoro per recuperare fondi europei e regionali». La discussione è stata animata anche l'altra mattina. De Paoli lo conferma, ma spiega anche che alcuni dei sindaci non si tirano indietro di fronte ad una candidatura esplicita di Bonan: «Non c'è nulla di oscuro. Io stesso ho precisato che quel documento offre anche una valutazione sull'operato del presidente». Nel gruppo degli astenuti c'è Vittorio Fregona (Ponte nelle Alpi): «Premesso che il mio giudizio su Bonan è positivo, penso che si debba riconoscere che le maggioranze cambiano e le forze governative vogliono esprimere il proprio peso». I giochi sulla successione sono aperti, spiega De Paoli: «Al ministero sono arrivate due candidature bellunesi e una esterna». Più serena la discussione sul bilancio preventivo del 2004, approvato all'unanimità dalla Comunità del Parco. (Corriere delle Alpi)

Asinara: Roma vuole un carcere nel Parco

Il direttore del Dap, Tinebra: «Può diventare una prigione a cielo aperto»

«Qualche tempo fa avrei liquidato la faccenda con una battuta. Ora no: l’insistenza di queste voci e l’autorevolezza di chi le ha messe in giro, autorizzano la mia preoccupazione»: per il presidente del parco nazionale dell’Asinara Eugenio Cossu non si tratta più di sparate estemporanee o idee senza capo né coda. L’esistenza di un progetto per ripristinare il carcere sull’isola-parco, a questo punto, è più che fondata.
A rovinare il sonno dell’ex sindaco di Porto Torres ci ha pensato Giovanni Tinebra, direttore del Dipartimento amministrazione penitenziaria, con le dichiarazioni rilasciate in un’intervista apparsa ieri sul Corriere della Sera: «Ci sono alcune vecchie strutture carcerarie che rivorremmo indietro», aveva. Quali?, chiede il giornalista Marco Imarisio. «L’Asinara e Pianosa», risponde il direttore del Dap: «Per un carcere aperto, senza sbarre».
«Già in passato Ñ commenta Cossu Ñ il ministro della Giustizia Castelli e lo stesso Tinebra avevano ipotizzato un rientro dei detenuti sull’isola. La nostra preoccupazione era durata il tempo del clamore suscitato dalla notizia. Ma poi, consci del fatto che l’isola ormai è di proprietà della Regione, non avevamo dato peso all’ipotesi di un clamoroso retrofront sul progetto legato al Parco dell’Asinara». Le dichiarazioni di ieri del direttore delle carceri italiane in merito ad una probabile riapertura dei penitenziari dell’Asinara e di Pianosa a questo punto non possono più passare inosservate. Tinebra ha parlato della possibilità di realizzare, sia sull’isola situata a circa undici miglia ad ovest dell’Elba che sui 52 chilometri quadrati di macchia a pochi minuti di barca da Stintino, un carcere aperto: «Rispettando i vincoli ambientali e dando la possibilità ai detenuti di lavorare per la manutenzione delle strutture in rovina». (L’Unione Sarda)

Parco: il piano non può più attendere

Arcipelago Toscano

PORTOFERRAIO — L'approvazione del Piano di Sviluppo Economico e Sociale non può più attendere. E' questo l'unanime orientamento della Comunità del Parco emerso nella sua ultima riunione tenutasi ad inizio settimana. Il piano redatto dalla Società Agiconsulting, già da tempo inviato alle Amministrazioni che esprimono la loro rappresentanza all'interno della Comunità del Parco, è in attesa delle indicazioni e dei suggerimenti per apportarvi modifiche da parte dei vari Comuni dell'Arcipelago, della Provincia e della Regione. «Il Piano Pluriennale Economico e Sociale per la Promozione delle Attività Compatibili — hanno spiegato i responsabili della società incaricata — è stato redatto muovendo da considerazioni relative all'insularità del territorio, alla vocazione turistica prevalentemente stagionale, agli abitanti effettivi e alle presenze turistiche. In particolare, nell'elaborazione del Piano si è tenuto conto della diversificazione produttiva, come ad esempio quella agricola, e dei vari servizi offerti ai residenti e ai turisti». La proposta finale che ha trovato tutti d'accordo è stata quella di stabilire un calendario di incontri per accelerare l'iter di approvazione del Piano sul quale l'ultima parola spetta all'Ente Parco. Quest'ultimo potrebbe dare il proprio disco verde all'inizio del nuovo anno. (La Nazione)

Alpi Apuane - «Difendiamo l'ente Parco»

CASTELNUOVO — Il partito de La Margherita della Garfagnana scende in campo a difesa della gestione del Parco delle Alpi Apuane contro le critiche di Forza Italia e del capogruppo in Comunità montana Michele Giannini. Scrivono i responsabili de La Margherita: «La conservazione e la salvaguardia ambientale promosse dal parco Alpi Apuane hanno sì un costo, ma sono anche un investimento per il futuro. Si critica l'eccessivo numero delle sedi (tre), con 23 dipendenti. Ci dica Giannini quale vorrebbe chiudere e con quale criterio. Riguardo poi al bilancio 2003, l'operato del presidente Luigi Grassi e dei consiglieri è da considerarsi largamente positivo. Infine, in ordine alle ventilate chiusure delle cave di marmo, c'è da dire per il momento non risulta che il Parco ne abbia fatto chiudere alcuna. Anzi ha svolto un'opera meritoria di rilascio di autorizzazioni necessarie per ricondurle al rispetto delle norme di salvaguardia ambientale». (La Nazione)


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