Rassegna del 18 Ottobre 2003

Finanziaria: Commissione ambiente approva Odg dei senatori Ds per aumentare stanziamenti ai parchi.

La commissione Ambiente del Senato ha approvato un ordine del giorno presentato dai senatori DS Nuccio Iovene, Mario Gasbarri, Fausto Giovanelli e Antonio Rotondo che impegna il governo a “prevedere un adeguato aumento delle risorse destinate a finanziare i capitoli di bilancio relativi al funzionamento, alla conservazione e alla valorizzazione di un’importante risorsa quale è quella rappresentata dai parchi nazionali”. “Si tratta di un fatto molto importante – spiega Nuccio Iovene – visto che per due anni consecutivi, dall’inizio del governo Berlusconi, si è avuto un progressivo taglio degli stanziamenti per i parchi e le aree protette nazionali. Basti pensare che, mentre durante i governi dell’Ulivo si era passati dai circa 22 milioni e mezzo di euro di finanziamenti del ‘96 ai 62 milioni e mezzo di euro del 2001, nel 2003 siamo arrivati a 53 milioni di euro, con un decremento rispetto ai 55 milioni dell’anno scorso. E la finanziaria 2004 prevede un’ulteriore riduzione. E’ chiaro che adesso si tratta di vigilare affinché questa iniziativa parlamentare, che ha avuto il sostegno della maggioranza, sia tradotta in politiche serie e scelte concrete e conseguenti da parte dell’Esecutivo. La nostra richiesta, tra l’altro, è motivata dall’esigenza di attribuire fondi ai nuovi parchi, come quello della Sila e quello dell’Appennino tosco-emiliano”. (Ansa)

Amilcare Troiano a passeggio sul Vesuvio

«Mi considero generoso e molto sognatore. I difetti? Un po’ volubile, difficilmente accontentabile e poco paziente. Mi impegno a fondo nel lavoro. Per questo, a volte, trascuro le cose bella della vita, tra cui la mia famiglia». Amilcare Troiano, 52 anni, avvocato civilista ed ex coordinatore di collegio di Alleanza nazionale, si racconta. Sposato con Marina, «mamma per professione», ha tre figli: Biancamaria, Antonio e Gianlorenzo. Da due anni è il presidente del Parco nazionale del Vesuvio.
Qual è il suo rapporto con il Vesuvio?
«Di grande amore. Quando ero bambino frequentavo il corpo nazionale giovani esploratori di Portici. Durante i mesi estivi, montavamo una piccola canadese nei pressi del pozzetto della chiesa vicina all'Osservatorio vesuviano e ammiravano dall'alto lo splendore del panorama».
I suoi hobby?
«Ho una grande passione per il giardinaggio e la lettura. In particolare per la cultura del Settecento. Sono un grande ammiratore del re di Napoli, Carlo III di Borbone. Ha fatto tanto per Napoli e l'intero Mezzogiorno. Ai piedi del Vesuvio, sono ancora oggi visibili molte opere che ci ricordano lui e la sua epoca: la reggia di Portici, le ville del Miglio d'Oro e gli scavi archeologici di Ercolano e Pompei. Mi piace parlare di questi argomenti con un mio grande amico, il regista Ruggiero Cappuccio».
E la politica?
«È l'altra mia grande passione. Ma da quando ho assunto l'incarico di presidente del Parco, è finita nel cassetto».
Parliamo di Troiano a tavola. Quali sono i suoi piatti preferiti?
«I prodotti tipici. E non solo del vesuviano. Mi piacciono molto i bucatini con i pomodorini del Vesuvio e una buona dose di basilico e pepe. Li consiglio a tutti. Ma anche la pasta al forno alla siciliana».
E i vini?
«Il mio prediletto è la Lacryma Christi. Preferisco il vino rosso a quello bianco. Lo bevo sempre, anche sul pesce».
Ci racconti un suo segreto.
«Mi piacerebbe trascorrere le giornate facendo lunghe passeggiate parlando ai pesci e agli alberi, perché se potessero, anche loro avrebbero qualcosa da dirci. E se risaneremo l’ambiente, vedrete che anche i pesci torneranno nelle nostre acque». (Il Mattino)

Sui monti allarme orso: altra strage di bestiame

CIVITELLA ROVETO - Continua a destare preoccupazione l'ormai frequente fenomeno di stragi di bestiame nella Marsica compiute dall'orso. Insomma, c'è allarme fra gli allevatori che devono ormai quasi convivere con questo problema per il quale sembra non ci sia una facile soluzione. Problema che sta ora interessando pure la Valle Roveto dopo le note vicende, riguardanti sempre stragi di bestiame, avvenute a Scanno e a San Sebastiano di Bisegna. Il temuto plantigrado l'altro giorno ha lasciato il suo segno anche sui pascoli dei monti di Civitella Roveto dove, in località Crepacuore, sono stati trovati uccisi quattro vitelli ed un puledro. E la paura a questo punto è tale che la maggior parte degli allevatori del comprensorio hanno tolto dai pascoli montani e riportato a valle nelle loro stalle vacche, cavalli e vitelli.
Una domanda è comunque doverosa: da dove viene l'orso? Sconfina forse dal Parco nazionale d'Abruzzo o dal più vicino Parco dei Monti Simbruini Ernici del Lazio? Nessuno al momento ha in ogni caso saputo dare una risposta. Anzi, sia dal Parco nazionale d'Abruzzo che dal Parco dei Simbruini Ernici negherebbero ogni responsabilità. L'orso, in pratica, non apparterrebbe né all'uno e né all'altro.
Per gli allevatori, intanto, oltre al danno resta anche la beffa. I risarcimenti sulle perdite subite, come loro stessi affermano, sono, quando si è molto fortunati, lunghi e mai coprono, in termini di denaro, l'entità del danno. Ma non basta. «Per poter accedere all'indennizzo - spiegano ancora gli allevatori - prima di tutto occorre dimostrare di essere i proprietari della bestia uccisa attraverso l'orecchino di riconoscimento che si applica sull'orecchio dell'animale, sempre che questo ne sia ovviamente ancora in possesso». (Il Messaggero)

Sasso Simone - Il sindaco incontra Berselli

CARPEGNA - Il Sindaco di Carpegna, Ivan Agostini, ha organizzato un incontro con il Sottosegretario alla Difesa onorevole Filippo Berselli per discutere sulle problematiche inerenti la coesistenza del Parco Naturale Regionale del Sasso Simone e Simoncello e il Poligono Militare di Carpegna .
L'incontro, da cui s'attendono risposte positive per i residenti nel territorio, è in programma oggi. Dice il sindaco: "Questo è un problema che la nostra popolazione sente da anni e che ancor di più viene percepito da quando è stato istituito il Parco Naturale Regionale del Sasso Simone e Simoncello. Devo dire che sono rimasto veramente colpito dalla sensibilità e dalla disponibilità che Berselli ha dimostrato. Infatti una volta contattata la sua segreteria a distanza di pochissimi giorni lo stesso Sottosegretario mi chiamava per fissare un incontro, dimostrando così grande rispetto per le istituzioni e grande spirito di servizio, un esempio che molti altri politici approdati a Roma, indipendentemente allo schieramento politico cui appartengono, dovrebbero seguire".
E' prevista una visita al Poligono Militare, nonché un incontro con il Presidente del Parco Naturale Regionale del Sasso Simone e Simoncello, Mauro Baldacci, i sindaci di Carpegna, Piandimeleto, Frontino e Pennabilli, i quali hanno già in corso alcune convenzioni di uso fra le quali quella sul pascolo che permette agli allevatori della zona di allevare oltre mille capi allo stato brado all'interno dell'area militare. (Corriere Adriatico)

"Il vincolo è illegittimo"

Conero - Anche gli esponenti del centrodestra contro il provvedimento
Gli imprenditori: "Non riguarda beni specifici"

Il Collegio dei costruttori di Ancona ha promosso un coordinamento con Assindustria Ancona, Cna, Confartigianato, Ordini dei geologi e degli ingegneri e Collegio dei geometri per sottoscrivere una richiesta collettiva di annullamento, revoca o sospensione del procedimento del soprintendente marchigiano che ha imposto un "supervincolo" sul Conero, da Ancona e Porto Recanati. Il vincolo, dicono le categorie produttive, "blocca ogni attività edilizia e gran parte delle attività economiche in quel vastissimo territorio riconosciuto "sito di interesse culturale", che da Ancona arriva a Porto Recanati". Il procedimento sarebbe insomma illegittimo "perchè non riguarda beni specifici, come invece prevede la legge, ma incatena un intero territorio, espropriando i Comuni delle proprie competenze in materia edilizia, dato che anche le concessioni già assentite in base allo strumento urbanistico in vigore sono assoggettate alla scure della Soprintendenza".
Intanto i consiglieri del Parco, Matteo Jovanelli, Luigi Pieri, Maurizio Marchetti, il capogruppo di An in consiglio comunale Jacopo Toccaceli, e Lorenzo Rabini, coordinatore di zona di Alleanza nazionale affermano che il vincolo è un "provvedimento inopportuno", nato solo in vista delle elezioni amministrative: "il centrosinistra - scrivono in una nota - non può tollerare che i due comuni di Sirolo e Numana siano retti dal centrodestra. La Soprintendenza ritorni sui suoi passi". Per la sinistra, a detta dei rappresentanti di An, le "conseguenze per il territorio, per i comuni interessati, Ancona compresa, sono di secondaria importanza. Questo provvedimento ha già bloccato lo sviluppo in tutti i comuni interessati". E ad oggi sembra che non esistano ancora "i moduli con cui far richiesta di parere alla Soprintendenza da parte di chi si è visto bloccare la propria concessione edilizia". (Corriere Adriatico)

"La mia giunta rispetterà il Parco"

Conero - Il presidente Sagramola spiega il suo piano. E tranquillizza Sirolo

SIROLO - "Sto facendo un ampio giro di consultazioni con tutte le istituzioni e le forze politiche. L'obiettivo è quello di realizzare, per il Parco del Cònero, un organo di gestione che sia assolutamente di alto profilo istituzionale. In linea, del resto, con la soluzione voluta dal Presidente Giancarli: quella appunto di conferire al Parco, un esecutivo che sia rappresentanza e garanzia di tutte le istituzioni direttamente interessate. Penso di concludere il tutto entro la fine della prossima settimana". Giancarlo Sagramola, successore di Mariano Guzzini alla presidenza del parco, è entrato con pienezza e convinzione nella nuova parte.

Soluzione istituzionale. Con i sindaci in Giunta?
"Ripeto, soluzione di alto profilo: quella dei sindaci direttamente coinvolti, insieme al rappresentante della Provincia, è una possibilità. Ma non ho ancora incontrato tutti gli interlocutori. Pertanto non posso pronunciarmi".
Un piccolo terremoto, quello verificatosi al Parco del Cònero?
"La soluzione scelta dalla Provincia ha sicuramente contribuito a costruire un percorso che, intanto ha portato alla ritrovata unità del centro-sinistra . Essa sta a significare poi che la politica non può prescindere dallo svolgere un ruolo che sia rispettoso del mandato dei cittadini".
Il sindaco di Sirolo, Giuseppe Misiti, teme che la sua cittadina venga espropriata della sua autonomia,
anche attraverso un "peso" decisionale che la stessa Regione intenderebbe esercitare. Come risponde?
"Che il Parco dovrà essere rispettoso delle istanze dei cittadini del territorio e delle istituzioni che lo hanno costituito. Sirolo e il suo sindaco non debbono, dunque, temere nulla. Quanto al nostro rapporto con la Regione, esso sarà caratterizzato da un leale confronto istituzionale, un dialogo che avverrà nel rispetto dei ruoli e della rispettiva autonomia".
Programmi di lavoro?
"Ho già incontrato il Soprintendente Scoppola per verificare insieme a lui i possibili effetti del vincolo al territorio di cui tanto si parla in questi giorni (verso il quale cresce il fronte dei contrari, ndr). Si è trattato di un colloquio cordiale nell'ambito del quale è emersa l' opportunità di costruire, anche qui, un percorso condiviso con tutte le istituzioni che governano il Parco e da parte sua, il Soprintendente ha precisato che quello avviato è un procedimento al termine del quale dovranno aversi garanzie soprattutto per la tutela del promontorio ovvero la parte più pregiata del Parco del Cònero".
Per il resto?
"Sto studiando un potenziamento ed un rilancio delle attività del Parco, a cominciare dai problemi più pratici e specifici come la sistemazione dei sentieri. Ma stiamo anche contattando altre istituzioni per portare avanti programmi in sinergia". (Corriere Adriatico)

Conero - Sindaci in Giunta. Non entusiasma l’idea di Sagramola

Sturani, Balducci, Misiti e Pesco seduti su due poltrone, quelle di sindaci e quelle di “assessori” nella nuova Giunta del Parco del Conero? Accoglienza piuttosto fredda alla proposta di Giancarlo Sagramola, neopresidente del Parco. Anzi, freddissima, da rispedire al mittente, per Sturani: «Come sindaco di Ancona ho ben altro da fare. Mica abbiamo il dono dell'ubiquità. Resto contrario al commissariamento, come a tutti i commissariamenti. Ora il Parco ha bisogno di una Giunta esecutiva che funzioni subito, e in modo efficiente. E non è possibile ottenere un governo che governi davvero bene affidandolo a un'assemblea di sindaci, che peraltro già esiste (la Comunità del Parco, ndr ). Io dunque indicherò una persona che rappresenti il Comune di Ancona». Solo una battuta, secca e stizzita, da parte del collega di Numana, Balducci: «Io formalmente non conosco ancora la proposta. E comunque occorrerebbe prima cambiare lo Statuto del Parco». Un'insofferenza, quella del sindaco con la più alta percentuale di territorio ricompresa nell'area super protetta, legata al fatto che la trovata del vicepresidente della Provincia Sagramola si inserisce nella filosofia di controllo istituzionale super partes voluta dagli enti sovraordinati (Provincia, appunto, e Regione) attraverso una giunta del Parco col centro-sinistra in maggioranza per 4 a 2? Forse. Del resto è proprio il presidente della Provincia Giancarli a sottolineare come il «dato importante è che ci sia una maggioranza di centro-sinistra», nel suo dare una sorta di «interpretazione autentica» alla proposta Sagramola. Che «va letta dal profondo, dall'interno. Nel senso che vuol ribadire il no a qualsiasi consociativismo e trasversalimo». Quanto al sindaco di Camerano, Pesco, da un lato «ammira la buona volontà del nuovo presidente del Parco Sagramola», dall'altro sottolinea come «non possa essere un presidente pro tempore con proposte pro tempore a risolvere i problemi gestionali mentre gli altri dormono». Ma chi dorme? «Se si vuole una Giunta esecutiva coi sindaci assessori, va anche legiferato in tal senso. C'è bisogno di correggere le regole del Parco. Io la penso così da un pezzo, già un anno fa avevo scritto una lettera in tal senso all'assessorato regionale, ma non ho avuto risposta». E le regole attuali prevedono sì un rappresentante per ogni Comune (oltre a quello della Provincia e al presidente) ma non che sia il sindaco. (Il Messaggero)

Lambro - Un parco col marchio doc

TRIUGGIO — Una «Agenzia del Parco» ed un vero e proprio marchio doc rilasciato dal Parco della Valle del Lambro. Sono due delle novità allo studio del Consorzio che ha sede a Triuggio per promuovere l'oasi verde, e che dovrebbero vedere la luce il prossimo anno.
A questi si andranno poi ad aggiungere altri interventi, come la costruzione di percorsi ciclabili, che avranno lo scopo di rendere ancora più fruibile il parco, come i lavori di pulitura del Lambro e consolidamento degli argini per evitare nuovi allagamenti. A presentarli è stato Renzo Ascari, presidente del Consorzio Parco della Valle del Lambro, che ha così tracciato anche un bilancio («positivo e soddisfacente») del primo anno di attività del Consiglio di amministrazione da lui guidato.
«Dobbiamo creare una struttura a latere del Consorzio - ha spiegato Ascari -, che sia specializzata e che serva a valorizzare le presenze sul territorio e le particolarità ambientali e culturali. A questo servirà l'Agenzia del Parco, il cui progetto dovrebbe partire all'inizio dell'anno prossimo. Dovrà occuparsi esclusivamente della valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale del parco. Occorre poi instaurare un rapporto con l'imprenditoria locale, così che il Parco sia una risorsa per il territorio stesso, e non soltanto imposizione di vincoli».
In questo senso andrebbe la creazione di un «marchio» del Parco della Valle del Lambro. «Verrebbe dato - sottolinea il presidente del Consorzio - ad esempio alle realtà artigiane del territorio, o alle trattorie con determinate caratteristiche strutturali ed ambientali, e che siano legate alla produzione locale».
Il Consorzio ha poi in cantiere la realizzazione di alcune piste ciclabili, oltre alla manutenzione dei sentieri. Attualmente sono in corso di realizzazione i primi tratti dei percorsi ciclopedonali Monza-Albiate e Giussano-Erba: il primo si snoda per poco più di 5 chilometri attraversando Biassono, Sovico ed Albiate; il secondo, invece, è lungo 7 chilometri e passa per Briosco, Nibionno, Costamasnaga, Merino e Monguzzo. Per il secondo tratto delle due piste ciclabili, al momento si sta completando l'iter progettuale.
Da un paio di mesi sono partiti anche i lavori del progetto «Lambro pulito», per un costo complessivo di 1 milione e 400 mila euro, finanziati in parte dalla Regione, in parte dai comuni del Consorzio.
Oltre alla pulizia del fiume già in corso e alla rimozione degli accumuli di materiale portati dall'alluvione di un anno fa, all'inizio del 2004 cominceranno anche gli interventi di consolidamento delle sponde e degli argini per mettere in sicurezza il fiume. (Il Giorno)

Cilento - Resiste l’ascensore dei boss

Non sono bastati venticinque chili di tritolo e tre tentativi per demolire l’ascensore della camorra costruito sulla spiaggia di S.Maria di Castellabate. Si ritenta oggi, a partire dalle ore sette. La gabbia di cemento, alta venti metri, è rimasta ben salda al suo posto. Nel corso delle operazioni di demolizione un operaio è rimasto leggermente ferito al volto e ad una mano. È stato dimesso dalla clinica dopo le medicazioni. «È un abbattimento-simbolo nella stagione dei condoni» dice il presidente del Parco, Tarallo. (Il Mattino)

Cilento- A fine mese vertice in Regione con Ministero e enti locali

Ora si punta a demolire l'albergo Castelsandra

CASTELLABATE. Una soluzione sembra vicina anche per il Castelsandra, l'ex albergo confiscato ad un clan del vesuviano nel 1997. A fine ottobre, alla Regione, si terrà una nuova riunione del tavolo interistituzionale tra Parco, Comune, Regione, Ministero dell'Ambiente, Provincia, Soprintendenza. Ma un passo in avanti, significativo, è stato già fatto. «Il Comune - conferma il presidente del Parco Giuseppe Tarallo - si è fatto carico di abbattere le parti abusive dell'immobile, restano però da approfondire altre questioni». Sul campo si fronteggiano due tesi, legate ai diversi interessi, urbanistico e ambientale, di cui sono titolari Comune e Parco nella repressione degli abusi edilizi. «Rispetto alla torre ascensore di Fontanelle il discorso è diverso, qui delle autorizzazioni e delle concessioni ci sono» spiega il sindaco Costabile Maurano rimarcando il nodo della questione. Il dilemma è proprio cosa fare di queste autorizzazioni: mantenerne l'efficacia o annullarle e quindi procedere ad abbattimento? In questo caso il Parco potrebbe intervenire, sostituendosi al Comune, accertato il danno ambientale. La riqualificazione ambientale e paesaggistica dell'area ha già un nome, ''Giardino del Mediterraneo'', da dedicare alla memoria dell'ambientalista Antonio Ianello, un laboratorio didattico sulla biodiversità che sarà oggetto di un concorso di idee. Per l'abbattimento ''integrale'' è Legambiente Campania con il presidente Michele Buonomo: «Ora bisogna guardare avanti, prossima tappa Hotel Castelsandra».
(La Città)

Omaggio al «padre» del parco nazionale: era il selvicoltore del Granduca

Foreste Casentinesi

POPPI — Si è conclusa con uno scrosciante applauso la giornata dedicata alla figura di Carlo Siemoni, il selvicoltore granducale (1805-1878) organizzata al castello di Poppi dal parco nazionale delle foreste casentinesi. Un applauso meritato per colui che a buon ragione può essere considerato il «padre» dell'attuale parco, per colui con grande bravura e tenacia riuscì a salvare quello che era rimasto della grande foresta a cavallo tra la Toscana e la Romagna.
«La foresta che ci è stata tramandata — ha detto in conclusione del convegno il presidente del parco — oggi appare radicalmente cambiata, anche sotto l'aspetto sociale e richiede un equilibrio gestionale per far coincidere gli aspetti economici con quelli naturalistici del territorio. Naturalmente la gestione è cosa attuale e c'è da dire che la staticità non ha mai pagato; occorre aver quindi una visione dinamica in grado di seguire l'evolversi dei tempi e le stesse dinamiche naturali ed antropiche. Continuando a seguire il principio della precauzione — sottolinea però — considerando che si tratta di un'area protetta che ha come fine primario quello della conservazione».
Una manifestazione dedicata non solo agli indiscutibili meriti del Siemoni «ma anche a tutti coloro — ha rimarcato il vice presidente del parco Italo Galastri — che nei secoli trascorsi, ed anche oggi , hanno contribuito alla salvaguardia del territorio protetto. Questa figura diventa quindi il simbolo di tutti gli amanti delle riserve naturali che in maniera importante e diversificata hanno partecipato a preservare e migliorare questo immenso patrimonio e mi riferisco alle popolazioni delle nostre montagne con intere generazioni che hanno lavorato e vissuto nel bosco. Ed anche agli odierni operai, ai tecnici, ai quadri amministrativi delle Comunità montane e del Corpo Forestale: figure caratteristiche ed infinitamente preziose per la conservazione di quella foresta divenuta parco». (La Nazione)

Intesa tra Parco e Regione, in cambio saltano alcune opere - Venerdì l’ultima ratifica istituzionale

Stelvio - Sì ai Mondiali, feste e amarezza
Valfurva esulta, centrosinistra e ambientalisti contrari
Il presidente del Parco: «Decisione che non mi lascia soddisfatto»

Bormio Regione e Parco trovano un’intesa e anche Valfurva avrà la sua fetta di Mondiali. Presto, però, per cantare vittoria. La parola ora passa alla fatidica riunione del consiglio direttivo del parco, convocato per venerdì prossimo. In quella sede l’accordo raggiunto giovedì a Sondrio - dopo 12 ore di infuocate trattative - dovrà essere ratificato, diversamente ogni sforzo per garantire le gare di sci femminili in Valfurva sarà stato vano. In ogni caso, alcune opere non saranno realizzate. Le piste in valle dell’Alpe si faranno e così pure la cabinovia che porta in quota, ma giù, nel fondovalle, “salta” il centro polifunzionale di Santa Caterina. Al suo posto sarà utilizzata una struttura prefabbricata e i fondi inizialmente stanziati su questo capitolo verranno dirottati in opere di mitigazione ambientale. Un duro colpo per la località turistica. E non è l’unico. Sarà infatti demolito il rifugio sulla Costa Sobretta, mentre quello in quota dovrà essere di dimensioni più ridotte. L’impianto di arroccamento verrà realizzato come da progetto, compresa la stazione intermedia di Plaghera, ma niente vasche di accumulo per l’impianto di innevamento artificiale, le cui macchine di produzione neve - nella valle dell’Alpe - dovranno essere rimosse nel periodo estivo. «Sono soddisfatto del risultato ottenuto nonostante la complessa e difficile trattativa», ha commentato l’assessore Alessandro Moneta che è riuscito a rimediare, grazie anche al consigliere Gian Maria Bordoni, ai pasticci di altri colleghi. (La Provincia di Sondrio)

Stelvio - «Traditi dalla decisione di Osio, ora speriamo nel direttivo»

VALFURVA — «Con la stessa lealtà con la quale abbiamo difeso il presidente Osio dai violenti attacchi che ha subito, ora diciamo semplicemente che ci sentiamo traditi». Giovanni Bettini di Legambiente non usa mezze parole per esprimere la delusione dell'associazione ambientalista dopo la firma dell'intesa tra Parco e Regione sui Mondiali di sci in Valfurva. Fin dalle prime polemiche sulle opere per l'evento iridato, infatti, Legambiente aveva insistito sulla necessità di tutelare la Valle dell'Alpe. «Speravamo in una maggiore capacità di tenuta, e questo crollo ci ha stupito - dice Bettini - ma le forze del business hanno messo a segno il loro affondo. Ora ci auguriamo che il direttivo del Parco corregga questa decisione, e Legambiente continuerà a vigilare scrupolosamente sull'attuazione delle opere». Ma nemmeno i gruppi del centrosinistra in consiglio regionale hanno accolto bene la notizia. «Abbiamo appreso - hanno detto ieri i consiglieri regionali di Ds e Verdi - che è stato sottoscritto un accordo che prevede l'invasione della Valle dell'Alpe con dannosi impianti di risalita per lo sci. Siamo contrari a questa decisione speculativa. I Mondiali si possono fare a Santa Caterina senza arrecare danno al Parco. Ci opporremo a questa disastrosa mediazione e ci auguriamo che il Consiglio del Parco stralci questa proposta e approvi il resto del programma dei Mondiali». (Il Giorno)

Stelvio - «Finalmente ci hanno ascoltato»

VALFURVA — Gli operatori turistici della Valfurva hanno tirato un sospiro di sollievo dopo la firma dell'intesa istituzionale sui Mondiali di sci del 2005, siglata da Regione e Parco dello Stelvio.
«Non possiamo che essere soddisfatti del raggiungimento di un'intesa tenacemente perseguita dalla Regione - afferma Norberto Pedranzini, presidente del Consorzio Tourisport di Santa Caterina - che garantisce lo svolgimento in Valfurva delle gare femminili dei Mondiali. Una notizia che abbiamo atteso a lungo».
Nei giorni scorsi Pedranzini si era fatto portavoce del malcontento degli operatori turistici della zona per la situazione che si era creata dopo il no del Parco dello Stelvio ai progetti di riqualificazione della ski area, con la costruzione della cabinovia Santa Caterina-Plaghera. «Ci sentiamo presi in giro - aveva detto - perché pare che tutta l'attenzione per la tutela dell'ambiente sia concentrata esclusivamente sulla Valfurva». E il presidente del Consorzio turistico tiene a sottolineare proprio un aspetto legato all'attenzione per la protezione dell'ecosistema: «L'intesa riconosce la compatibilità ambientale degli interventi programmati, anche grazie alla disponibilità degli operatori e in particolar modo degli impiantisti, sensibili alle esigenze di tutela e pronti a sobbarcarsi gravi sacrifici economici per coniugare imprenditoria e ambiente».
Ora il clima si è rasserenato: «Speriamo che la riqualificazione degli impianti contribuisca a garantire la sopravvivenza economica della Valfurva - afferma il presidente del Consorzio - ma ci auguriamo che i numerosi passaggi amministrativi ancora da compiere non pregiudichino l'avvio delle opere relative alla tratta da Santa Caterina a Plaghera, già ora possibili. Il nostro auspicio - conclude - è che la positiva concertazione che ha portato all'intesa prosegua per rendere concretamente attuabili anche i lavori previsti in Valle dell'Alpe». (Il Giorno)

Stelvio - Enti impegnati nel piano opere per l'evento iridato

BORMIO — A che punto sono le procedure per la realizzazione del pacchetto di opere Mondiali previsto dall'accordo di programma firmato la scorsa primavera? In attesa delle valutazioni più chiaramente politiche, affidate alla riunione del Comitato istituzionale per i Mondiali del 2005 prevista lunedì prossimo a Sondrio, ieri a Bormio, per tutta la giornata, i sei enti impegnati nella realizzazione di infrastrutture collegate all'evento iridato hanno riferito dello stato di avanzamento dei loro programmi. I comuni di Bormio, Valfurva e Valdisotto, la Comunità montana Alta Valtellina, la Provincia di Sondrio, il Comitato di Gestione lombardo del Parco nazionale dello Stelvio sono stati chiamati ad illustrare al responsabile dell'attuazione dell'accordo di programma per i Mondiali, Giorgio Napoli, progetti, procedure, tempi, problematiche. Non era giornata di decisioni, evidentemente, ma di verifiche; per di più compiute separatamente per ciascuna delegazione che rappresentava gli enti locali con i rispettivi interventi. Per Bormio il malloppo più consistente di opere, alcune delle quali già avviate; per Valfurva, alla luce delle problematiche emerse sugli impianti di Santa Caterina, un po' di attenzione in più. Al termine della audizione il sindaco Idilia Antonioli ha parlato di una verifica attenta della situazione e di un aspetto in particolare da valutare: «dobbiamo valutare se abbiamo i tempi per mantenere il programma delle gare premondiali a Santa Caterina». La Federazione le ha previste per il febbraio prossimo, serve il collaudo della pista Edelweiss e potrebbe essere realizzato un ponte provvisorio per questo appuntamento. Sull'intesa che dovrebbe consentire (con una serie di tempi molto stretti da rispettare) di sbloccare le autorizzazioni per gli impianti c'è una nota che esprime soddisfazione da parte degli operatori di Santa Caterina. Il primo cittadino commenta: «dobbiamo rinunciare a qualcosa per destinare risorse a misure di compensazione; adesso i tempi sono davvero stretti e non possiamo più fare errori». (Il Giorno)

Tutti contro il raddoppio della base Usa: «Siamo tornati indietro di trent’anni»

La Maddalena

Una sorveglianza più attenta su come avviene il monitoraggio delle acque a La Maddalena: è uno degli aspetti sui quali si è discusso ieri, all’Hotel President, in un dibattito organizzato dai Ds sull'ampliamento della base americana di Santo Stefano. Ed è anche l'aspetto che ha provocato un confronto anche animato tra gli stessi relatori e i partecipanti. Oltre ad un numeroso pubblico, sono intervenuti alcuni dei leaders regionali. Non sono mancate le critiche ad esponenti del centro-destra. Erano presenti anche molti diessini dell’alta Gallura, Santa Teresa, Tempio, Calangianus, Aggius ed esponenti della sinistra giovanile.
Il capogruppo dell’opposizione nel Consiglio comunale maddalenino, Pier Franco Zanchetta, tira in ballo anche la questione della Coppa America negata, a suo parere, per pressioni esercitata dagli americani. Una tesi già annunciata un mese fa in una conferenza stampa a La Maddalena.
Natale Tedde, segretario federale Ds, introduce il tema del raddoppio della base e sottolinea l’invalidità e l'incostituzionalità dell’accordo originale sulla base maddalenina, e considera il raddoppio della base come una sottrazione di sovranità inaccettabile. Contesta anche il presidente del Parco nazionale Gianfranco Cualbu che, secondo il segretario, avrebbe intenzione di trasformare i beni demaniali in strutture alberghiere. Considerata l'attualità del tema si parla anche della legge regionale sulla salvaguardia dei Piani paesistici
Il senatore Nino Murineddu non condivide le posizioni più estreme: «Non siamo contro gli americani e non dobbiamo assumere un atteggiamento antiamericano, bisogna stare molto attenti e non è corretto dire che il territorio non è monitorato».
Il deputato Francesco Carboni commenta: «Parlerò con Violante nei prossimi giorni, non per farlo intervenire nel dettaglio ma perché rivaluti la politica estera del Paese. Non c’è un ragionamento di politica internazionale, ma solo un asservimento acritico nei confronti degli americani».
«Siamo in una situazione peggiore del 1972, - spiega Billia Pes, della segreteria regionale - le lancette sono tornate indietro, noi non mettiamo in discussione l’amicizia per preferire un atteggiamento antiamericano. Qui si passa da quello che doveva essere un restauro di edifici fatiscenti alla costruzione non di una base appoggio ma di una vera base navale». (L’Unione Sarda)


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