Rassegna del 11 Ottobre 2003

«Parco dell’Adamello diventerà strumento per lo sviluppo»

Vittorio Ducoli torna alla direzione

Il suo è un ritorno, dopo quasi otto anni di lavoro al vertice del prestigioso Parco delle foreste casentinesi, sull’Appennino toscano. Per Vittorio Ducoli, già direttore del parco dell’Adamello, è anche un ritorno alla natia Breno e all’amata Valle Camonica. «Ritorno con una forte motivazione - spiega lo stesso direttore del parco - convinto di poter riversare qui l’esperienza fatta in questi anni». E subito riaffiorano spontaneamente i ricordi dei boschi e delle popolazioni casentinesi, le esperienze fatte, forse anche la nostalgia per una terra che, come poche altre, unisce il fascino della natura allo spessore intatto delle tradizioni. Ducoli parla con interesse evidente di Camaldoli, soprattutto di quel luogo unico che è l’eremo e della straordinaria foresta che lo attornia, salvata, come ci ricorda, grazie all’interessamento del Vaticano durante il secondo conflitto mondiale. Ma non manca un cenno a La Verna, ai suoi luoghi e ai suoi frati, ad un ambiente dove uomo e natura possono ancora convivere con beneficio di entrambi. Si potrà far qualcosa di simile anche per il Parco adamellino? Crediamo che Vittorio Ducoli in cuor suo lo speri e ci conti. «Fondamentale - spiega - è stata per me l’esperienza fatta a suo tempo proprio qui nel parco dell’Adamello. Oggi c’è una cultura nuova sui parchi: porterò qui questa nuova sensibilità adattandola alla situazione locale». Quali sono i problemi principali oggi per il Parco dell’Adamello? «Dal mio punto di vista, riassumerei in uno slogan: recupero di immagine e di identità del parco, necessarie perché lo stesso possa essere accolto dalla popolazione ed essere strumento di sviluppo. Si è fatto molto in questi anni per lo sviluppo di questa reatà, resta ancora qualcosa da fare, soprattutto per quanto riguarda i servizi effettivi al visitatore». In particolare, ha in mente qualche situazione concreta? «Sì, penso soprattutto alle sedi decentrate, ai centri visita, ai sentieri, alle aree di sosta, a tutto ciò che dà l’immagine di un territorio gestito con cura e piacevole da visitare». Naturalmente sono ancora molte le cose di cui si potrebbe parlare ma il nuovo direttore ha bisogno di un po’ di tempo per rendersi conto dell’effettiva situazione. Tre o quattro settimane sono poca cosa anche per chi il parco adamellino lo conosce e lo segue fin dall’inizio, fin da quando è nato, giusto vent’anni fa. (Giornale di Brescia)

Due parchi marini nel Cilento Istruttoria chiusa entro dicembre

Quattro nuove aree marine protette entro la fine dell'anno e altre 18 pronte entro la fine del 2004. E' il piano del ministero dell'ambiente, illustrato ieri al Salone Nautico di Genova dal direttore generale della divisione Protezione della Natura, Aldo Cosentino. Quest'ultimo ha poi ricordato che al dipartimento sono arrivate molte richieste per la costituzione di nuove aree dagli enti locali. Per la fine del 2003, il ministero pensa di concludere le istruttorie per quattro nuove riserve marine a Capo Testa (Sassari), S. Maria di Castellabate e Costa degli Infeschi (Salerno), Regno di Nettuno (Ischia). Altre 18 saranno istituite entro la fine del 2004. (La Città)

Gli antiparco sono rimasti a casa

Delta del Po - LA SORPRESA

Nella giornata del Parco, presentato al Presidente della Repubblica come volano per lo sviluppo eco-compatibile legato anche al turismo, e definito dal sindaco di Taglio di Po Adriano Mischiati "grande speranza" per la gente del Polesine, c'era chi temeva un blitz degli antiparco. Invece, silenzio. Gli irriducibili contrari all'area protetta, quelli che l'hanno sempre osteggiata e continuano a farlo sotto forme diverse rispetto al passato, non si sono fatti vedere. Nessuna scritta nè presenze indesiderate. Comprensione tardiva dell'importanza del parco o consapevolezza che un'uscita di tal genere davanti a Ciampi sarebbe stata un boomerang? (Il Gazzettino)

Conero - Supervincolo, Scoppola spiegherà il 18 in un convegno

Il passaggio di consegne nella sede del Parco, poi un pranzo con i dipendenti per conoscersi e il soprintendente che annuncia un convegno sul supervincolo. Chiusa dopo 11 anni l’era Guzzini, sul Cònero si guarda al futuro. Ieri l’ex presidente del Consorzio ha lasciato il posto al neoeletto Giancarlo Sagramola, vicepresidente della Provincia di Ancona. «Il colloquio è stato sereno e cordiale – ha detto Sagramola che ha rinnovato la sua stima nei confronti di Guzzini - ho ascoltato con interesse la storia del Parco ed i progetti messi in cantiere da Guzzini come il sistema territoriale turistico per cui è previsto un incontro la prossima settimana. Come ho già avuto modo di dire sono un neofita e questa chiacchierata mi è molto servita. Posso assicurare comunque che lavorerò con chiarezza e trasparenza per difendere l’ambiente». Intanto in questi giorni proseguono le consultazioni tra i sindaci dei Comuni del parco, le associazioni e le rappresentanze politiche del centrosinistra. L’obiettivo è quello di trovare un accordo per la nomina della nuova giunta che dovrebbe avvenire nel corso del prossimo consiglio direttivo. «Prima di convocare l’assemblea – ha aggiunto Sagramola – voglio incontrare tutti coloro che ruotano attorno al Parco e desidero anche ricucire i rapporti istituzionali con i sindaci di Sirolo e Numana». Sempre ieri il nuovo presidente si è presentato ai dipendenti della sede del Consorzio in via Peschiera. «Ho deciso – ha raccontato – di farlo a pranzo. Ci siamo seduti attorno ad un tavolo al ristorante da Rosa e spero di aver risolto dubbi e incertezze. Capisco che dopo 11 anni con Guzzini, quanto accaduto li abbia sconcertati, ma adesso si apre un nuovo capitolo e dobbiamo lavorare insieme». In relazione invece al supervincolo il soprintendente Francesco Scoppola ha annunciato che il provvedimento sarà tema di un incontro di studio in programma il 18 ottobre nel teatro del Palazzo Campana di Osimo. Dopo gli incontri con le amministrazioni locali coinvolte e le ultime vicende che hanno interessato il Parco «è parso opportuno - dice Scoppola - un confronto allargato a tutti gli interessati al fine di sgombrare il campo da possibili equivoci interpretativi». L’appuntamento di Osimo, dal titolo “Vincoli di notevole estensione notificati per pubblici proclami”, sarà anche l’occasione, annuncia il soprintendente, per «mettere in evidenza che non si tratta affatto di un provvedimento isolato ma fondato invece su numerosi precedenti, nelle Marche e altrove, adottati in tempi diversi». L’iniziativa fa parte di un ciclo più ampio di incontri promossi dal Consorzio per l’alta formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica in diritto amministrativo e sarà occasione di infuocato dibattito. (Il Messaggero)

Il contrattacco di Misiti: "Basta con menzogne e arroganza di potere"

Conero - Il sindaco risponde all'affondo del centrosinistra

SIROLO - "Lo Sdi, sempre fuori dal coro, si propone come rappresentante del centro sinistra e, non contento della situazione catastrofica che è stata creata con il blocco della Soprintendenza, accolto con trionfalismo, continua a sparare bordate sul sindaco Misiti e sull'amministrazione comunale di Sirolo inneggiando alla "ritrovata unità del Centro-Sinistra", che non c'è". Così una nota del Comune. "Forse - continua - per loro, "ritrovata unità" vuol dire defenestrare un Presidente che era tra i maggiori esponenti dell'ex Pci, oggi Ds, ciòè del partito più rappresentativo del Centro Sinistra". Il comunicato parla di "giochi di potere" e sottolinea che "si continua a blaterare di cementificazioni selvagge senza tenere in considerazione le previsioni generali del Prg di Sirolo che mirano a dare uno sviluppo disciplinato, ordinato e regolamentato del territorio, mirato a soddisfare le esigenze della prima casa e salvaguardare l'economia turistica, nel massimo rispetto dell'ambiente". E ricorda che "Ricordiamo, per chi non ha buona memoria, che "entro il perimetro della zona verde del Cònero non si edificherà mai perchè è ben tutelato da noi e dai tanti vincoli che già ci sono". La verità è che "si vuole indebolire Misiti e screditare la giunta di Sirolo". L'amministrazione dice di non volersi piegare. "I sirolesi sanno come stanno le cose, non "beccano" alle bugie ed ai loro polveroni pre-elettorali e sono stanchi di subire vincoli inutili per un Parco che non hanno voluto". Agli "anti Misiti" si rimarca che "non contestiamo Sagramola, persona seria e preparata, alla guida del Parco, ma il modo in cui si è giunti a tale nomina".
E sulla scorta delle dichiarazioni dell'assessore all'Ambiente della Regione "nutriamo grossi dubbi sull'autonomia che avrà il nuovo esecutivo del Parco del Conero, non libero di scegliere ma condizionato da terzi estranei". E ancora: "E' ora di smetterla con questa arroganza del potere, questo è lo spirito di democrazia che unisce il centro sinistra: dall'autonomia e libertà alla gabbia". Infine: "Gli attacchi dello Sdi di Sirolo non impauriscono nessuno e se non la finiranno con le menzogne e con le meschinità, i cittadini di Sirolo faranno sentire la loro voce accordando un altro successo alla lista che sarà guidata dal Sindaco Misiti. Se ne accorgeranno la prossima primavera". (Corriere Adriatico)

Passaggio di consegne al Parco

Conero - Mariano Guzzini lascia il testimone al nuovo presidente Giancarlo Sagramola

E' avvenuto ieri pomeriggio il passaggio di consegne tra Giancarlo Sagramola, attuale presidente del Parco del Conero, e il predecessore Mariano Guzzini.
Il ricambio ai vertici è nato dopo il supervincolo alla lottizzazione posto dalla Soprintendenza regionale ai beni culturali e ambientali e la nomina da parte della Provincia del nuovo cda del Consorzio del Parco, che ha eletto il successore di Guzzini.
Intanto il supervincolo sul Conero torna a far parlare di sè. Il provvedimento contro la lottizzazione dell'area adottato dalla Soprintendenza regionale ai beni e le attività culturali sarà il tema di un incontro di studio in programma il 18 ottobre nel teatro del Palazzo Campana di Osimo.
Lo ha annunciato il soprintendente Francesco Scoppola. Dopo gli incontri con le amministrazioni locali coinvolte e le ultime vicende che hanno interessato il Parco "è parso opportuno - dice Scoppola - un confronto allargato a tutti gli interessati al fine di sgombrare il campo da possibili equivoci interpretativi".
L'appuntamento di Osimo, dal titolo "Vincoli di notevole estensione notificati per pubblici proclami", sarà anche l'occasione, annuncia il soprintendente, per "mettere in evidenza che non si tratta affatto di un provvedimento isolato ma fondato invece su numerosi precedenti, nelle Marche e altrove, adottati in tempi diversi".
L'iniziativa fa parte di un ciclo più ampio di incontri promossi dal Consorzio per l'alta formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica in diritto amministrativo.
L'incontro potrà offrire importanti spunti che aiutino gli addetti ai lavori a interpretare nel modo giusto la decisione della Soprintendenza. (Corriere Adriatico)

Parco, appello a Bassolino

Taburno Camposauro

Una immediata convocazione dell’assemblea dei sindaci del Parco naturale Taburno Camposauro, per individuare una idea forte a cui legare le strategie di sviluppo attraverso l’opportunità rappresentata dai fondi Pit. E’ quanto chiedono in un documento indirizzato al presidente della Giunta Regionale Bassolino un gruppo di primi cittadini dei paesi ricadenti nell’area protetta: per ora ci sono Tocco Caudio, Vitulano, Cautano, Foglianise, Campoli Monte Taburno, Torrecuso, Melizzano e Bucciano, ma nelle prossime ore si dovrebbero aggiungere anche altre adesioni. «Per le nostre popolazioni e per il nostro territorio - si legge nel documento - quella del Parco e del Pit Parco rappresenta un’occasione unica ed irripetibile di sviluppo e sostegno della nostra microeconomia». Viene poi ricordato il «disagio dei nostri concittadini verso un ”Parco che non c’è” e che viene vissuto come l’ennesimo burocratico Ente che finora ha portato solo vincoli e limitazioni, vanificando, in questi mesi di assenza di ogni attività del Parco, ciò che noi con fatica avevamo costruito in termini di entusiasmo e sostegno a questa importante e preziosa Istituzione». Viene poi richiesto un concreto coinvolgimento delle popolazioni e dei loro rappresentanti istituzionali nelle scelte che accompagneranno il Pit, attraverso il tavolo di concertazione già istituito. Quindi, un riferimento alla positiva esperienza del parco del Matese, dove è stato elaborato anche un documento di orientamento strategico.
«Vi sono passaggi a nostro giudizio fondamentali - commenta il sindaco di Tocco Giuseppe D’Agostino - che comprendono le manifestazioni di interesse verso i privati e l’individuazione dei progetti portanti». Uno di questi progetti dovrebbe essere rappresentato proprio dal recupero del borgo medievale di Tocco, posto nel cuore del parco e muto testimone di una memoria storica che dovrebbe accompagnare in modo assorbente l’offerta turistica del territorio. Un territorio che in questi giorni si sta "ripulendo" dalle scorie della tremenda stagione estiva 2003: sta infatti concludendosi l’opera di raccolta delle tonnellate di rifiuti sversati da parte di un flusso turistico che sin dall’anno prossimo dovrà essere assolutamente regolamentato, onde evitare il ripetersi di gravi attentati all’ecosistema. Protagonisti di questa operazione sono stati i volontari della Protezione Civile di Tocco Caudio ed i mezzi di raccolta messi a disposizione dai Comuni di Cautano e Tocco. (Il Mattino)

Via alla certificazione ambientale nell'area protetta

Cilento - Qualità col bollino nel Parco

VALLO DELLA LUCANIA
. Al via la certificazione ambientale nell'area protetta. Dopo due anni di una lunga istruttoria, nei giorni scorsi il comitato tecnico della società milanese CertiQuality ha deliberato formalmente l'accreditamento del certificato di conformità alla norma Uni En Iso 14001 per il sistema di gestione ambientale del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il risultato è giunto al termine di vari adempimenti burocratici e visite ispettive (presentazione della domanda di certificazione all'ente accreditato assieme ad un manuale di gestione ambientale; raccolta di elementi utili nella fase preliminare alla certificazione; analisi delle risultanze e rilascio della certificazione). L'ultima visita ispettiva si è tenuta il 9 settembre, altre ne sono previste nel corso del programma. Grande la soddisfazione all'ente. «Il Parco del Cilento e Vallo di Diano - si legge in una nota - è oggi un organismo dotato di certificazione ambientale e punta adesso alla certificazione dell'intero territorio dell'area protetta attraverso il progetto Qualità Certificata». Il discorso ''Qualità certificata'' è stato avviato attraverso riunioni tematiche con gli operatori dei vai settori economici dell'area protetta, che fregiandosi del marchio ''Parco'' certificheranno all'esterno la loro qualità. Tra le prime applicazioni del sistema di gestione ambientale rientreranno le azioni rivolte allo sviluppo sostenibile e in particolare quelle previste dal progetto ''Eco-Parco, un Parco laboratorio per lo sviluppo sostenibile''.
(La Città)

Rivolta sarda contro la base americana

La Maddalena - La Regione Sardegna impugna l'ampliamento del presidio militare della Maddalena approvato da Martino

Tocca a un presidente regionale assai provvisorio, minoritario, un ex missino adesso An, di dire no agli americani, che chiedono da alcuni mesi e hanno ottenuto l'altro giorno dal ministro Martino l'autorizzazione a moltiplicare le volumetriedel loro insediamento militare a terra, fra Santo Stefano e l'isola madre della Maddalena. Ieri questo tranquillo avvocato sassarese, Italo Masala, balzato al posto di presidente per la paura delle elezioni anticipate della «minoranza» che lo ha votato (da An ai centristi ex Dc, sino ai sardisti, con l'astensione diForza Italia) ha chiesto che il governo riveda la decisione del ministro della difesa. Lo chiede a norma della legge sulle servitù militari, che gli permette entro quindici giorni dalla decisione del ministro, di chiedere la convocazione del governo, la riapertura della discussione sul merito entro 90 giorni alla presenza dello stesso presidente della regione.
Difficile evitare questo passo, per il neo-presidente. La richiesta degli americani di insediare 52mila metri cubi di caserme alte anche undici metri, in riva al mare, e poi pontili, depositi, gallerie, dove ora sono le casematte basse, che presidiano sia pure il porto davanti al quale si àncora la nave appoggioper sommergibili a propulsione nucleare, era stata respinta dal Comitato paritetico per le servitù militari che è un organo misto (doppiamente misto) fra stato e regione e fra civili e militari, e che aveva quasi all'unanimità votato contro il progettodella marina Usa (con il voto a favore del rappresentante diAn).
Anche la fragilità dell'equilibrio su cui si regge la giunta sarda ha pesato nella decisione di Masala: il voto decisivo dei sardisti, che nei giorni scorsi hanno fatto documenti molto duri contro Martino, chiedendo alla regione la difesa dell'autonomia della Sardegna e della sua dignità calpestata. Tasto sensibile, questo, alla vigilia di una lunga campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale, con le forze politiche in gara nel proclamare autonomismo e sardismo, in abbondanti quantità retoriche.
Gli americani giustificano i loro progetti definendo i lavori proposti come «urgenti, indispensabili e indifferibili, in particolare per gli aspetti riguardanti la sicurezza del personale della base». Martino ripeteva nella sua nota di assenso, l'altro giorno, le stesse parole usate dalla marina Usa. Lo ha ripetuto anche ieri, dopo l'iniziativa di Masala. Prende pezzi di frasi della documentazione dei comandi militri Usa, e ripete pari pari.
Per il ministro «americano» della difesa (italiana), naturalmente «I lavori in questione sono conformi agli accordi internazionali». Sono accordi che nessuno però conosce, firmati dal governo di Washington e da Andreotti per il governo italiano nel1972, sottratti sempre al parlamento, anche negli aspetti dellasicurezza delle popolazioni contro il rischio nucleare. Ancora oggi le autorità locali sono private dei piani di evacuazione, del controllo sulle centraline di rilevamento dell'inquinamento atmosferico. La Maddalena, dodicimila abitanti, ospita tremila fra militari americani e loro famiglie. Fanno quasi tutto da sé, comprano nei loro spacci, abitano in villaggi autosufficienti, in città e preferibilmente lungo la costa dell'isola piùgrande dell'arcipelago. Ricorrono sempre meno agli italiani per i lavori civili, ma la città che è da secoli un presidio militare, sta perdendo l'arsenale, si svuotano le caserme della marina italiana, e gli americani sono pronti a rilevare tutto.
In questa crisi, con la perdita di centinaia di posti di lavoro, succede quel che dice un ex sindaco Dc, Pasqualino Serra: «L'opinione la fanno i venditori di foccacce», i commercianti dei negozi che si svuotano già nella seconda metà di settembre, dopo il sovraffollamento di luglio e agosto. La marina Usa fa tintinnare i soldi, davanti a questa cittadina amministrata da una giunta di centro destra, con un sindaco di An pronti a credere alle promesse: i 40mila dollari dell'investimento, e una svolta, nei rapporti con la comunità locale. Qualche assunzione nei supermercati, qualche appalto per i lavori di costruzione delle caserme nel parco. (Il Manifesto)

Nomine del Parco, Fi sul piede di guerra «Un grave danno alla democrazia»

Migliarino San Rossore

MASSAROSA
— Diventa un caso politico provinciale l'esclusione di un rappresentante della maggioranza del centrodestra all'interno delle nomine del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. I consiglieri provinciali di Forza Italia (Giorgio Baldini, Alfredo Benedetti, Roberto Bertola, Sisto Dati, Mario Frediani, Luca Lunardini, Maurizio Marchetti e Giovanni Santini) hanno presentato un ordine del giorno in cui si invita il consiglio provinciale a condividere la richiesta formulata dall'amministrazione comunale di Massarosa e invita il presidente della Provincia Andrea Tagliasacchi a chiedere al Parco di rivedere immediatamente le proprie nomine inserendo un componente designato dall'amministrazione comunale di Massarosa «con l'obiettivo — dicono — di assicurare una gestione del Parco che veda l'amministrazione comunale coinvolta in maniera diretta sulle scelte che riguardano il proprio territorio».
I consiglieri provinciali di Forza Italia ricordano che gli enti in rappresentanza del Parco sono tutti a guida di centrosinistra, ad eccezione di Massarosa che è a guida di centro destra. «Questo elemento — sostengono — se applicato alle nomine, avrebbe garantito la vera rappresentanza della comunità costituita da cittadini di centro destra e di centro sinistra. Da sempre Massarosa e il suo territorio sono parte integrante della zona gestita dal Parco e gli agricoltori, pescatori e cacciatori per i quali il 'padule' e il lago rappresentano una risorsa fondamentale».
Con l'esclusione del centrodestra di Massarosa, per Forza Italia si è consumato un grave danno alla democrazia. (La Nazione)


Il Giornale dei ParchiTorna alla prima pagina del Giornale dei Parchi