Rassegna del 10 Ottobre 2003

Nasce una rete europea per i manager dell’ambiente

IL SEMINARIO AIDAP A MARINA DI CAMEROTA

Marina di Camerota ha ospitato, da mercoledì 1° a sabato 4 ottobre, il seminario dell’Aidap, Associazione italiana direttori aree protette, dedicato ai temi dell’amministrazione e della contabilità. L’incontro ha visto il confronto, articolato in diverse sessioni, tra i protagonisti della gestione dei comprensori naturali italiani, come Dario Furlanetto e Domenico Nicoletti, rispettivamente presidente e vice presidente dell’Aidap, e si è concluso con la firma di un protocollo d’intesa con l’Associazione del Comuni dei Parchi.

Il seminario Aidap di Marina di Camerota cade in una fase particolare mela gestione delle aree protette italiane, con il passaggio delle competenze alle Regioni, la nascita dei Parchi regionali e la nascita di organismi associativi, come quello che racchiude i Comuni che rientrano nei comprensori di tutela ambientale. Ma l’incontro rappresenta soprattutto l’occasione per mettere a fuoco i problemi che gli enti fronteggiano quotidianamente nella gestione delle aree protette, soprattutto per quanto riguarda l’amministrazione e la contabilità.
In tal senso di particolare interesse è stato il confronto tra i direttori dei parchi e i responsabili dei servizi finanziari con Pompeo Pepe, direttore del Centro di contabilità pubblica della Ragioneria dello Stato, e con il tributarista Vincenzo Cuzzola dell’Anciform.
Tra le prima difficoltà emerse, quella di chiarire la normativa di riferimento nelle more dell’approvazione del regolamento di contabilità da parte di ciascun Ente Parco. I direttori presenti, in rappresentanza di numerosi Parchi italiani, hanno messo in risalto le difficoltà gestionali attuali e le prospettive di superamento delle stesse, nonché le problematiche relative alla strutturazione organizzativa in funzione del nuovo modello, che prevede la individuazione di centri di costo, la valutazione economico-reddituale degli stessi e la possibilità concreta di applicare il controllo di gestione.
Nel corso della sessione dedicata alla gestione delle Aree protette, Vincenzo Papadia, docente di Scienze dell’amministrazione alla Scuola superiore della P.a., ha toccato tutti i punti critici del decreto del presidente della Repubblica 97/2003 ed in particolare i problemi della contabilità analitica per centri di costo e i livelli di responsabilità, tra sistema finanziario, sistema del reddito e sistema patrimoniale con il metodo della partita doppia da inserire nella contabilità finanziaria delle aziende pubbliche di erogazione di servizi.
Paolo Germani, ispettore del ministero dell’Economia, ha evidenziato la necessità di definire in modo univoco e chiaro le linee guida per l’applicazione della nuova normativa negli Enti Parco nazionali in materia di amministrazione e contabilità delle aree protette, con l’entrata in vigore, a partire dal 1° gennaio 2004 del nuovo Regolamento in termini di gestione e bilanci: il gruppo di lavoro della sessione ha indicato, come obiettivi per le aree protette, l’approvazione del bilancio di previsione, secondo gli schemi e i modelli previsti dal decreto 97/2003; e la ricerca, attraverso il nucleo di lavoro costituito presso l’Aidap, di un pacchetto applicativo unitario per tutti gli Enti Parco per l’elaborazione del nuovo conto preventivo.
Le diverse sessioni del seminario hanno visto la partecipazione, in gruppi di lavoro, di circa cinquanta rappresentanti delle aree protette italiane: tra gli altri, erano rappresentati il Parco nazionale del Gransasso, il Parco nazionale Arcipelago Toscano, il Parco nazionale dell’Aspromonte, il Parco nazionale dell’ Asinara, il Parco nazionale del Gargano, il Consorzio Parco lombardo della Valle del Ticino, il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Nel corso dell’incontro di Marina di Camerota si è riunito anche il Comitato direttivo dell’Aidap, che ha varato l’Albo dei direttori e approvato il progetto “Rete della professionalità nei Parchi”.
La tavola rotonda conclusiva, dedicata al tema “Strumenti e modelli di gestione delle aree protette”, ha visto, la partecipazione di Dario Furlanetto, Giuseppe Tarallo, presidente del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Paolo Germani e Gino Marotta, vice presidente dell’Associazione Comuni dei Parchi. Quest’ultimo, in particolare, ha sollecitato una maggiore sinergia tra le Comunità dei Parchi e le istituzioni regionali. Una richiesta condivisa da Giuseppe Tarallo, che ha evidenziato come la nuova normativa sull’amministrazione e la gestione delle aree protette debba trovare un’adeguato quadro di riferimento in sede regionale.
Il seminario Aidap si è concluso con la firma di un protocollo d’intesa tra i rappresentanti dell’Associazione dei direttori delle aree protette e quella dei Comuni dei Parchi, rappresentate rispettivamente da Furlanetto e Marotta, per varare una serie di iniziative congiunte nei settori della formazione, della promozione dei parchi, dei servizi integrativi, per dar vita, a livello europeo, a una rete a sostegno dei processi di governo pubblico dell’ambiente. Il congresso nazionale Aidp sarà ospitato nella primavera 2004 dal Parco nazionale dell’Etna. (IL Denaro)

Protocollo d’intesa tra i Comuni e i direttori del Parchi

Nel corso della giornata conclusiva del seminario Aidap a Marina di Camerota, Dario Furlanetto, presidente dell’Aidap, Associazione direttori aree protette, e Gino Marotta, vice presidente dell’Associazione Comuni dei Parchi, siglano il seguente Protocollo d’intesa:
- a seguito delle intese ed accordi;
- viste le finalità statutarie delle due Associazioni;
- vista la necessità di dare una concreta attuazione alle attività previste dei rispettivi statuti;
- viste le norme che regolano la materia;
- considerata la volontà espressa dai Presidenti delle Associazioni di avviare un processo di intensa collaborazione e intesa;
si conviene di avviare un processo di collaborazione esteso ai seguenti argomenti:
- accompagnare e rafforzare l'azione dei soci, in particolare contribuire alla promozione e affermazione di un rinnovamento strutturale, culturale e gestionale della Pubblica amministrazione nelle aree protette verso un'azione di governo orientata ai principi della sostenibilità ambientale, allo sviluppo del sistema nazionale e regionale dei parchi e delle riserve naturali e dei comuni aderenti all'Associazione italiana dei comuni dei parchi, attraverso:
- la prestazione di assistenza tecnica, organizzativa e di mercato connessa al progresso e al rinnovamento degli enti nelle aree protette, nonchè la ricerca tecnologica e il trasferimento delle innovazioni;
- il costante collegamento con le istituzioni interessate promuovendo a tal fine accordi di programma con le amministrazioni pubbliche centrali, le regioni, gli enti locali, gli enti parco, i Comuni aderenti all'associazione italiana dei comuni dei parchi ed altri soggetti pubblici e privati interessati;
- la predisposizione, la progettazione, la sperimentazione e la diffusione di iniziative formative specificatamente indirizzate all'affermarsi dei principi della sostenibilità ambientale nell'azione pubblica di Governo;
- la predisposizione, la progettazione, la sperimentazione e la diffusione di servizi integrativi dell'azione formativa, ivi inclusi l'assistenza e l'affiancamento consulenziale alle amministrazioni e agli enti interessati;
- lo sviluppo e l'assestamento di una rete coordinata di centri di formazioni specializzati sulle tematiche ambientali, amministrative e/o contabili colle-gati alle diverse realtà locali, privilegiando e contribuendo a consolidare le esperienze positive già in corso;
- la predisposizione, la progettazione, la sperimentazione e la gestione di iniziative di sviluppo occupazionali, anche finalizzate alla gestione di servizi coerenti con l'oggetto sociale;
- la predisposizione, la progettazione, la sperimentazione e la diffusione, anche con mezzi telematici, di innovazioni di supporto, ivi inclusa la formazione a distanza, per l'affermarsi dei principi di sostenibilità ambientale nell'azione pubblica di governo;
- il contributo alla strutturazione di una rete europea sulla formazione a sostegno dei processi di governo pubblico dell'ambiente;
- la redazione di manuali e linee guida;
- la predisposizione, la progettazione, la sperimentazione e la diffusione di azioni di divulgazione e aggiornamento circa l'evoluzione normativa e metodologica, favorendo inoltre il dibattito sui principali temi di attualità;
- la progettazione e realizzazione di attività e servizi formativi, studi e ricer-che per i soci e per terzi;
- la raccolta di casi di studio di interesse comunitario, nazionale, regionale e locale;
- la realizzazione di un centro di documentazione aperto a operatori, studenti e residenti nelle aree protette, diffuso anche con mezzi telematici.
Le Associazioni potranno costituire nelle forme di legge organismi in grado di avvalersi di qualunque normativa di favore prevista da leggi nazionali, regionali o comunitarie al fine di sostenere finanziariamente economicamente i suoi scopi, e potranno partecipare, anche assumendo interessenze, a tutte le iniziative promosse da altri enti, pubblici o privati, regionali, nazionali od internazionali. (Il Denaro)

L'accordo è stato firmato con le università di Roma e Napoli. Parla il presidente Tarallo

Cilento - Parco: nasce il centro sulle biodiversità

VALLO. Anche nei Parchi va fatta ricerca scientifica. E l'ente Parco del Cilento e Vallo di Diano retto da Tarallo (foto) sarà partner, assieme alle Università di Roma e Napoli, di un progetto per la creazione di un centro di ricerca sulla ''biodiversità, la fitosociologia ed ecologia del paesaggio nel bacino del Mediterraneo''. La sede sarà alla Sapienza di Roma ma le attività saranno svolte presso i tre enti coinvolti, Vallo della Lucania compresa, e i risultati applicabili in altre realtà italiane. Cofinanziatore il Ministero della Ricerca Scientifica. L'accordo è stato firmato presso il Dipartimento di Biologia vegetale dell'Università di Roma da Tarallo, dal rettore D'Ascenzo e dal rettore della Federico II Trombetti. «Con quest'atto - spiega una nota - la materia della biodiversità acquisterà nuova valenza poiché la creazione del centro unirà le competenze di studiosi ed esperti del settore non solo per le attività di ricerca ma anche per la sperimentazione di metodologie innovative». La struttura si occuperà di ricerche sperimentali per l'individuazione delle linee guida per la gestione delle aree protette, la divulgazione e la didattica sui temi della conservazione della biodiversità e la predisposizione di percorsi di formazione nazionale e internazionale. Le attività del centro coinvolgeranno i residenti, e in particolare i più giovani. «La realizzazione del centro - spiega Tarallo - s'innesta nel quadro delle azioni sulla conservazione della natura, sulla biodiversità e sull'ecologia del Paesaggio che avranno positive ricadute sul territorio anche attraverso la formazione specialistica che sarà erogata ai giovani residenti del Parco».

La Maddalena - I pescatori in crisi: rovinati dal parco

«L’istituzione del Parco dell’arcipelago di La Maddalena e dell’Area marina protetta di Tavolara-Capo Coda Cavallo ha segnato l’inizio di una crisi che ci sta distruggendo come operatori del mare, come padri di famiglia e come cittadini di un paese che ha basato gran parte della sua economia sulla pesca ed ora non vi può più fare affidamento».
Edoardo Varchetta, rappresentante e portavoce del Comitato di base dei pescatori di Golfo Aranci, esprime con chiarezza il fermo dissenso della categoria rispetto a metodi e strategie messi in atto dalla politica perché si trovi una soluzione ad una situazione ormai insostenibile. Nel corso dell’ultima riunione, avvenuta nella sala consiliare del Municipio, con la partecipazione del sindaco, Sergio Memmoli, del consigliere Fasolino, e di Alessio Pasella, presidente del Movimento sardo pro territorio, le posizioni tra amministrazione e pescatori sono apparse divergenti. L’amministrazione è orientata a trattare con i sindaci di La Maddalena, Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro per far passare una deroga che consenta ai pescatori golfarancini di pescare nelle aree parco consentite, al pari di quelli dei comuni interessati.
A parte gli impedimenti insiti nella legge 394, che è alla base della istituzione di parchi e aree protette, la deroga non pare che trovi unanime accoglienza tra gli amministratori dei comuni che per istituire le aree parco hanno conferito parti, a volte anche cospicue del loro territorio. Il Comitato di base ed il Movimento, in ogni caso, ribadiscono la loro contrarietà alla istituzione di parchi e aree protette e, quindi, di farvi parte.
E in proposito ricordano che questa posizione è stata chiaramente espressa con un precedente documento corredato di ottocento firme di cittadini di Golfo Aranci. (L’UnioneSarda)

Parco del Ticino in difesa del patrimonio idrico

"Acqua e territorio: anno internazionale delle risorse idriche". È il convegno al quale parteciperà il Parco del Ticino

(10 ottobre 2003) "Acqua e territorio: anno internazionale delle risorse idriche". È il titolo del convegno che si svolgerà al Museo del tessile di Busto Arsizio domani sera. All'incontro parteciperà anche Maurizio Maggioni, vicepresidente del Parco del Ticino e consigliere del direttivo nazionale di Federparchi. L'incontro si svolgerà nell'ambito della prima edizione della Festa della Fotografia, organizzata dall'Associazione Click Art's.
Mai come quest'anno il problema dell'acqua è stato così dibattuto e il problema è molto sentito dal Parco del Ticino.
«Il fiume Ticino attraversa una crisi difficile causata dagli apporti inquinati dell'Arnetta e della provincia di Milano - dichiara Maurizio Maggioni - a cui si associano i fenomeni siccitosi. Il Parco del Ticino proporrà degli interventi mirati per affrontare questa situazione».
Al convegno parteciperà inoltre Michele Presbitero, segretario generale dell'Autorità di Bacino del Po e nella scorsa estate a capo della cabina di regia che gestì l'emergenza siccità nelle aree attraversate dal Fiume Po. Seguiranno le diaproiezioni "Aironi, eleganza e poesia" e "Cosa ti svela il Po". (Varese News)

Tutti a lezione di buon gusto

Presentata un'iniziativa promossa dall'Ente Parco della Murgia materana in collaborazione con l'Istituto alberghiero
Un corso per valorizzare gli antichi sapori delle produzioni locali

MATERA Lo hanno chiamato corso di arte del buon gusto e si prefigge lo scopo di riportare alla ribalta la cucina tipica della Murgia, quel selvaggio territorio a cavallo tra il Materano ed il Barese fatto di gravine, anfratti, paesaggi alcuni brulli, altri lussureggianti, ma anche carico di storia per una presenza dell'uomo che si perde nella notte dei tempi. E le tracce di questo passaggio si leggono ancora oggi. Un'area ricca di testimonianze del passato che ha vissuto e continua a convivere con un'agricoltura povera, le ultime tracce di un come eravamo fino a qualche decennio addietro.
Nei campi strappati all'ossessiva e accecante presenza del tufo, si coltivano cereali, legumi, poche verdure e qualche ortaggio; nelle stalle si allevano maiali, capre, pecore, galline. Con questi ingredienti gli abitanti della Murgia imbandivano, si fa per dire, le loro tavole preparando piatti modesti, ma carichi di fierezza contadina. Un fai da te unico, esasperato, quasi da sopravvivenza. Ma quanto fascino in quei sapori quasi dimenticati.
Così dall'ente parco della Murgia materana parte una campagna per la riscoperta di quelle antiche pietanze, partner tecnico, è il caso di dire, l'Istituto professionale alberghiero «Antonio Turi» di Matera. In sette lezioni riservate a 16 allievi, alcuni apprezzati chef, insegnanti di cucina nella scuola, Giacinto Chiancone, Franco Colonna, Michelangelo Ferrara, insegneranno il confezionamento di pietanze che sembrano appartenere alla preistoria della cucina: orecchiette e cime di rape, peperoni cruschi fritti, fave e cicorie, polpette di pane al sugo, funghi cardoncelli trifolati, cialledda calda e fredda, cavatelli con cicorie, cicorie alla cardinale, cotiche di maiale con fagioli, pecorino e scamorza arrostiti, lasagne ricce al forno, capunti con vin cotto, baccalà al forno con patate. Il primo appuntamento di questa sfida ai fornelli sulle tracce di sapori dimenticati è per il 24 ottobre e si ripeterà ogni venerdì fino al 5 dicembre. Quota di partecipazione a carico dei partecipanti, 90 euro. Una somma analoga sarà invece impegnata dalla presidenza del Parco. Una più l'altra serviranno a fronteggiare le spese per l'acquisto degli ingredienti. Le iscrizioni vanno indirizzate all'Ente parco Murgia materana in via Sette Dolori, 10. Telefono 0835-336.166. Tra uomini e donne che hanno opzionato il corso la presenza è quasi paritaria. Fa colpo la scelta di un ragazzo di 14 anni animato dalla voglia di cucinare...alla murgiana. Per uno della sua età...! Al termine delle lezioni, è prevista una sfida tra i 16 partecipanti divisi in 4 gruppi. Ad esaminarli saranno alcuni tra i più affermati chef della città.
L'iniziativa, che si inserisce nel Parcomurgia festival 2003, manifestazione iniziata a marzo che sta riscuotendo un notevole successo, è stata presentata dal presidente dell'Ente parco, Roberto Cifarelli, e dal prof. Massimo Coretti in rappresentanza dell'Alberghiero. «Alla fine del corso - ha annunciato Cifarelli - pubblicheremo una dispensa in cui saranno indicati ingredienti e modalità di preparazione delle 14 ricette con tanto di sequenza fotografica per meglio spiegare le varie fasi». (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Parco del Pollino: due seminari sul progetto Nipp

COSENZA. Si svolgeranno oggi e domani, rispettivamente a Senise e a Castrovillari, i seminari organizzati dall'Ente Parco Nazionale del Pollino e da Sviluppo Italia nell'ambito del Progetto NIPP (Nuove Imprese Parco del Pollino). I momenti di formazione e informazione sono rivolti sia alle imprese esistenti - e si svolgeranno il 10 e il 11 ottobre mattino, alle ore 9, a Senise e a Castrovillari - e alle nuove imprese - il 10 e il 11 ottobre pomeriggio, alle 15, sempre a Senise e a Castrovillari. A Senise presso il Centro polifunzionale della Comunità montana "Alto Sinni" e a Castrovillari presso il Protoconvento francescano. Il seminario per le imprese esistenti, denominato "Reti di imprese e marchio per gli operatori del settore agroalimentare del Parco" riguarda l'asse V.I.E. (Valorizzazione delle Imprese Esistenti). Sulla base delle indicazioni evidenziate dalla precedente fase di ricerca i seminari rappresentano, per le imprese operanti nell'area Parco - si legge in una nota - momenti di formazione e informazione finalizzati alla qualificazione del prodotto/servizio e al sostegno delle performance commerciali sperimentando politiche di co-marketing. Il seminario per le nuove imprese, "Strumenti finanziari per le nuove imprese" è finalizzato a stimolare la propensione al lavoro autonomo ed all'auto imprenditorialità, quali risposte alla domanda di occupazione e di sviluppo locale. Il progetto NIPP prevede in totale nove seminari. Tre cicli di seminari da replicare in entrambi i versanti, lucano e calabrese, per un totale di sei; due seminari sul Marchio del Parco (uno per versante) e un seminario di "follow up". I seminari per le nuove imprese mireranno, in particolare - attraverso un approccio interattivo - a sviluppare un "senso critico imprenditoriale". I partecipanti saranno guidati alla riflessione su ciò che vuol dire fare impresa, su cos'è un business e come lo si affronta, su come può cambiare il mercato costringendo a ricercare nuove opportunità. L'attività d'aula, condotta da docenti qualificati, supportati da manager ed imprenditori, in qualità di testimoni privilegiati, sarà improntata a metodologie innovative e vedrà la partecipazione attiva dei destinatari. (Giornale di Calabria)

Parco Mincio, sorvegliato speciale

MANTOVA — Un allarme tempestivo ha evitato che Sparafucile finisse in fumo, è crollato solo il tetto, con 100mila euro di danni. E siamo a tre. Da quest'estate a mercoledì sera sono ormai tre gli incendi che si susseguono entro i confini del Parco del Mincio, senza contare un evidente caso di vandalismo - sempre nelle scorse settimane - quando furono segati via i pali di un piccolo molo d'attracco, a Rivalta sul Mincio.
E le polemiche? Vogliamo dimenticare le polemiche che inseguono questo presidente da quando si è insediato, tanto da far sembrare il Parco più simile a una polveriera? «Sono certo che non ci sono collegamenti fra tutti questi eventi. Non c'è collegamento neppure tra gli incendi: qualcuno ha gridato al piromane, ma io non ci credo. Ed è anche ora di fare chiarezza», dice Ariodante Franchini, alla guida dell'ente regionale. Liquidata la bagarre relativa ai confini del Parco, che verranno modificati su richiesta di alcuni dei Comuni che fanno parte del Consiglio d'amministrazione, come pura speculazione politica («Io sono un tecnico, e non ho coperture di altro genere. Quindi sono meno manovrabile di altri e posso dare fastidio per questo»), Franchini si concentra su quanto accaduto sul territorio. E mette dei distinguo: «Io sono sinceramente convinto che gli incendi della scorsa estate siano stati originati dal gran caldo, oppure dalla disattenzione di qualche turista, che non va giustificata, ma è lontana dall'intenzione criminale di un piromane. Diverso è il discorso dell'incendio di mercoledì sera, che è certamente doloso, alla Torre di Sparafucile».
Che sarà pure un edificio più legato al folklore popolare che ad altro (Sparafucile era il sicario del "Rigoletto" verdiano), ma che comunque resta un palazzotto del Trecento, di proprietà demaniale e sul quale da anni Comune e Stato hanno ingaggiato una battaglia per il suo possesso: il Comune ha offerto 200mila euro, lo Stato ha risposto con un'asta per la sua gestione, andata deserta.
Chiedeva 55mila euro per sei anni di concessione, e non c'è stato alcuno che abbia trovato la proposta interessante. «Mi sto ristudiando le leggi, ma sono certo che sia obbligatoria la tutela dei territori demaniali. Da anni, ormai, Sparafucile è diventata la casa di sbandati, italiani e stranieri; inoltre, tutt'intorno prospera la prostituzione maschile e femminile. Insomma, è terra di nessuno. Quello che vorrei sapere è come mai non fosse stato messo un segnalatore antifumo in un edificio storico, e come mai si è lasciato che le cose degenerassero fino a questo punto. Entro l'anno inizieranno i lavori di Comune e Parco per il recupero della zona, a favore del parco periurbano, e allora sono certo che le cose cambieranno. Ma la situazione non avrebbe dovuto precipitare comunque». (Il Giorno)

Il parco Adamello approvato in giunta

BRENO — Un importante passo avanti per la nascita del Parco Naturale dell'Adamello. I progetti di legge per la creazione del nuovo territorio protetto, infatti, sono stati avviati dalla giunta regionale successivamente all'approvazione del piano territoriale di coordinamento. L'iter amministrativo necessario per istituire la riserva naturale prevede ancora due passaggi, tra cui un esame in sede di Consiglio regionale, affinché il progetto di legge diventi una norma a tutti gli effetti.
Il Parco Naturale dell'Adamello, che si estende per oltre 21.000 ettari e occupa il 40% dell'omonimo parco regionale, è situato nel centro delle Alpi Retiche. L'area del parco si sviluppa nel territorio della Comunità montana di Valle Camonica, interessando ben 14 Comuni. Torbiere del Tonale, Val Gallinera, Ghiacciaio dell?Adamello sono sono alcune delle 13 località di importanza comunitaria individuate nell'ambito delle direttive Ce e proposte dal ministero dell'Ambiente. Intanto, in attesa della nascita del nuovo parco naturale della Valle Camonica, il personale del consorzio forestale Alta Valle Camonica, sta per dare il via a un piano d'intervento previsto da un progetto del parco dell'Adamello. Quest'iniziativa prevede il taglio di vecchi arbusti, sostituiti subito con nuove specie, la bonifica delle zone in cui sono concentrati gli effetti nocivi per le piante, che verrebbero altrimenti distrutte. E' prevista, infine, la messa a dimora di 2.200 piantine di faggio, pioppo tremulo e nocciolo, oltre ad altri tipi di piante, al fine di creare fasce arboree di protezione di boschi. (Il Giorno)

Parco dell'Appennino Nominato il presidente

LUCCA — Con la firma del decreto da parte del ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, l'ex prefetto Raffaele Guerriero è il nuovo presidente del del Parco dell'Appennino Tosco-Emiliano. L'area protetta, a metà tra Toscana ed Emilia Romagna, comprende numerosi comuni montani delle province di Lucca, Massa, Reggio Emilia e Parma. Guerriero, 68 anni, di Reggio Emilia, ha alle spalle una carriera da Prefetto. (La Nazione)

Mondiali di sci allo Stelvio Il governo boccia il Parco

Svolta nell’organizzazione dei campionati in Valtellina. Protestano gli ambientalisti - «Niente commissario, ma il potere sui lavori va ai comitati di gestione»

MILANO - Non ci sarà il commissario ad acta per il Parco dello Stelvio che l’assessore regionale Franco Nicoli Cristiani aveva chiesto al ministero dell’Ambiente: niente più sostituto del presidente Arturo Osio, dunque, per quanto riguarda le decisioni sui mondiali di sci del 2005 e, più precisamente, la realizzazione dell’impianto di risalita che dovrà servire la pista di Santa Caterina Valfurva, ampliata (sacrificando 2.800 abeti) per ospitare le gare femminili. Dopo le tempestose giornate di settembre - quando il lungo contrasto tra Parco e Regione era sfociato in quella richiesta di un commissariamento che al Pirellone si dava per scontato - questa notizia, ieri, sembrava segnare un punto in campo ambientalista. Ma, a pomeriggio inoltrato, ecco un nuovo scenario, delineato nelle sette pagine di un documento spedito da Roma alla Regione, al direttivo del Parco e ai tre Comitati di gestione del Parco stesso (lombardo, trentino e altoaesino). «Il commissario? Non si fa più perché non serve più - è la spiegazione sbrigativa dell’assessore Franco Nicoli Cristiani. -. Dal ministero abbiamo ottenuto l’autonomia dei comitati: vuol dire che, come prevede la legge istitutiva del Parco, d’ora in poi saranno loro e non il direttivo a rilasciare le autorizzazioni». Per la Lombardia, presidente del Consorzio di gestione è proprio il sindaco di Santa Caterina, Idilia Antonioli: accusa Osio di ritardi e inadempienze che avrebbero ostacolato i nuovi impianti e, quindi, lo sviluppo economico della zona. «Ora stiamo rivedendo il progetto dei nuovi impianti -conclude Nicoli - perchè vogliamo comunque rispettare le esigenze dell’ambiente. E in 48 ore spero di aver trovato la soluzione definitiva».
«Il commissariamento non si poteva fare da un punto di vista giuridico perchè, nei confronti del direttivo, non sarebbe stata in piedi quell’accusa di inadempienza che è necessaria per esautorarlo. E allora è stato fatto molto di più» dice Giovanni Bettini, esperto di idrogeologia, rappresentante di Legambiente e membro del direttivo dell’area protetta. E spiega: «Questo è un editto di smembramento del Parco, che apre la porta ai grandi progetti: dopo i Mondiali, ci sono quelli riguardanti Pejo 3000 nel Trentino e altri nuovi impianti sul ghiaccio dello Stelvio. Questa direttiva del ministero affida i poteri di valutazione, di autorizzazione e di concedere nulla osta a ciascun comitato: dunque le decisioni saranno localistiche, non più affidate ad un presidente garante della tutela dell’intera area protetta. Un fatto tanto più grave perchè siamo anche alla vigilia di una serie di incontri che, a Roma, vedranno in discussione i confini del Parco».
Sembra meno pessimista, invece, l’uomo al centro di questa lungsa vicenda, Arturo Osio, da 5 anni presidente del Parco, un punto di riferimento del movimento ambientalista italiano. «Non si tratta di una direttiva, anzitutto, ma di un’interpretazione del Ministero fatta nell’ambito della vigilanza sulle nostre delibere. In questo caso, rettificando una nostra decisione di luglio (che peraltro era stata già approvata: ma dopo il nostro no alla stazione intermedia della cabinovia l’atteggiamento è cambiato), dal ministero ci dicono che i dirigenti dei Comitati di gestione devono avere più poteri. Ma su quali fondamenti? Si vede bene quanto una valutazione simile sia viziata da interessi che non sono certo quelli del Parco». Tra poco, probabilmente, arriverà il momento delle carte da bollo: «Stiamo valutando gli aspetti giuridici della questione. Ma certo - conclude Osio - è ben triste vede un ministero e un assessorato che dovrebbero tutelare l’ambiente andare contro gli interessi del Parco e delle comunità che lo abitano». (Corriere della Sera)

Mantovan: «Il parco del Delta congelerà le attività della pesca»

Virginio Mantovan, delegato pesca dell'amministrazione Mancin, durante l'incontro, svoltosi nei giorni scorsi, sul patto per lo sviluppo del distretto del settore ittico ha voluto soffermarsi su un argomento molto importante: il Parco del Delta: «E' giusto dare un marchio al distretto ittico di Rovigo ma, con cautela ed attenzione, poiché, a causa dell'Ente Parco, questo marchio rischia di essere congelato. Invece di creare uno sviluppo nell'ittico, il Parco lo congelerà.
Questo non lo dico io ma c'è la Bozza del Piano Ambientale del Parco che parla: questo congelerà qualsiasi tipo di attività nel mondo della pesca poiché la vieta e la controlla. In più congelerà tutto l'apparato occupazionale eliminando così ogni forma di sviluppo. Nel momento in cui andrà in vigore il piano del parco, l'apparato organico della pesca sarà congelato e gli addetti ai lavori che andranno in pensione non saranno poi sostituiti». «Le associazioni di categoria ed il mondo pesca — continua Mantovan — hanno protocollato un documento dove hanno scritto che, dopo aver letto la bozza del piano ambientale, è emerso che la legge sul parco, la 394/91, mette in ginocchio il mondo dello sviluppo. Qui non si tratta di essere contro o pro il parco, c'è la necessità di togliere dalle legge 36 tutti i riferimenti della 394/91, la legge va cambiata». Il rappresentante del Distretto, Barbin ha affermato che prenderà in considerazione questo suggerimento: «Ne farò tesoro – ha risposto – e ne valuteremo ogni aspetto». Ha poi preso la parola il direttore del Consorzio per lo Sviluppo, Alessandro Monini: «Credo che per la nostra economia — ha concluso — questo distretto potrà essere un opportunità per fare squadra. Rappresenterà un punto di eccellenza nell'economia».
(Il Resto del Carlino)


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