Rassegna del 09 Ottobre 2003

Una grande alleanza per fermare il condono edilizio

Costruttori, sindacati, Comune e Legambiente inviano una lettera aperta a tutti i parlamentari.

Alleati contro il decreto che come un colpo di spugna minaccia di cancellare tutti gli abusi. Costruttori, sindacati confederali, Legambiente e Comune di Roma hanno sottoscritto e inviato una lettera aperta ai parlamentari di tutti gli schieramenti politici. A tenere insieme sigle di diversa estrazione la speranza trasversale di fermare in extremis la sanatoria. «Con grandi sforzi ci avviamo a perfezionare il nuovo Piano regolatore - ha spiegato, ieri mattina, presentando nella Sala del Carroccio il documento l’assessore all’Urbanistica Roberto Morassut - ma con il condono dalla politica nazionale ci arriva un segnale in totale controtendenza». Il condono prossimo venturo sarà il terzo nell’arco di 18 anni. «In 40 anni metà della città è stata costruita abusivamente e di queste costruzioni ne è stato demolito soltanto l'un per mille», ha denunciato, Silvano Susi, presidente dell’Acer. La strada da seguire resta la concertazione abbinando «la repressione degli abusi ad una efficace politica per garantire il diritto alla casa». Linea pienamente condivisa da Luigi Nieri, assessore alle Periferie. Che ha rinnovato e amplificato l’allarme:«L'abusivismo edilizio ha distrutto intere aree della periferia, dall'agro romano all'archeologia del suburbio, invade ora i anche le aree più pregiate e storiche, come i parchi. Non si può permettere un simile scempio». In prima fila contro la sanatoria anche Dario Esposito, assessore capitolino all’Ambiente: «Il Comune porrà in essere ogni azione anche nelle sedi giudiziarie per il risarcimento dei danni derivanti all’Amministrazione da ogni illecito». La lettera aperta riassume in 7 punti i motivi per cui dire no al condono: i costi per i Comuni, costretti a spendere 3 volte di più in infrastrutture per gli immobili illegali rispetto a quanto incassano con la sanatoria; per l' ambiente; per l' imprenditoria legale; per la sicurezza degli stabili; per i lavoratori, visto l' aumento del reclutamento in nero.
Sul condono edilizio è intervenuto anche Francesco Sannino, segretario generale Feneal-Uil di Roma e Lazio che ha sollecitato «un'iniziativa congiunta delle parti sociali per no al provvedimento» e il segretario confederale della Cgil Roma-Lazio, Claudio Di Bernardino, sollevando un altro dei problemi storicamente connessi all’abusivismo: il lavoro nero. «Dei 130mila lavoratori edili nel Lazio, solo 60mila sono iscritti alle casse edili mentre il restante 50% lavora in nero o in grigio». (Il Messaggero)

La ricerca sulle biodiversità per preservare il territorio

NASCE UN CENTRO DI RICERCA NEL PARCO DEL CILENTO E VALLO DI DIANO

Un Centro interuniversitario di eccellenza per la ricerca sulla biodiversità, la fitosociologia e l’ecologia del paesaggio nel Bacino del Mediterraneo, sarà operativo a breve. A Roma, ieri, presso il Dipartimento di Biologia vegetale dell’Università “La Sapienza”, il presidente dell’Ente Parco del Cilento e Vallo di Diano Giuseppe Tarallo ha firmato un accordo di programma per la realizzazione del nuovo Centro.
L’accordo fra il legale rappresentante dell’Ente Parco e i rettori delle Università La Sapienza di Roma e Federico II di Napoli, Giuseppe D’Ascenzo e Guido Trombetti, s’inserisce nel panorama delle previsioni della Legge quadro sulle aree protette che stabilisce che,fra i compiti istituzionali dei Parchi nazionali, vi è la promozione della ricerca scientifica interdisciplinare.
Con quest’atto la materia della biodiversità acquisterà una nuova valenza ed un nuovo protagonismo poiché la creazione del Centro unirà le competenze di studiosi ed esperti del settore, anche di livello internazionale, non solo per le attività di ricerca ma anche per la sperimentazione di metodologie innovative. Il Centro di eccellenza, cofinanziato attraverso un bando del ministero dell’Università e della ricerca scientifica approvato nel 2000, sarà ubicato, ai soli fini amministrativi ed organizzativi, presso l’Università di Roma “ La Sapienza”, ma le varie attività saranno svolte presso le sedi delle tre istituzioni firmatarie. Tra le molteplici attività di cui si occuperà il Centro vanno menzionate le ricerche sperimentali per l’individuazione di linee guida per la gestione naturalistica delle aree protette, per la divulgazione e la didattica sui temi della conservazione della biodiversità e la predisposizione di percorsi di alta formazione nazionale ed internazionale. “La realizzazione del Centro - spiega Tarallo — s’innesta nel quadro delle azioni sulla Conservazione della natura, sulla biodiversità e sull’ecologia del paesaggio che stiamo portando avanti e che avranno delle positive ricadute sul territorio anche attraverso la formazione specialistica che sarà erogata ai giovani residenti del Parco”. (Il Denaro)

Nel Parco, a fronte di 20 abbattimenti, in crescita le istanze di condono

Cemento illegale, aumentano i casi nel Cilento

VALLO DELLA LUCANIA
. Nella Campania leader del cemento illegale, 5.925 case abusive solo nel 2002, neanche le aree protette si salvano dal mattone selvaggio. E' la conclusione rassegnata dal Rapporto Ecomafia 2003 di Legambiente sulla base dei dati Cresme e di alcune valutazioni dei magistrati. Il voluminoso documento riporta a titolo di esempio uno stralcio del discorso tenuto dal procuratore generale di Salerno, Vincenzo Verderosa, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. «Presso il Tribunale di Vallo della Lucania - ha detto - si è evidenziato un inquietante aumento dei fenomeni legati ai reati di tipo ambientale, e specificatamente alle violazioni in materia edilizia e urbanistica. L'azione di contrasto, che ha portato a demolizioni anche rilevanti sotto il profilo dell'impatto ambientale ha dovuto segnare il passo, una volta che si è diffusa la voce di un possibile condono con un effetto moltiplicatore dei reati». E' bastata insomma la voce della sanatoria per incrementare il diffuso fenomeno della costruzione selvaggia, senza titoli né concessioni edilizi. Un fenomeno crescente, diffuso lungo le coste, incentrato sul mercato delle ''seconde case'' e che ha fatto un «vero e proprio salto di qualità», secondo il Rapporto Ecomafia, «nelle aree di pregio, come i parchi e le aree protette». La motivazione è che nelle aree vincolate un immobile vale il 20-25 per cento in più di un ''gemello'' costruito in zona meno pregiate, e «nella disattenzione e il ritardo nell'attualizzazione degli strumenti urbanistici, in particolare dei Piani regolatori». Questa tendenza viene stimata come attenuata proprio nel Parco del Cilento e Vallo di Diano per la crescente sensibilità di molti comuni che «hanno rivisto la loro politica ambientale». Se il Parco ha realizzato già 20 abbattimenti, una nota stonata viene dal numero di istanze di condono (dell'85 e del 94) giacenti nei comuni. I casi eclatanti nei dati dell'Osservatorio provinciale sulla legalità: Ascea (1.526 pratiche per 5.435 abitanti), Futani (301 domande per 1.344 abitanti), Trentinara (406 domande per 1.841 abitanti). Bassissima la percentuale di rigetto: 2-3 per cento. (La Città)

L'Arno a sud diventa un parco - Scatta il maxi progetto europeo

La Regione sta per dare il via al parco fluviale dell'Arno a valle di Firenze. La nuova area naturalistica, che va dal ponte della Vittoria fino alla confluenza con la Greve e comprende i territori di cinque comuni (con Firenze anche Scandicci, Lastra, Signa e Campi), è stata progettata da un gruppo tecnico coordinato da Giovanni Malin e Francesco Gurrieri ed è stata approvata dalle singole amministrazioni. Il parco metropolitano godrà di finanziamenti regionali e si inserisce come un cuneo tra il parco storico delle Cascine e quello dell'Argingrosso (oggi il Consiglio comunale terrà a battesimo la nuova azienda speciale che dovrà occuparsi della gestione delle Grandi Cascine) e collegherà senza soluzione di continuità due parchi più a valle, il Chico Mendes di Campi e i Renai di Signa.
Il parco dell'Arno è un progetto europeo presentato dal comune — si chiama RiverLinks — ed è l'unico italiano approvato dalla Ue attraverso il programma di iniziativa comunitaria «Interreg III C-Sud» e finanziato con 450mila euro. Di questo si parla oggi con i rapprentanti delle città europee partner del progetto, che sono Belgrado, Brema, Bordeaux, Dresda, Siviglia e Tallin, e che offriranno la loro esperienza nel rapporto tra città e fiume. I lavori di RiverLinks si tengono oggi e domani nel Palagio di Parte Guelfa, presenti l'assessore regionale Franci, il vicesindaco Matulli, il vicepresidente della Provincia Certosi, gli assessori Bugliani, Tani e Biagi e si apriranno con l'intervento del direttore dell'Ufficio Parchi urbani e metropolitani del Comune Giovanni Malin.
L'Arno, che fino all'Ottocento era visto come una risorsa in quanto luogo di imprese che lavoravano con l'acqua o con la forza dell'acqua, ma anche via di comunicazione, è diventato invece nell'ultimo mezzo secolo motivo di preoccupazione per il forte inquinamento e il pericolo di inondazioni. I nuovi sistemi fognari e di depurazione e le opere di regimazione hanno ora reso al fiume il suo carattere amichevole. Perché allora non utilizzare le sponde come giardini, campi sportivi o addirittura come spiaggia attrezzata?
E il progetto, in via di realizzazione, prevede proprio di riqualificare le sponde e le aree vicine con percorsi pedonali e piste ciclabili e di realizzare un servizio di trasporto persone via fiume dalle Cascine a Lastra a Signa con otto fermate in altrettanti approdi da costruire. Le piste ciclabili lungo la Greve e l'Ema collegheranno le Cascine con il Galluzzo e Bagno a Ripoli cingendo la città in un anello.
Intanto, l'ente gestore delle Cascine grazie a due emendamenti del verde Papini oggi nasce dotato di un comitato scientifico e di valide competenze tecniche. (La Nazione)

Convivenza tra parchi e caccia Parlano gli esperti e gli operatori

Arcipelago Toscano

RIO NELL'ELBA — Il territorio della Provincia di Livorno, negli ultimi dieci anni, ha visto crescere considerevolmente le aree protette. A fronte di un notevole incremento di tali superfici si è registrato parallelamente una restrizione delle aree di caccia. Su questo problema si terrà domani alle 9,30 nei locali della Biblioteca Comunale di Rio Elba un apposito seminario di studio ”. Promossa dalla Provincia di Livorno, la giornata seminariale intitolata “Attività venatoria e Aree protette: quale futuro” si sarà aperta dall'intervento dell'assessore provinciale alla Caccia Franco Franchini. All'iniziativa interverranno tra gli altri Marco Apollonio del dipartimento Zoologia e Biologia dell'Università di Sassari, Luigi Boitani del dipartimento Biologia Animale dell'Università La Sapienza di Roma, il dirigente del dipartimento Tutela della Fauna della Regione Toscana Paolo Banti, il responsabile nazionale per le Politiche Venatorie di CIA Marino Berton, il vicepresidente nazionale della Federcaccia Massimo Cocchi,, Antonino Morabito del Settore Parchi di Legambiente Nazionale e il presidente nazionale ARCI Caccia Osvaldo Veneziano. (La Nazione)

«I vincoli del Parco sono limitati solo ai primi confini»

Castelli Romani - La polemica sui nulla osta preventivi

"Si tratta di un boomerang di straordinaria portata". Così, il commissario straordinario del Parco dei Castelli romani, Marco Pani, commenta l'attacco portatogli dal capogruppo della Margherita alla Regione Lazio, Giovanni Hermanin, sulla questione dei nulla osta preventivi necessari per le attività svolte sul territorio del parco. In particolare, Hermanin ha diffidato il commissario straordinario a rilasciare i nulla osta in questione non solo per le attività svolte all'interno della perimetrazione provvisoria del parco stabilita con legge nei primi anni Ottanta e calcolata in 9.300 ettari, ma per tutte quelle riguardanti l'area più vasta disegnata dal commissario ad acta, Paolo Ravaldini, nel 1997, e che ha una superficie di 12.500 ettari.
"Va ricordato - spiega il commissario Pani - che la perimetrazione provvisoria, quella dei 9.300 ettari, è entrata in vigore regolarmente con legge regionale, mentre quella adottata dal commissario non è stata mai approvata dal Consiglio della Regione. Pertanto, come vuole il diritto, è chiaro che debba essere tenuta in considerazione la prima perimetrazione, che è prevista da una normativa di carattere primario, e non la seconda". In sostanza, il commissario richiama il principio secondo il quale i termini stabiliti da una legge, per non essere presi in considerazione, debbono venire abrogati o sostituiti con quelli dettati da un'altra legge e non da un atto di livello inferiore.
"Con tale impostazione - aggiunge il commissario del parco castellano - penso di aver stabilito in materia una situazione di legalità". Poi l'ultimo pensiero di Pani è rivolto al suo censore: "Per quanto riguarda la presa di posizione del consigliere regionale Hermanin - conclude - spero che essa sia dovuta ad errati consigli avuti. Mi dispiace solo che la disputa giunga in un momento particolare, quale è quello del rinnovo del Consiglio direttivo dell'Ente Parco".
(Il Messaggero)

Matese - Pit del Parco regionale, varato il progetto per le vie di collegamento

La Giunta provinciale di Caserta, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Daniele Ferrucci, approva la scheda tecnica del progetto denominato “Studio per il miglioramento della viabilità lungo le strade provinciali a servizio del Parco del Matese”. Il progetto, voluto dal presidente della Provincia Riccardo Ventre, confluirà nel Documento di orientamento strategico del Progetto integrato territoriale Matese, di cui si sta ultimando la redazione.
Con il Documento di orientamento strategico Regione, Provincia, Comuni, Comunità montane, Soprintendenze e Autorità di bacino individuano una serie d’interventi, strettamente coerenti e integrati fra di loro tanto, in linea con quanto richiesto dal Complemento di programmazione del Por Campania 2000/2006. “Lo studio - spiega l’assessore Ferrucci - serve a scattare una fotografia, la più nitida possibile, per proporre una serie d’interventi di valorizzazione delle infrastrutture che possano consentire una migliore fruibilità delle vie di collegamento al Parco regionale del Matese, e quindi un aumento dei flussi turistici”.
La proposta tiene conto dell’ istanza pervenuta dal mondo dell’associazionismo che nell’area del Parco raccoglie in un coordinamento trenta organizzazioni. Il progetto di ricerca, il cui costo è stimato in 120.000 euro si articolerà in 6 mesi, e sarà sviluppato in accordo con la facoltà di Scienze ambientali della Seconda università di Napoli.
“Questa ricerca - spiega il presidente Ventre - è in piena sintonia con l’idea forza del Pit del Parco del Matese che tende allo sviluppo durevole dell’area naturale regionale attraverso la conservazione della natura e la valorizzazione del territorio e delle sue risorse; proprio verso questo orizzonte eco-sostenibile s’indirizza l’indagine conoscitiva che svilupperà la Provincia per consentire tutti gli interventi ambientali da mettere in campo per rendere il Parco del Matese una significativa attrattiva nel panorama turistico italiano e internazionale”. (Il Denaro)

Centrosinistra: bordate su Misiti e sostegno al presidente Sagramola

Conero - La replica

In merito alle affermazioni di Misiti, sindaco di Sirolo, Margherita, Socialisti democratici italiani e Democratici di sinistra, replicano affermando di ritenere che il sindaco "parlasse come coordinatore di un partito (Forza Italia), e non certamente quale sindaco con la "S" maiuscola". E rimarcano che "la coalizione di forze politiche riformiste e moderate che lo contestano non si riconoscono nelle scelte sbagliate di edificare sul Monte Conero e sopra la Strada Provinciale". I cittadini del Conero ed in particolare i sirolesi, continuano, "sono sulla nostra linea, poiché nelle ultime elezioni Provinciali abbiamo conseguito insieme quasi il 65% dei consensi nonostante un attacco personale di Misiti ai candidati espressi dalle "nostre" forze politiche". L'elezione del vice presidente alla Provincia Sagramola "è una libera scelta dei rappresentanti delle comunità locali rappresentati da uomini del centro-sinistra all'interno del Direttivo del Parco del Conero". Una scelta istituiazionale "di garanzia" che il centro sinistra approva. (Corriere Adriatico)

"Ho fatto solo il mio lavoro"

Conero - L'ex presidente ha annunciato un libro contro i "rottamatori" della verità
Parco, l'assessore Amagliani respinge le accuse di Guzzini

Rottamatore della verità? "Non so se si riferisce a me, ma io questa cosa non la voglio commentare". Taglia corto Marco Amagliani, assessore all'Ambiente della Regione Marche. Non ha nessuna intenzione di scendere ancora in polemiche con Guzzini, che poche ore prima aveva annunciato le dimissioni dai Ds e un libro per ricostruire una vicenda per lui davvero molto tormentata.
Eppure tra quelli che dal suo punto di vista hanno smantellato i fatti per prenderne pezzi da riciclare Guzzini deve aver inserito anche l'assessore Amagliani. Una sorta di antagonista sul palco della querelle inscenata sullo sfondo del monte di Ancona. Anche lui possibile bersaglio delle critiche che l'ex presidente del Parco del Cònero dice di voler raccogliere in un volume. Un "quaderno dei dolori" per raccontare il dietro le quinte del "teatrino delle ipocrisie e delle frasi fatte". E per "tentare di chiarire", sono ancora parole di Guzzini.
Per l'assessore regionale all'Ambiente Amagliani non c'è un bel niente da chiarire. Almeno per quanto lo riguarda. "Non ho nulla da commentare", esordisce al telefono. Poi aggiunge. "Ho gestito tutta la questione dal punto di vista amministrativo", sottolinea tanto per sgombrare il campo da qualsiasi ombra di strumentalizzazioni politiche. E ancora: "Non sono mai stato spinto da nulla di personale e questo Guzzini lo sa bene". Di più. Dal punto di vista umano "mi spiace per come la vicenda si è conclusa". C'era un ruolo istituzionale da svolgere. La verità è stata cercata e raggiunta? "Io mi sono riferito ad atti amministrativi, ho dato le indicazioni che dovevo dare alla giunta, che ha approvato all'unanimità il percorso". Non solo. "Sulle mie posizioni si è schierato anche il consiglio provinciale", ricorda Amagliani. Poi si fa più esplicito. "Ho fatto quello che dovevo fare come assessore all'Ambiente". Punto e basta. Non vuole aggiungere altro su indici puntati contro, dichiarazioni al veleno, stilettate. Quanto ai prossimi capitoli della vicenda, l'assessore regionale Amagliani ribadisce di essere per il momento in una situazione di attesa. "Sto aspettando che il nuovo presidente riunisca la giunta esecutiva - spiega - con la quale ho intenzione di fare un incontro, per poi dire le cose da fare". Le armi della battaglia a colpi di atti e delibere sembra almeno per ora quietarsi. La Regione prova a riallacciare i contatti con l'esecutivo del Parco del Cònero, dopo il corto circuito che ha interrotto i rapporti negli ultimi mesi.
Intanto la segreteria provinciale dello Sdi esprime "soddisfazione per la ritrovata unità del centro-sinistra che ha permesso l'elezione del presidente del Parco del Cònero" e annuncia che "lavorerà con altre forze politiche perché analoga unità si realizzi per l'elezione della giunta esecutiva". La direzione comunale Udc di Ancona sostiene che la "vicenda del Parco del Cònero indica lo stato confusionale in cui versano le forze della sinistra". E considera il "supervincolo della Soprintendenza il peggiore dei risultati". (Corriere Adriatico)

Valter Zago eletto presidente di «Delta chiama Delta»

Valter Zago, presidente del Consorzio parco del Delta del Po è il nuovo presidente, neoeletto, dell'associazione «Delta chiama Delta».
E nella sua duplice veste ha aperto i lavori al convegno che si è tenuto ieri mattina alla sala polivalente di Palazzo Bellini a Comacchio.
«E' un appuntamento importante — ha commentato Zago — che evidenzia l'incidenza dei mutamenti climatici sul Delta, un territorio particolarmente sensibile ai cambiamenti».
E' stata inoltre approvata, dall'associazione «Delta chiama Delta», la carta di Comacchio che propone le linee di indirizzo per una corretta conservazione degli ambienti deltizi. Hanno salutato i numerosi convenuti anche il sindaco di Comacchio, Giglio Zarattini, e l'assessore provinciale al turismo Alessandro Pierotti.
Tema del meeting internazionale è stato «I cambiamenti climatici e gli impatti prevedibili sui Delta: una nuova sfida per la conservazione delle aree protette».
Le conclusioni sono state affidate al funzionario regionale Enzo Valbonesi, che ha ribadito l'importanza degli studi e della ricerca per la salvaguardia degli ambienti deltizi e della costa. (Il Resto del Carlino)

Osio resta al suo posto

Nuovo colpo di scena nell’intricatissima vicenda dei Mondiali di sci 2005
Niente commissario per il Parco dello Stelvio

Sondrio Poche settimane fa sembrava praticamente cosa certa che il presidente del Parco dello Stelvio, Arturo Osio, sarebbe stato sollevato dal suo incarico e sostituito da un commissario ad acta. Una decisione della Regione per superare un grosso ostacolo alla realizzazione delle opere necessarie in vista dei Mondiali di sci 2005: il fatto che il Parco avesse bocciato i progetti per la costruzione di una stazione di arrivo lungo il nuovo impianto di Plaghera. Ma del commissario ad acta nessuna traccia. Partita chiusa, dunque? Niente affatto. La Regione non intende rinunciare ai Mondiali e men che meno Valfurva. Mentre a Milano si cerca un’«intesa a largo spettro» con i vertici dell’area protetta, a Roma si prepara una circolare per fare chiarezza sulle procedure e sui compiti. Il documento, che dovrebbe essere firmato proprio dal direttore generale del ministero dell’ambiente, Cosentino, stabilirebbe che la competenza dell’approvazione di un progetto spetta ai dirigenti e in modo particolare a quelli del comitato di gestione (presieduto in questo caso da Idilia Antonioli, sindaco di Santa Caterina Valfurva), mentre al direttivo del Parco, e quindi al presidente Osio, competono gli indirizzi di tutela. In pratica ciò significa che nel caso Osio dovesse dare un parere negativo a un progetto, il dirigente potrebbe approvarlo a condizione che vengano rispettate le linee di tutela. (La Provincia di Sondrio)


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