Rassegna del 02 Ottobre 2003

Nomine nei Parchi Regione ancora battuta

Liguria - Il Tar ha sospeso il rappresentante indicato dalla giunta nel Beigua

Genova La querelle giudiziaria sulla nomina di esperti ambientalisti nei parchi naturali regionali dell'Antola, del Beigua e dell'Aveto si arricchisce di un nuovo elemento. Ieri il Tar Liguria ha sospeso anche la nomina di una rappresentante dell'associazione turistica Touring club, inserita dalla Regione nel direttivo dell'Ente Parco del Beigua.
Italia Nostra che sulle nomine ha ingaggiato un braccio di ferro con la Regione esprime soddisfazione per il nuovo pronunciamento. «Era stata ignorata - dice - la regolare designazione del noto ambientalista savonese Marco Piombo, esperto di problemi di agricoltura, anch'egli indicato dalla maggior parte delle associazioni ambientaliste italiane ai sensi dello statuto del parco che esclude la possibilità di indicazioni di una singola sigla». Si tratta, secondo Italia Nostra
di una nuova puntata giudiziaria del costoso braccio di ferro ingaggiato dalla Giunta regionale che si arroga il diritto
di scegliere in via discrezionale la nomina di almeno uno dei due esperti ambientalisti che, in base allo statuto di ogni ente parco, siedono all’interno del consiglio direttivo. «Un accanimento motivato, si pensa, dalla volontà di garantire al meglio maggioranze precostituite in occasione del varo di delicati regolamenti urbanistici o di fruizione (piani dei parchi, piani faunistici, regolamenti vari)». I due esperti ambientalisti nei parchi Aveto, Beigua e Antola devono essere designati «congiuntamente, rileva Italia Nostra, dalle maggiori associazioni di protezione ambientale. Così al posto di Piero Villa aveva nominato un rappresentante dell’associazione Ecoclub, una costola della Federcaccia. Stesso copione nel Parco dell’Aveto per il quale la Regione già sconfitta dal Tar, si è vista rigettare l’appello al Consiglio di Stato. «Anche in questo caso un rappresentante di Ecoclub era stato preferito a Anna Maria Castellano, naturalista chiavarese
designata da WWF, Italia Nostra, Pro Natura, Lipu e Legambiente. (Il Secolo XIX)

Giunta/Fondi per la cultura e per i parchi e le riserve naturali

L'AQUILA - La Giunta regionale ha stanziato 1,4 milioni di euro per i Comuni che gestiscono riserve naturali. Lo ha reso noto l'assessore all'Ambiente, Massimo Desiati. Aree interessate: riserve naturali Sorgenti del Pescara, Lago di Penne, Zompo lo Schioppo, Castel Cerreto, Lago di Serranella, Monte Genzana, Calanchi di Atri, Gole del Sagittario, Abetina di Rosello, Punta Aderci, Gole di San Venanzio, Pineta Dannunziana, Cascate del Verde, Lecceta di Torino di Sangro, parchi territoriali Fiume Fiumetto, Vicoli, Annunziata.
L’assessore alle Attività culturali, Bruno Sabatini, ha invece annunciato che con 70mila euro saranno finanziati progetti editoriali di case editrici abruzzesi e che la Giunta ha approvato il Piano annuale 2003 per attività culturali (300mila euro). (Il Messaggero)

Oasi naturali nei parchi Adamello e Alto Garda

La Giunta regionale ha dato il via libera ai progetti di legge per l’istituzione di due «Parchi naturali» all’interno di quelli regionali
Aree altamente protette e completamente vietate alla caccia, dove verranno promossi studi e ricerche

Un’oasi all’interno dell’oasi. Un angolo di paradiso in quello che rappresenta già di per se una sorta di eden protetto. Nella provincia di Brescia nasceranno due Parchi naturali nel cuore dell’Adamello e dell’Alto Garda Bresciano. La Giunta regionale - su proposta dell’assessore alla Qualità dell’Ambiente, Franco Nicoli Cristiani - ha varato martedì sera i progetti di legge per l’istituzione di due parchi naturali all’interno dei parchi regionali già esistenti. Il provvedimento segue l’approvazione dei rispettivi Piani territoriali di coordinamento (Ptc), che vennero approvati nell’ottobre 2001 per l’Adamello e nell’agosto 2003 per l’Alto Garda. I due progetti di legge nelle prossime settimane, dovranno passare l’esame del Consiglio regionale prima di diventare vera e propria legge regionale. All’interno dei parchi regionali nasceranno quindi due aree altamente protette, di elevato valore naturalistico e ambientale. Un passaggio importante, che permetterà alle direzioni dei parchi di avere diretta competenza sulla gestione delle politiche faunistiche, su metodi e modi di intervento per la ripolazione e la conservazione attiva. Di attingere a nuovi fondi previsti dalla legge nazionale 394. L’area sarà vietata alla caccia, e verranno istituite «riserve integrali», entro i cui confini sarà consentito l’accesso solo per lo svolgimento di attività scientifiche. Soddisfatti i direttori dei due parchi regionali, Vittorio Ducoli (parco dell’Adamello) e Beatrice Zambiasi (Parco Alto Garda): «È il riconoscimento che in questi parchi bresciani vi sono interessi naturalistici di primaria importanza». (Giornale di Brescia)

Si restringono le aree protette

Lombardia - Parchi: avanza il piano regionale
Botta e risposta sul condono edilizio

La Giunta regionale della Lombardia ha approvato il 30 settembre la proposta di progetto di legge relativa all'istituzione dei Parchi naturali dell'Alto Garda Bresciano e dell'Adamello. Si tratta di un passo in avanti, rispetto alle proposte che erano state elaborate alcuni anni fa. In pratica, all'interno dei due parchi regionali già esistenti e basati su legge regionale del 1989 (un'estensione di circa 50.000 ettari per il Parco dell'Adamello e di poco più di 35.000 ettari quello gardesano) verranno istituiti i due parchi naturali, estesi per poco più di 21.000 ettari quello dell'Adamello e poco meno di 6.000 quello del Garda bresciano. Nei perimetri di queste aree più piccole vigeranno normative più restrittive rispetto a quelle applicate nella superficie restante dei parchi regionali.
A questo punto, dopo l'approvazione del progetto di legge da parte della Giunta, è indispensabile la successiva approvazione da parte del Consiglio Regionale.
I 5.600 ettari di territorio altogardesano, che andranno a fare parte del Parco naturale, rientrano nella ben più ampia superficie di proprietà dell'Azienda Regionale delle Foreste della Lombardia in questa zona, che si estende su circa 11.000 ettari.
L'area interessata dal Parco naturale è collocata in alta Valvestino, con qualche lingua di terra che si allarga sui territori di Gargnano, Tremosine e Tignale. Il progetto di legge approvato dalla Giunta della Regione è composto da otto articoli che elencano gli obiettivi e le finalità: tutela della biodiversità, conservazione e incremento delle potenzialità faunistiche, floristiche, vegetazionali, geologiche, idriche, paesaggistiche; garanzia di un uso dei suoli compatibile con le qualità naturalistiche, conservazione e ricostruzione dell'ambiente, salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici, architettonici e delle attività agro silvo pastorali e tradizionali.
Serve, quindi, un Piano del Parco fino alla cui approvazione, nell'area a Parco naturale sarà vietato «catturare, uccidere, disturbare le specie animali, raccogliere e danneggiare le specie vegetali, introdurre specie estranee che possano alterare l'equilibrio naturale, fatti salvi eventuali prelievi faunistici ed abbattimenti selettivi. Proibita l'apertura di nuove cave e discariche, la raccolta di minerali e fossili se non per motivi di ricerca scientifica» autorizzata dall'Ente Gestore che, sull'alto Garda, sarà la Comunità montana Parco.
Sul tema dei parchi è da registrate un botta e risposta sul condono edilizio. Legambiente e Wwf sostengono come le aree protette lombarde non siano al riparo da speculazioni e sottolineano come i parchi dell’Alto Garda e dell’Oglio Nord non siano nemmeno riconosciuti dal ministero dell’Ambiente.
Il risultato? «Il sistema di protezione dei nostri parchi ha maglie troppo larghe, che rischiano di far passare gli scempi di troppo furbi. Chiediamo che la Regione si attivi al più presto contro il condono e in particolare per la salvaguardia delle aree naturali di pregio e di quelle a rischio idrogeologico».
Immediata la replica dell’assessore regionale Franco Nicoli Cristiani: «Il territorio dei parchi lombardi è coperto. Gli ambientalisti lanciano allarmi fuori luogo»
La Regione, nel frattempo, ha annunciato, per bocca dell’assessore all’Agricoltura Viviana Beccalossi, la volontà di creare 10 mila ettari di boschi in pianura, sulla scorta di quanto già fatto quest’anno, ovvero la piantumazione di sei foreste, una delle quali - il bosco dell’Usignolo - a San Gervasio Bresciano. (Brescia Oggi)

Lazio - Le associazioni ambientaliste chiedono i Consigli degli Enti Parco

Le principali associazioni ambientaliste hanno scritto una lettera ai presidenti della Giunta e del Consiglio regionali. Chiedono l’insediamento dei nuovi Consigli direttivi degli Enti Parco del Lazio e la pubblicazione delle designazioni di competenza delle associazioni ambientaliste e agricole. (Corriere della Sera)

Annullata la giunta del Parco

Conero - Intanto Sirolo diserta l'incontro sul vincolo Gli altri Comuni preparano le osservazioni
Non sarà votata la delibera per "obbedire" alla Regione

Non sarà la giunta del Parco del Cònero presieduta da Mariano Guzzini ad approvare la delibera che accoglie le richieste della Regione Marche per evitare l'arrivo di un commissario ad acta. Guzzini ha infatti annullato per "inderogabili motivi personali" la seduta di giunta fissata per oggi. Nel comunicarlo agli assessori, ha scritto una lettera ricordando che la giunta, insediata nel '99 con 20 voti a favore, nessun contrario e nessun astenuto, ha svolto 86 sedute adottando 851 deliberazioni tutte all'unanimità.
E proprio per scongiurare il rischio di un voto a maggioranza, è stato deciso di soprassedere. "Fosse stato per me - ha scritto Guzzini in una nota - l'atto di sottomissione alle posizioni dell'assessore Amagliani e dell'intera giunta regionale si sarebbe votato in pochi minuti". Il presidente uscente, inoltre, ritiene che "una giunta rinnovata (che sarà votata domani sera) abbia diritto ad una rispettosa delega del tema, e possa affrontare la questione in un differente clima, e con motivazioni più giuste in quanto più complete, nuove, più volte al futuro che al passato".
Dunque, saranno i nuovi amministratori a pelare questa patata bollente: la candidatura di Roberto Giampieri a presidente comincia a delinearsi con sempre più profondità, nelle riunioni che si susseguono, a capo di una giunta politicamente connotata nell'alveo del centrosinistra. L'esperienza di gestione istituzionale portata avanti da Guzzini è ormai giunta al capolinea.
E' appena cominciato, invece, il dibattito, che si preannuncia ugualmente aspro, relativo al vincolo di tutela che la sovrintendenza ha posto su un'area che va da Ancona a Porto Recanati. Un vincolo che sta paralizzando l'attività edilizia in quattro comuni della provincia. Nella giornata di ieri, c'è stata la riunione convocata tra gli amministratori di Ancona, Camerano e Numana per fare il punto della situazione. Invitati anche i rappresentanti di Sirolo che però non si sono presentati. Probabilmente in disaccordo con la linea del dialogo che sta prevalendo nei confronti del provvedimento del sovrintendente Scoppola. Un dialogo che, invece, gli altri Comuni ritengono invece il primo passo da esperire prima da scegliere eventualmente la via del ricorso al Tar. I partecipanti all'incontro hanno convenuto che il vincolo sta letteralmente bloccando ogni attività edilizia, anche di piccolo conto, che ora per poter essere consentita ha bisogno del placet della sovrintendenza. Soprattutto interviene anche laddove non ce n'è bisogno: per esempio in tutta la zona industriale che gravita attorno alla direttissima del Cònero. Si è deciso pertanto di fare osservazioni di carattere tecnico per limare la rigidità del provvedimento e di presentarle a Scoppola che ha mostrato apertura e disponibilità a recepire richieste che non snaturino però il provvedimento. Se le richieste non saranno accolte, si passerebbe al ricorso. Tempi strettissimi: le osservazioni saranno pronte per lunedì prossimo. (Corriere Adriatico)

Conero - Stop all’ultimo atto Guzzini saluta tutti

Mariano Guzzini chiude per l’ultima volta la porta del suo ufficio nella sede del parco del Conero. Ieri il presidente del Consorzio ha inviato un addio amareggiato ai suoi assessori annullando la riunione prevista per questa mattina alle 11. Dopo giorni di battaglie si è arreso. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la seduta di giunta di mercoledì sera. Guzzini ha proposto una delibera che rispondeva a tutte le richieste della Regione Marche fatte attraverso la diffida. I tre assessori di centro-destra Daniele Berardinelli, Matteo Iovanelli e Giorgio Canuti hanno chiesto il rinvio minacciando in alternativa di uscire dalla stanza e di far mancare il numero legale. Roberto Giampieri si è limitato a chiedere il rinvio. Solo Diego Mancinelli si è schierato con il presidente con l’intento «di chiudere il lavoro dell’esecutivo con un atto non condivisibile in tutti i suoi punti, ma importante dal punto di vista poltico e amministrativo». La giunta si sarebbe dovuta tenere questa mattina, ma ieri sera l’ennesimo colpo di scena. Guzzini ha gettato la spugna. «Avendo pagato di persona – ha scritto - per qualcosa che non capisco ancora, ma che di certo è contenuto e aggravato nella delibera che vi avevo proposto di approvare, intendevo porre l’unità fattiva e operosa del nostro ente e degli enti consorziati al di sopra dei miei fatti pubblici ma personali. Pur non avendo ragioni per ritenere che nella giunta di domani (oggi per chi legge), torneremmo a dividerci ma avendo, al contrario, la sensazione che una giornata di riflessione abbia compattato i nostri pareri, ritengo che la giunta rinnovata, che sarà votata venerdì sera nel corso del direttivo, abbia diritto ad una rispettosa delega al tema e possa affrontare la questione in un clima differente, con motivazioni più giuste, più volte al futuro che al passato». Contrariato per questa conclusione della vicenda Mancinelli: «In questo modo mettiamo una forte ipoteca sulla futura giunta – ha commentato – Personalmente non sono disposto a sottostare ai ricatti. Ritengo quindi che in futuro sarà necessaria una maggioranza ben definita».
(Il Messaggero)

Parco del Conero, per venerdì fissato il consiglio direttivo

ANCONA — Il presidente del parco del Conero, Mariano Guzzini, ha convocato per venerdì prossimo, alle 21, il consiglio direttivo del Consorzio, che dovrà prendere atto delle nuove nomine effettuate dalla Provincia di Ancona ed eleggere il nuovo presidente della giunta.
L'organo dovrà inoltre incaricare un tecnico di predisporre la variante generale al piano del parco secondo le direttive emanate dalla giunta regionale, che fissano tempi molto rigidi per la stesura dell' atto e per la sua consegna.
Si tratta — viene spiegato in una nota del Parco — di una delle richieste che la giunta regionale fa avviando contemporaneamente la procedura di nomina di un commissario definito «ad acta», in quanto avrebbe nel caso particolare il solo compito di varare la variante generale, qualora il direttivo del parco non ottemperasse all'invito».
La giunta di ieri sera, sostanzialmente era chiamata ad accettare o respingere l' invito della Regione Marche su altri punti di sua competenza che riguardano, in particolare, i nulla osta rilasciati per il formarsi del silenzio assenso, relativi alle nuove edificazioni nel Comune di Sirolo. (Il Resto del Carlino)

Cilento - Erosione delle coste

Interrogazione di francesco brusco, deputato Udc

L'articolo 56 della legge n. 448 del 2001 (legge finanziaria per il 2002) prevede uno stanziamento di circa 30 milioni di euro per il triennio 2002-2004, finalizzato a contrastare il fenomeno inarrestabile dell'erosione delle coste ricadenti nell'ambito del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano;
la parte del predetto stanziamento relativa all'anno 2002 è stata già trasferita e destinata alla fascia litorale comprendente i comuni di Ascea, Casalvelino e Pioppi; non è stata ancora assegnata la parte dello stanziamento relativa all'anno 2003; l'assegnazione dello stanziamento relativo all'anno 2003 risulta fondamentale e pregiudiziale ai fini della realizzazione dei previsti progettati interventi a favore dei comuni sopra citati e per la progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori interessanti la fascia di litorale comprendente i comuni di Montecorice, Camerota e Centola-Palinuro devastati dall'erosione; il mancato risanamento delle coste del Cilento ha procurato e procura gravissimi pregiudizi a un'area legata, quasi totalmente, al turismo balneare; non sono chiari i motivi per i quali il Governo non ha ancora provveduto a trasferire agli enti competenti (Autorità di bacino sinistra Sele) la somma relativa all'anno 2003; si chiede di sapere quali provvedimenti il Governo intenda adottare al fine di utilizzare, con l'urgenza che il caso richiede, le somme previste dalla legge n. 448 del 2001 per l'anno 2003 per contrastare il fenomeno dell'erosione delle coste del Parco del Cilento e Vallo di Diano. (Il Denaro)

Piero Rossi, a vent'anni dalla morte si ricorda il paladino del Parco delle Dolomiti Bellunesi

A 20 anni dalla morte, Piero Rossi (1930-1983) va ricordato innanzitutto per aver compreso il grande valore naturalistico del territorio di Belluno e delle sue montagne, pressoché sconosciuto agli alpinisti, da valorizzare con intelligenza in chiave turistica, e, nel contempo, da tutelare attraverso l'istituzione del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Merita poi d'essere conosciuta la sua notevole produzione pubblicistica e libraria volta a divulgare il patrimonio storico ed ambientale bellunese. Come ha detto l'assessore Marco Perale nella giornata inaugurale di "Oltre le vette", in occasione della presentazione del volume "Alpinismo acrobatico" che raccoglie un'ottantina di disegni inediti di Piero Rossi. Il libro, edito da Nuovi sentieri, ci ha permesso di scoprire un aspetto sino ad ora poco conosciuto di questo personaggio, ossia la sua fresca vena di disegnatore. Di montagna e di alpinisti, naturalmente, uno dei grandi amori della sua vita. Del resto, l'abilità di Rossi quale vignettista è ampiamente documentata dalla mostra intitolata "Alpinismo e dintorni" ed ospitata in questi giorni nella cappella di palazzo Crepadona, che espone alcuni suoi lavori realizzati negli anni '60 e '70 con l'inchiostro di china, firmati pudicamente Rougespierre. (Il Gazzettino)

Parco, il conto alla rovescia

ALTA MURGIA - A metà mese l'ultimo atto nella Conferenza Stato-Enti locali. Poi la firma del Capo dello Stato - Il 13 l'iter si concluderà e l'atto costitutivo passerà al Quirinale

Tredici ottobre. Segnate questa data. Non passerà alla storia ma è l'inizio della fine. La fine dell'iter del Parco dell'Alta Murgia. Gli atti per l'istituzione iniziano da quel giorno ad essere esaminati in sede tecnica dalla Conferenza Stato Regioni i cui lavori concluderanno la pratica trasferendola alla firma del Capo dello Stato.
La data è stata comunicata dall'on. Donato Piglionica. «Finalmente possiamo dire - spiega - che la questione si avvia verso la conclusione anche se non sono certo che le resistenze e le pressioni non mancheranno come possiamo intuire in questi giorni difficili dalle discussioni. Ma ad ogni modo la Conferenza inizia a lavorare, questa è una buona notizia».
L'istituzione del Parco nazionale dell'Alta Murgia è effettivamente in dirittura di arrivo dopo almeno quindici anni di stucchevoli duelli tra «sì» e «no».
Ma persistono gli ancora più stucchevoli «ancora no» che in questa fase, anche alla luce degli scempi consumati nel silenzio più assoluto sulla Murgia, lasciano il tempo che trovano.
Perché duellare ancora su perimetrazione, su vincoli e quant'altro ora che l'iter sta per concludersi? La delimitazione approvata dalla giunta regionale del 20 marzo scorso ammonta a 67.739 ettari allungandosi tra Altamura (la città più presente con 12.660 ettari), Andria, Ruvo, Gravina, Minervino, Corato, Spinazzola, Cassano, Bitonto, Toritto, Santeramo, Grumo, Poggiorsini.
Il Parco prevede inoltre una divisione per zone («zonazione»): zona 1 («rilevante interesse naturalistico»), zona 2 («interesse naturalistico e prevalente paesaggio agricolo») e zona 3 («attività economiche compatibili»).
In effetti non mancano i contrari al Parco che ancora fanno le barricate per togliere ulteriori 11mila ettari.
La partita, dunque, potrebbe non essere ancora chiusa anche se le cicatrici appena scoperte sulla Murgia, quelle finora accertate, gridano vendetta. Non è un caso che ricadono all'interno della perimetrazione e questo è un dato che dà torto agli oppositori dell'area protetta. Intanto, un numero finalmente preciso: dei 302 ettari sequestrati ad Altamura, in contrada Cervoni, ed a Gravina, in località Finocchio, dove sono stati sversati rifiuti tossici, sono circa 130 quelli effettivamente interessati dall'inquinamento su cui il Corpo Forestale dello Stato ha effettuato i campionamenti del terreno.
Proprio oggi, restando in tema, il comitato promotore della marcia Altamura-Gravina contro la Murgia militarizzata e violentata organizza un convegno sul caso del Parco dell'Aspromonte il cui presidente Tonino Perna interviene sul tema «Aree protette tra tutela e sviluppo». Alle 19.30, nella sala «Regina Margherita» in piazza Resistenza. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Sequestrati capi di bovini nel Pollino

GRISOLIA. Un controllo di polizia sanitaria, effettuato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato - Coordinamento Territorio Ambiente, ha portato al sequestro cautelativo di novanta capi di bovini che pascolavano all'interno del Parco Nazionale del Pollino. Gli uomini del Comando Stazione di Grisolia, in collaborazione con i reparti di Laino, Papasidero e San Sosti e il servizio veterinario dell'Azienda Sanitaria n. 1 di Paola nel corso del monitoraggio effettuato nel territorio ricadente nel comune di Grisolia hanno riscontrato diverse irregolarità nella gestione dei nuclei bovini. I numerosi capi controllati sono stati trovati sprovvisti di identificativi auricolari e gli allevatori privi dei registri aziendali, previsti dalla normativa. E' stata riscontrata, inoltre, la totale assenza di marcatura degli animali e la mancata attuazione delle prove diagnostiche previste dal piano di profilassi. Rilevate sanzioni nei confronti di allevatori per oltre tremila euro. Sempre nel comune di Grisolia, in località Le Sirene sono state rinvenute tre carcasse di bovini in avanzato stato di decomposizione. (Giornale di Calabria)

Ticino - Regione e Parco è pieno accordo

MAGENTA — La Regione Lombardia ha detto sì. Perentoriamente, martedì sera la giunta Formigoni ha approvato - su proposta dell'assessore al Territorio, Alessandro Moneta - il collegamento tra la ex strada statate 11 Padana Superiore, a Magenta, e la Tangenziale Ovest di Milano. L'assessorato all'Urbanistica e quello ai Trasporti hanno dato il loro parere favorevole, anche se è bene ricordare che a questo punto l'ultima parola spetta al ministero dell'Ambiente.
Un importante e fondamentale passo in avanti per la grande viabilità, che consentirà di raggiungere la 'Ovest' ma che soprattutto potrebbe porre fine ad un disagio che si trascina da decenni. Un'opera strategica per quanto riguarda il traffico quotidiano che assedia i centri della fascia del Magentino, e che, conferma la Regione, verrà realizzata in quattro anni (il cronoprogramma parlava del 2004 come inizio del cantiere e del 2007 come anno di apertura; scadenza che dovrebbero slittare entrambe di un anno): una bretella di 34 chilometri che grazie alle osservazioni del Parco del Ticino ed alle prescrizioni sul tragitto avrà un minimo impatto ambientale.
Questo è infatti il parere dei tecnici, preposti allo studio sull'impatto ambientale della nuova tratta autostradale che sarà realizzata dall'Anas. Una grande opera urbanistica che risolverà parzialmente il problema traffico, ma che ha accolto le osservazioni che il Parco ha avanzato nello studio d'impatto ambientale presentato questa estate.
La variante di Abbiategrasso sulla strada statale 494, ex Vigevanese, e adeguamento in sede del tratto fino a Vigevano, arriverà fino al nuovo ponte sul Ticino. L'istruttoria è stata effettuata sul tracciato in progetto, sulle relative interferenze con la viabilità esistente e prevista, sul relativo studio di Impatto Ambientale e sulle ottimizzazioni e varianti di tracciato proposte dalla Regione Lombardia.
Nel corso dell'istruttoria regionale il gruppo di lavoro ha provveduto a valutare i pareri e le osservazioni presentate, ai sensi della normativa vigente in materia di Valutazione di Impatto Ambientale, dai cittadini e dagli enti locali interessati dalla realizzazione dell'opera. «Nell'ambito della valutazione delle ricadute ambientali sul territorio interessato dall'infrastruttura - recita il comunicato emesso dalla giunta regionale -, "territorio di particolare pregio", sono state sostanzialmente condivise le osservazioni formulate dal Parco del Ticino nel proprio parere, che hanno dato origine ad alcune prescrizioni": la conferma di quel sì condizionato che la maggiorparte dei Comuni, Abbiategrasso e Magenta in primis, hanno richiesto a gran voce.
Il parere della Regione potrebbe essere la chiave di volta perché a Roma venga espresso un via libera in grado di contemperare le esigenze dello sviluppo e dell'ambiente. (Il Giorno)

Ticino - Soddisfazione tra i sindaci «Resta ancora molto da fare»

ABBIATEGRASSO — Moderazione e cautela. Per i trionfalismi c'è ancora tempo. Nei commenti immediatamente successivi alla notizia del sì all'impatto ambientale della nuova Malpensa-Magenta-Abbiategrasso prevale un ottimismo smorzato dalla consapevolezza che c'è ancora (senza apparenti metafore) molta strada da fare.
Benché infatti la discusssione sia decisamente salita di tono negli ultimi sei-otto mesi, di adeguamento del sistema viario e della rete stradale tra Magenta e Abbiategrasso (oggi unite da una statale, la 526 che ha un tracciato stretto e tortuoso) si discute da almeno trent'anni. Ed è per questa ragione che tutti i soggetti coinvolti non eccedano in dichiarazioni roboanti.
«Credo che da ora in poi dovremo tutti rimanere guardinghi, tenendo alta l'attenzione perché l'opera in oggetto venga eseguita nel modo migliore» sono le prime parole del sindaco Alberto Fossati dopo aver appreso della decisione assunta dalla giunta del Pirellone martedì sera. «La soddisf azione è legata a quello che sembra a tutti gli effetti un accoglimento delle tesi sostenute dai Comuni e dal Parco del Ticino, che producendo uno studio d'impatto ambientale con dei chiari paletti; uno studio condiviso e recepito dalle principali amministrazioni locali coinvolte che ha rappresentato una svolta, che la Regione sembra proprio aver recepito. La soddisfazione deriva sicuramente dal vedere riconosciuta, in sede sovracomunale, l'opinione di chi come Abbiategrasso non ha mai espresso un parere favorevole 'senza se e senza ma', bensì un assenso in grado di salvaguardare le nostre comunità territoriali, l'identità delle stesse ed assieme migliorarre la mobilità».
Estremamente soddisfatto appare l'assessore abbiatense Adolfo Lazzaroni, impegnato da nove anni nella trattativa, e per il quale «questo risultato sembra ripagarci di molti sforzi».
Il sindaco di Magenta, Luca Del Gobbo, sottolinea «la sensibilità istituzionale della Regione Lombardia, che non ha mai voluto calare alcunché sulle teste dei Comuni: questa delibera lo dimostra in modo inequivocabile».
L'assessore regionale Alessandro Moneta ritiene «indispensabile ammodernare la rete stradale del Milanese, specie alla vigilia dei mutamenti radicali indotti ad esempio dal polo fieristico di Rho. Le infrastrutture sono necessarie in contesti analoghi; e possono essere realizzate con tutti quegli accorgimenti atti a salvaguardare l'ambiente, così come richiestoci dal Parco Ticino». (Il Giorno)

«Oltre il Parco troppi abusi invisibili»

Cilento - LIGUORI ACCUSA

«Il problema non è l’abusivismo tout court quanto quello di concessioni formalmente regolari, ma culturalmente abusive rispetto al contesto dei luoghi dove le costruzioni sorgono. Sul territorio del Parco abusi nel senso tradizionale, costruzioni prive di concessioni, quasi non ne esistono». Ettore Liguori, senatore della Margherita, un lungo passato di amministratore locale a Pisciotta, cuore del Parco del Cilento, interviene nella querelle riapertasi dopo il clamoroso sequestro delle opere in corso di realizzazione nel territorio dell’oasi protetta, da parte della Procura di Sala Consilina.
Emerge, a parere del parlamentare, «il limite della nuova normativa che assegna non più agli amministratori ma ai dirigenti tecnici l'onere del rilascio degli atti autorizzativi». Il che se «è sicuramente un passo in avanti rispetto a metodi amministrativi non proprio esemplari del passato che hanno generato comunque, a macchia di leopardo, errori evidenti di programmazione urbanistica» dall’altro elide ogni riferimento a linee di pianificazione generale. «L'autorizzazione edilizia - spiega Liguori - è diventata un atto esclusivamente tecnico, seppure agganciato ad una previsione urbanistica generale (ma anche il condono di Berlusconi prevede ciò), che rischia in alcuni casi di valutare solo in rapporto agli indici edificatori le richieste di intervento edilizio, senza una considerazione ambientale di profilo compiuto». Per questa ragione il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano «non ha oggettive responsabilità - avverte Liguori - , se è vero che molti di questi interventi sfuggono, per legge, letteralmente al controllo, a qualsiasi livello, degli organi del Parco».
Sono sfuggiti naturalmente nel passato quando il Parco ancora non c'era, «sfuggono allo stesso modo oggi - sottolinea l’esponente politico - in altre aree costiere, paradossalmente meglio tutelate quando il Parco non c'era, poiché il Parco non ha comunque titolo per esprimersi, laddove si rinvengono interventi si autorizzati dagli organi tecnici dei Comuni e dalla Sovrintendenza e perciò legittimi, ma che si scontrano drasticamente con l'equilibrio secolare dei luoghi».
E' per queste ragioni che occorrerebbe, oltre che agli interventi "nascosti" nei boschi, «dare un'occhiata allarmata - suggerisce Liguori - anche a quegli interventi "visibili" realizzati clamorosamente nel cuore della costa dove deve essere possibile intervenire, ma con un respiro ed una grazia molto diversi da come sta capitando».
Per queste considerazioni «appare del tutto insensato che per realizzare anche piccolissimi interventi in area agricola bisogna sottoporsi al parere del Parco, mentre, per realizzare migliaia di metri cubi in area turistica il controllo del Parco possa normalmente essere eluso». Un evidente e «singolare paradosso che potrà causare danni inestimabili sulla costa del Parco del Cilento» e per eliminare il quale «occorre intervenire per invertire la logica distorta che oggi governa la materia». (Il Mattino)

Cdl separata in casa per la riserva del Metauro

FANO - Il voto sulla riserva naturale del Metauro crea separati in Casa delle Libertà. Da una parte i tre consiglieri di Alleanza nazionale, che si dichiarano contrari alla mozione presentata dal gruppo del centrosinistra. Dall'altra i due colleghi di Forza Italia, i quali accordano il proprio sostegno al documento dopo aver concordato alcuni ritocchi al testo. Astenuto il presidente Davide Rossi. L'iniziativa dell'opposizione divide la maggioranza della prima circoscrizione, ma sono gli stessi esponenti del centrosinistra a non forzare la mano sulla lettura politica. Il futuro parco e la possibile ricaduta occupazionale sono ritenuti temi che attengono alla coscienza e alla sensibilità personale, piuttosto che alle logiche di schieramento.
La mozione è stata presentata durante il recente consiglio da Fabio Roberti (Ds), Giovanni Maiorano (Margherita) e Vittorio Romeo (Verdi). Il documento ricorda che l'asta terminale del fiume Metauro è la meglio conservata in tutta le Marche, di un valore ambientale riconosciuto anche dall'Unione europea. "Non ci sono vincoli per pescatori e agricoltori - sostiene Romeo - ma l'area protetta potrebbe tornare anche a vantaggio dei cacciatori, perché contribuisce ad aumentare la fauna selvatica. Come Argonauta abbiamo proposto di aprire all'attività venatoria un'area contigua al fiume, ma solo ai residenti a Fano".
L'emendamento di Forza Italia chiede di coinvolgere tutte le categorie interessate nel futuro ente di gestione. Il parco del Metauro è previsto dal piano triennale della Regione, come la riserva naturale di Ripa Bianca (già realizzata) e della Sentina (avviato il procedimento). Promuovere il progetto spetta agli enti locali. (Il Messaggero)

Presidenza Parco Aveto Ballottaggio Maschio-Cella

Si dovrebbe conoscere già questa sera il nome del nuovo presidente del Parco dell'Aveto.
L'elezione è infatti il primo punto all'ordine del giorno della riunione di consiglio che si terrà oggi pomeriggio (ore 17.30) nella sede dell'ente a Borzonasca. Un ordine del giorno cospicuo che prevede anche la discussione per un progetto d'itinerario escursionistico per persone diversamente abili "Anellino intorno al Monte Vailera", per un contributo per sfalcio di terreni in zona Parco, per la manutenzione della strada del Lago delle Lame, per la richiesta di contribuire al finanziamento del Progetto "Turismo bistagionale" nei comuni di S. Stefano d'Aveto, Rezzoaglio, Borzonasca e infine per una proposta di collaborazione per lo sviluppo d'attività di ricerca di storia e archeologia ambientale e per la valorizzazione del patrimonio rurale dei parchi dell’Antola e dell’Aveto. Al momento non ci sono candidature ufficiali però sembra assai probabile che si ripresenti in veste di presidente Giuseppino Maschio, sindaco di Borzonasca, che attualmente è vicepresidente, ma ha guidato l’ente dopo le dimissioni di Roberto Fontana. La sua principale avversaria dovrebbe essere Maria Antonietta Cella, sindaco di S.Stefano, mentre l’ex presidente Fontana non ripresenterà la propria candidatura. Alla votazione non prenderà parte Anton Maria Magnarin, rappresentante dell’associazione Ecoclub, non riconosciuta dagli ambientalisti. In questi giorni, infatti, il Tar ha sospeso l’efficacia del decreto con cui il presidente della Regione Sandro Biasotti aveva confermato la nomina dell’esperto delle associazioni ambientaliste, preferendolo a Anna Maria Castellano, naturalista chiavarese, designata da Wwf, Italia Nostra, Pro Natura, Lipu e Legambiente. «Per effetto di questa ordinanza di sospensiva disposta dal Tar Liguria - ha affermato Augusto Atturo, rappresentante delle associazioni ambientaliste - il rappresentante di Ecoclub non potrà prendere parte alle prossime riunioni del consiglio direttivo». Ricordiamo che una sentenza del Tar aveva già annullato la nomina di Anton Maria Magnarin, portando di fatto alle dimissioni dell’ex presidente Fontana che era stato eletto con sette preferenze contro le cinque di Maschio. (IL Secolo XIX)

Monti Lattari - Passa l'adesione al nuovo parco

Angri. E' stata votata dal consiglio comunale l'adesione del Comune di Angri al Parco dei Monti Lattari. Sulla scorta di una delibera della giunta del luglio scorso, l'assise ha dato, dunque, il suo assenso per consentire la partecipazione dell'ente locale alla realizzazione del nuovo parco regionale. L'ente parco, che si concreterà con l'adesione di tutti i Comuni il cui territorio ricade nell'area protetta, potrà consentire la realizzazione di un progetto assai articolato e complesso che riguarderà in prima istanza la salvaguardia e la tutela ambientale. Il progetto, che attende una nuova normativa dopo le disposizioni regionali, potrà consentire alla cittadina dell'Agro di rivalutare meglio le aree ubicate nella fascia pedemontana. Soddisfatto il primo cittadino per l'avvenuta adesione della città al Parco. Già in altre occasioni, infatti, Umberto Postiglione aveva sottolineato la necessità di dare l'adesione al progetto che coinvolge anche gli altri comuni vicini. La possibilità di usufruire di un ente sovracomunale potrà dunque consentire l'acquisizione di finanziamenti pubblici per la realizzazione di progetti inerenti la valorizzazione del territorio cittadino e, al tempo stesso, assicurare al territorio una migliore tutela. (La Città)

Parchi giochi per i piccoli Stanziamenti ai comuni di Diano, Cilento e Calore

Torre Orsaia. Le amministrazioni di Torre Orsaia, Roscigno e Sant'Arsenio, sono assegnatarie di un'area giochi che sarà realizzata dal Parco del Cilento e Vallo di Diano, nell'ambito di un progetto finanziato dalla Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali. A S. Arsenio ad esempio, è stata scelta dall'amministrazione Pica la località San Rocco. In essa saranno installate attrezzature varie. Lo stesso vale per i comuni di Torre Orsaia e Roscigno, nei quali sarà offerto ai ragazzini del posto la possibilità di fruire di uno spazio per svolgere attività legate al tempo libero. La Federparchi è destinataria di finanziamento statale per la realizzazione di spazi attrezzati. Dopo l'istruttoria della documentazione presentata e l'esito positivo del sorteggio pubblico, finalizzato alla selezione delle aree da destinare a parchi gioco, per quanto riguarda il comune di Sant'Arsenio, è stata individuata la località San Rocco. Aveva fatto seguito poi l'ok da parte della giunta municipale all'installazione delle attrezzature in tale area. Anche Torre Orsaia e Roscigno potranno aprire spazi nuovi per bambini. (La Città)

Pianificazione urbanistica dell'isola, accordo raggiunto ma con riserva

Arcipelago Toscano

PORTOFERRAIO — E' stato sottoscrittto... con riserva dai comuni elbani, dalla Comunità Montana e dal Parco Nazionale il protocollo di intesa per la definizione di un atto di programmazione strategica per il territorio dell'Elba che ieri è stato sottoposto all'attenzione degli amministratori locali da Regione e provincia di Livorno. Per iniziativa dei sindaci dei comuni di centrodestra alla firma si è infatti arrivati solo a seguito dell'accoglimento della richiesta di integrare l'intesa con un allegato contenente alcuni «paletti», senza i quali, in pratica, sarebbe saltato tutto. «I sottoscritti – si legge nell'allegato voluto dai primi cittadini e dal Parco - dichiarano di firmare il documento con riserva di valutare più approfonditamente i punti dell'accordo riguardanti la certificazione della risorsa idrica. Prendono atto dell'impegno dell'assessore Conti di valutare tramite uno specifico percorso gli aspetti relativi all'approvvigionamento idrico. Prendono atto che per quanto attiene le aree comprese nel perimetro del Parco Nazionale, nonché per le aree contigue eventualmente istituite, il Parco concorrerà e parteciperà alla redazione dell'atto di programmazione strategica. Prendono atto infine che l'accordo non introduce norme di salvaguardia ulteriori rispetto a quelle attualmente in vigore e dell'impegno dello stesso assessore Conti a reperire finanziamenti per la progettazione urbanistica occorrente». Particolarmente critico, in apertura dell'incontro il sindaco di Portoferraio Ageno il quale, annunciando di non voler «firmare nessun altro documento» aveva attaccato la Provincia.
«Il Peep di Campo nell'Elba – aveva detto prima del ripensamento finale – è 4 volte l'intero piano regolatore di Portoferraio. Rio Elba, può edificare in rapporto al numero degli abitanti, di gran lunga di più di quello che possiamo fare noi in due tempi. Perché i miei concittadini non possono avere gli stessi diritti? Non nascondiamoci dietro inesistenti paraventi. Il discorso è politico». (La Nazione)

Arcipelago Toscano

PORTOFERRAIO — C'era anche Speedy, minuscolo incrocio fra un barboncino e un cockerino, nell'aula del consiglio comunale. Vicino a lui distribuivano un volantino per reclamare, nel gran calderone urbanistico dell' d'Elba, un canile per gli amici meno fortunati.
Composto Speedy, nemmeno un guaito. Mentre intorno saliva il clima di rissa e di ressa. Cinque comuni — Portoferraio, Porto Azzurro, Marciana Marina, Capoliveri, Rio Marina — più la Comunità Montana e il commissario del Parco dell'Arcipelago, dichiaravano di non voler fimare il patto con la Regione che vorrebbe creare un unico piano regolatore per tutta l'isola. Perché? Nel documento preparato da Riccardo Conti, assessore all'urbanistica del governo toscano, si vincolava lo sviluppo del cemento alla disponibilità di acqua, della capacità di smaltire i rifiuti, dell'esistenza di infrastrutture.
Soprattutto l'acqua, problema di sempre. Anche se l'Elba rivendica priorità sull'acquedotto della Val di Cornia, realizzato, si sottolinea qui, anche grazie ai finanziamenti comunitari destinati agli elbani.
Insomma, no alla presunta volontà della giunta regionale di centrosinistra di voler decidere quali case e quali strade si devono costruire all'Elba, soprattutto nei comuni guidati dal centrodestra.
Tutto questo in un pomeriggio grigio ma ancora afoso, con centinaia di persone che non disdegnano una vacanza in ottobre. Ma soprattutto mentre continuano le inchieste giudiziarie con nuovo, ipotetico sferragliare di manette. Gli interrogatori proseguono. In mattinata era stato ascoltato dai magistrati di Genova Luigi Logi, sindaco di Marciana Alta, che nel pomeriggio si è presentato puntuale al vertice con i colleghi, l'assessore Conti e il presidente della provincia di Livorno, Claudio Frontera.
Sempre calmo Speedy, mentre si stava spazientendo Riccardo Conti. Che insisteva per avere la firma dei comuni su quello che lui chiama il «riallineamento urbanistico». Urla, sovrapposizione d'interventi.
Conti non molla. Ma non molla nemmeno Ruggero Barbetti, esponente di An, commissario del Parco dell'Arcipelago e sindaco di Capoliveri, che non accetta l'esclusione del piano del Parco dall'eventuale intesa.
Come commissario, Barbetti è contestato dalla Regione. Conti non sembrava prenderlo in considerazione. Proposta di un break da parte di Giovanni Ageno, sindaco di Portoferraio, padrone di casa. Venti minuti di discussione ristretta. Ageno qualche problema ce l'ha: il regolamento urbanistico varato in giugno dal suo comune è sotto osservazione da parte della magistratura. Il vicesindaco Giuliano Fuochi, di Forza Italia come lui, non volle partecipare alla seduta di approvazione perché, spiega a chi glielo chiede, «il partito aveva avanzato dubbi e voleva verifiche». Fuochi fu ascoltato, per otto ore, dal pm livornese Roberto Pennisi. Ma il sindaco Ageno difende quella scelta. Fino a parlare di strumento ineccepibile, sottoposto però a pressioni o «fuoco amico». Lo aveva detto all'inizio della riunione di ieri, annunciando però di non voler firmare la proposta della Regione. Ma dopo il break lo scenario cambia. Ageno è disponibile. E anche gli altri sindaci riottosi firmano, sia pure «con riserva». Perché? Riccardo Conti accetta di aggiungere un documento allegato che allenta la morsa regionale, soprattutto sul punto che riguarda l'acqua. Si valuterà. E improvvisamente l'assessore è aperto anche sul piano del Parco. Si discuterà. Un riconoscimento formale del ruolo di Barbetti? Conti smentisce: «Il futuro presidente non sarà lui». L'interessato sorride. Ma perché si firma? Sussurri: la posizione di Ageno ha condizionato lo schieramento. Pace? No, armistizio. Contento, si fa per dire, perfino Speedy: annunciano che il canile si farà. A Literno, nel comune di Campo. Bene? Mah! Quell'area confina con una discarica. (La Nazione)

Un logo per il parco concorso nelle scuole

Il progetto dell’Adda Sud coinvolge gli alunni rivieraschi

PIZZIGHETTONE — Passa sotto il nome di ‘Progetto AltroParco’ l’iniziativa lanciata dal Parco Adda Sud alle scuole medie inferiori dei comuni rivieraschi cremonesi e lodigiani, i cui alunni avranno la possibilità di aggiudicarsi una gita di classe in un parco della Liguria. Il tour (con vitto e alloggio a carico del Parco ospitante e spese di viaggio a carico della classe) si potrà vincere partecipando al concorso ‘Un logo per il Parco’, in cui ogni scolaresca dovrà presentare una proposta di logo ideale. Alla classe prescelta andrà l’escursione al Parco Antola mentre il logo verrà stampato sulle T-shirt che verranno distribuite per l’occasione. Il termine per aderire all’iniziativa è il 31 dicembre 2003; per informazioni contattare il Parco Adda Sud (Giulio Formenton, tel.0371/4508209, ore ufficio). Il progetto rientra nell’ambito delle iniziative di Educazione ambientale programmate dal Parco per l’anno scolastico 2003-2004 e ha come obiettivo finale (e premio in palio per una scolaresca) una scambio di visite e di esperienze tra classi di scuola media inferiore di diversi parchi. Per una intera classe delle scuole rivierasche partecipanti in palio, per il mese di maggio 2004, c’è la visita al Parco Antola: una realtà protetta dell’Appennino ligure in provincia di Genova. Parallelamente una classe del Parco Antola sbarcherà nei territori dell’Adda. (La Provincia di Cremona)

«Un tavolo di confronto per salvare i Mondiali»

Stelvio - Appello del coordinamento provinciale Margherita

Un richiamo al coraggio politico e al senso di responsabilità per evitare che il progetto dei Mondiali del 2005 si trasformi da sogno in incubo. E’ questo l’appello lanciato dal coordin amento provinciale della Margherita a tutti gli attori, pubbli ci e privati, coinvolti nell’organizzazione dell’evento sciistico. Un richiamo che prende le mosse dallo stringere dei tempi: il 7 ottobre - anche se pare che l’appuntamento possa slittare al 17 -, infatti, ci sarà la verifica con la Federazione internazionale sci ( l a Fis) sulla situazione dei Mondiali, un punto sull’attuazione dei progetti. «Giorno in cui - sottolineano dalla Margherita - eventuali problemi ancora presenti circa il riammodernamento degli impianti di Santa Caterina rischiano di mettere fuori gioco la partecipazione della località stessa all’appuntamento iridato». Un rischio che l’intera provincia non si può permettere secondo la Margherita . Ragione per cui il coordinamento provinciale del partito chiede al presidente della Provincia Eugenio Tarabini di prendere in mano la situazione e farsi protagonista principale per la convocazione di un tavolo di confronto con l’impegno da parte degli interessati di alzarsi solo dopo aver trovato le soluzioni ai «non insormontabili» problemi ancora aperti. «Se lo farà - dicono - noi saremo al suo fianco perché in questa partita si gioca l’intera immagine di una valle». Un’immagine già offuscata dalla decisione della Regione di commissariare il Parco: «Non si possono organizzare dei Mondiali all’interno di un’area protetta - sostengono dalla Margherita - commissariando l'ente gestore. Quello che serve è un confronto chiaro e aperto con tutte le istituzioni, con le associazioni ambientaliste anche che possano partecipare alla costruzione del progetto e non esserne informate soltanto dopo». A questi soggetti però la Margherita chiede un atto di responsabili tà «perché sappiano coniugare l’ambiente con lo sviluppo economico». Un appello anche ai soggetti privati «per una posizione più flessibile che sappia favorire e condividere soluzioni cre dibili, praticabili e gestibili in tempi certi».
(La Provincia di Sondrio)

Il Parco della Lessinia: «Non deturpare i confini»

Il presidente della Comunità montana risponde all’appello degli ambientalisti mobilitati per difendere la Val Sguerza, ai limiti della riserva
Campedelli: «Salvaguardare le zone di maggior pregio ambientale»

Lucio Campedelli, presidente della Comunità montana della Lessinia e del Parco, risponde all’appello lanciato dagli ecologisti per salvare la Val Sguerza di Velo, oasi alle porte del Parco che Wwf e altre associazioni ritengono minacciata dalla variante urbanistica approvata dal Comune ( L’Arena , 30 settembre). «Ritengo non sia giusto coinvolgere la Comunità montana in crociate pro o contro le cave», dice Campedelli. «Ognuno faccia la propria parte nel rispetto dell’altrui ruolo», esordisce Campedelli. «La posizione del Parco è stata chiara e forte nell’esprimere, non solo a parole, il proprio assoluto dissenso sulla proposta di apertura di una cava all’interno dell’area protetta. Giova forse ricordare che stiamo sostenendo da soli una vicenda giudiziaria per impedire quello che secondo noi sarebbe uno scempio ambientale sul monte Potteghe». Il presidente si riferisce al ricorso al Tar presentato dai cavatori Leonardo Brunelli e Luigi Rancan, che avevano citato Comunità montana, Parco e Regione per un risarcimento di 10 miliardi di lire per la mancata autorizzazione di cava all’interno del Parco. La sentenza, respingendo il risarcimento, aveva accolto in parte il ricorso perché la Comunità era intervenuta sulla questione con un parere di merito quando invece avrebbe dovuto, secondo i giudici, limitarsi, in base al terzo comma dell’articolo 9 del Piano ambientale del parco, solo a una relazione tecnica. «Se vinceremo questa battaglia», annuncia il presidente, «è nostra intenzione proporre la modifica del Piano ambientale per chiudere una volta per tutte la questione cave nel parco». Alessandro Anderloni, in nome delle associazioni che si battono contro le cave in Lessinia, aveva dichiarato: «È del tutto incomprensibile la mancanza di una presa di posizione chiara e forte da parte del Parco della Lessinia e della Comunità montana: ci auguriamo che cessi questo assordante silenzio», ricordando anche l’intenzione dell’amministrazione provinciale di imporre un vincolo di salvaguardia nelle aree di pre-Parco, come la Val Sguerza.
«Fuori dei limiti dell’area protetta la Comunità montana non ha competenza», precisa Campedelli. «Ciò non significa che non abbiamo opinioni e più volte le abbiamo espresse: le cave non vanno concesse ovunque. È indispensabile salvaguardare le zone di grande pregio naturalistico e ambientale o alcuni microsistemi di particolare interesse e questo anche al di fuori del parco», ribadisce il presidente, che cita la revisione, da più parti invocata, della legge regionale 44 per le attività di cava.
«La Provincia sta procedendo alla stesura del piano provinciale per le attività estrattive, su indicazione dei Comuni, e abbiamo richiesto di poter esprimere il nostro parere per quanto riguarda le zone prossime al Parco», annuncia Campedelli, che riconosce alle due istituzioni da lui presiedute «il ruolo importante di far crescere nella gente e negli amministratori locali la consapevolezza che il territorio rappresenta un patrimonio da trasformare in opportunità di crescita economica e sociale per tutti, il più possibile da conservare e valorizzare nell’ambito di uno sviluppo sostenibile».
«Penso che talvolta ciò che accade non sia frutto di specifiche e meditate scelte amministrative», ammette Campedelli, «ma una sorta di accettazione del presente per sfiducia in un futuro alternativo. Bisogna mangiare tutti i giorni, anche in Lessinia e anche una cava in un luogo ameno può essere vista come l’unica boccata d’ossigeno per un’economia locale in grande sofferenza. Il nostro sforzo perché il Parco diventi un’opportunità anche economica per la gente di montagna lo stiamo compiendo investendo in infrastrutture per il turismo, lo sport, lo svago, nella valorizzazione dei prodotti e del patrimonio culturale», aggiunge Campedelli, e conclude con un auspicio: «Di avere vicino le istituzioni e anche le associazioni, comprese quelle ambientaliste, anche quando si tratterà di tutelare i diritti degli abitanti della Lessinia sostenendo, per esempio, la nostra richiesta di pagare l’acqua come tutti i residenti di Verona e non 5 o 6 volte di più, come adesso. Anche questo è salvare la Lessinia», conclude il presidente. (L’Arena)

Cutgana, Ciclopi e parco Etna da oggi in vetrina a Palermo

Il Cutgana, centro interfacoltà dell'Università di Catania gestore di sei aree protette, in collaborazione con l'Area marina protetta Isole Ciclopi di Aci Trezza, parteciperanno a «MediArea 2003», la Fiera internazionale dell'ambiente, del restauro, dell'edilizia e della sicurezza alla fiera organizzata dall'Ente autonomo Fiera del Mediterraneo di Palermo, giunta già alla 58ª Campionaria. La fiera sarà inaugurata stamattina alle 11.30 e si concluderà domenica prossima.
Il personale del Cutgana e dell'Area marina protetta Isole Ciclopi fino a domenica presenterà le Riserve e fornirà informazioni utili agli utenti.
Il padiglione 26 della Fiera internazionale sarà interamente dedicato ai Parchi naturali e alle Aree marine protette siciliane. Infatti, nei diversi stand del padiglione saranno ospitati i parchi naturali siciliani dell'Etna, dei Nebrodi, delle Madonie e del Parco fluviale dell'Alcantara e le Aree marine protette Isole Ciclopi di Aci Trezza, Ustica, Egadi, Pelagie, Capo Gallo e Isole delle Femmine.
La Fiera «MediArea 2003» servirà per promuovere i Parchi naturali, le Riserve terrestri e marine siciliane con la possibilità di visitare tutti i siti internet delle aree protette dell'Isola. Una collana di «perle» che attira sempre più interesse e che acquista sempre maggior peso anche per ciò che concerne l'industria delle vacanze.
Oggi, alle 11.30 la cerimonia di inaugurazione, mentre alle 14.30 sarà presentato il Testo unico sull'espropriazione per pubblica utilità. Alle 16.30, al centro congressi, l'assessore regionale al Territorio e all'ambiente, Mario Parlavecchio, in un conferenza stampa, presenterà il disegno di legge sui Parchi regionali. Alla conferenza saranno presenti il direttore del Cutgana, Angelo Messina, e il direttore dell'Area marina protetta Isole Ciclopi, Emanuele Mollica. (La Sicilia)


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