Rassegna del 01 Ottobre 2003

Condono. Matteoli: necessario per i conti ma resto contrario

(Dire) - Roma - il condono edilizio "era necessario per far quadrare i conti". il ministro dell'ambiente Altero Matteoli, a margine di un incontro con i ragazzi di una scuola di Rimini, torna a parlare della sanatoria edilizia. "in tanti mesi di dibattito ho cercato di far passare un condono che tenesse conto dei vincoli ambientali, che tenesse conto dell'ambiente". rimane il fatto, aggiunge in conclusione matteoli, che "voi sapete, rimango contrario, comunque, a questa misura".

La minoranza chiede la sede dell’Ente Parco Taburno

I consiglieri comunali del gruppo «Montesarchio città per tutti», Antonio Colantuoni, Raffaele Nazzaro, Filippo Finozzi e Giovanni Campobasso, hanno presentato istanza al sindaco Antonio Izzo, di voler concedere un locale di proprietà del comune, idoneo a diventare sede dell’Ente Parco Taburno- Camposauro. La giunta regionale della Campania, ha istituito con delibera n. 1404 del 12/04/2002, il Parco Ragionale del Taburno- Camposauro. Fino ad oggi, affermano i consiglieri comunali che hanno presentato la richiesta, per l’Ente Parco Taburno Camposauro, non è stata ancora decisa politicamente la sede amministrativa. «Naturalmente, considerano i consiglieri Colantuoni, Finozzi, Campobasso e Nazzaro, l’insediamento della sede del Parco, creerebbe un ritorno di immagine per la nostra città, non solo dal punto di vista politico- amministrativo, ma costituirebbe un indotto per le attività produttive, turistiche, culturali e commerciali.
La città di Montesarchio, continuano i consiglieri, è da considerarsi la principale candidata ad ospitare tale sede in quanto oltre ad essere il comune del parco più popolato, è collocato geograficamente al centro dei comuni essendo equidistante dai maggiori centri, ha il centro storico più antico, ma cosa più importante, è meglio collegato sia con i comuni del parco e sia con Provincia e Regione».
L’Ente Parco, nella sua istituzione richiama un quadro comunitario di sostegno e la creazione di nuove opportunità di crescita e di sviluppo sostenibile per rimuovere le condizioni di emergenza ambientale.
Ha, inoltre, l’obiettivo di assicurare l’uso efficiente e razionale e la fruibilità delle risorse naturali, il presidio del territorio, a partire da quello montano, anche attraverso le attività agricole, il mantenimento in sito delle popolazioni, e l’accrescimento della qualità della vita e dell’occupazione.
Dotare di una sede l’Ente Parco, sta a significare, inoltre, per tutti i comuni che ne fanno parte, poter avere un punto di riferimento dove rivolgersi per far presente problematiche e necessità del territorio.
Ed in questo, quindi, va avvalorarsi la ipotesi di una sede a Montesarchio, che certamente, come affermano i consiglieri, è la città che geograficamente è la più idonea rispetto a tutti gli altri comuni che fanno parte del Parco regionale del Taburno -Camposauro. (Il Sannio)

Ma l'oasi sarà gestita dalla Sita, società mista pubblico-privata

Sentina

SAN BENEDETTO — Chi gestirà la Sentina si sa eccome. Il documento di indirizzo proposto dai Comuni di Ascoli e San Benedetto e dalla Provincia Picena al presidente della Giunta Regionale, Vito D'Ambrosio, con il sollecito a convocare la Conferenza dei Servizi per 'l'istituzione della riserva naturale regionale Sentina di Porto d'Ascoli', sottolinea chiaramente chi avrà il compito di gestire l'area naturalistica: la Società mista, pubblico – privato, a maggioranza privata, denominata 'Sentina s.r.l.'. Indicherà il direttore della riserva che avrà anche il compito di predisporre «i bilanci annuali, il Piano di assetto naturalistico e il Piano di sviluppo socio-economico». Che significa, far entrare dalla finestra i progetti relativi al campo di golf, all'ippodromo, al parco divertimenti e agli alberghi a 5 stelle? Lascia perplessi il fatto che a far parte del Comitato di Gestione, organo sovrano (?), oltre ai rappresentanti della Regione Marche, della Provincia, del Comune di San Benedetto e di Ascoli (4 in tutto e con diritto di voto), sono stati chiamati anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e di categoria, indicati dagli Enti locali ed invitati dalla Provincia. Però, senza diritto di voto. (Il Resto del Carlino)

Nel Parco Sirente-Velino . . .

Intervento di Giulio De Collibus, presidente Parco regionale Sirente-Velino

Un intervento di Antonio Padovani, partendo dall’ultima legge regionale sui danni provocati dalla fauna protetta agli agricoltori, trova l’occasione per polemizzare con il consiglio direttivo del Parco regionale Sirente-Velino. L’argomento usato, demagogico e di cattivo gusto, che confronta le cifre previste in bilancio per le spese di funzionamento degli organi istituzionali con quelle più modeste previste per i danni da fauna selvatica, unito ad alcune inesattezze, mi costringe a qualche chiarimento.
Le spese di bilancio relative al funzionamento degli organi istituzionali (108mila euro) sono comprensive delle indennità del presidente e del vicepresidente e delle commissioni, dei rimborsi, delle indennità dei revisori dei conti, delle spese di rappresentanza, dei contributi Inps per i collaboratori coordinati e continuativi. L’indennità del presidente, che per legge « non può esercitare attività che non consentano la presenza costante della gestione dell’ente», e del vicepresidente è per legge parametrata all’80% di quella (da molto tempo non rivalutata) dei presidenti e vicepresienti di Parchi nazionali.
Per dare un raffronto con un’istituzione che egli conosce approfonditamente, l’amministrazione provinciale, sappia il Padovano che l’indennità del presidente è certo inferiore a quella di un assessore provinciale e che la cifra umiliante delle indennità di presenza dei consiglieri del Parco è pari a circa un quarto di quella percepita dai consiglieri provinciali. Sempre per fare un confronto con un altro ente che il Padovani ben conosce, le indennità del presidente del Parco sono pari a circa la metà di quelle percepite dagli omologhi organi dell’Ater. Ed ora passamo agli argomentii seri.
Sino ad oggi la Regione ha provveduto a pagare direttamenti i danni provocati dai cinghiali agli agricoltori, anche a quelli residenti nel Parco Sirente-Velino. Il Parco, invece, per propria iniziativa aveva provveduto ad accollarsi direttamente quelli provocati agli allevatori dalla restante fauna (lupi, orsi) allo scopo di prevenire gravi casi di avvelenamento come quelli già verificatisi. Per il futuro le cose cambieranno: la Regione ha eliminato il cinghiale dall’elenco della fauna protetta (decisione condivisibile) e non risarcirà più alcun danno da esso provocato. Il Parco, invece, non potrà fare altrettanto per evidenti motivi di opportunità e dovrà, quindi, rimborsare direttamente anche questi danni; dovrà, quindi, organizzarsi in tal senso nei prossimi mesi ed il suo bilancio ordinario 2004, rimpinguato ad hoc, dovrà prevedere una congrua cifra. Resta, comunque, la scelta irrinunciabile di una politica preventiva di contenimento, già iniziata ed attuata fra difficoltà normative logistiche che stiamo superando, e che comincia a dare i suoi frutti. Quanto al riferimento polemico sulla mancata attuazione del piano del Parco, mai predisposto in passato, posso annunciare che il consiglio in carica, realizzati con un’oculata gestione sostanziosi avanzi di bilancio, ha potuto stanziare un’adeguata somma per poter finalmente procedere ai necessari adempimenti. (Il Messaggero)

Condono edilizio iattura per il Sud

Fare qualcosa per non applicarlo

Il condono edilizio è la misura più negativa in assoluto che il governo poteva immaginare, sia per l'intero paese sia in particolare per il Mezzogiorno. Una misura disastrosa per varie ragioni.
1) Anzitutto perché produce effetti negativi ancor prima di essere varata. Come mostrano i dati del Cresme, dopo che di condono si era iniziato a parlare per la Finanziaria 2001, nel 2002 l'abusivismo è cresciuto del 9%, dopo anni di riduzione, seppur lieve. È la stessa cosa già avvenuta nel 1994. In questi giorni nulla ferma l'abusivismo: si arriva a costruire, come avvenuto a fine agosto, nel cuore di un parco archeologico in piena Roma. E da noi che sta succedendo? Certo nulla di buono, considerando che nel 2002 più della metà delle nuove costruzioni abusive è stato realizzato nelle quattro grandi regioni del Sud; il 12% del totale italiano nella sola Puglia (3820).
2) Si fa il condono edilizio per fare cassa. Ma per incassare oggi si mettono in difficoltà le finanze pubbliche domani. Secondo dati dell'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ad una eventuale stima di introito per lo Stato intorno ai 5 miliardi corrisponderebbe una spesa per gli enti locali per quasi 9 miliardi, coperta per meno di metà dagli oneri versati da chi aderisce al condono. Una manovra dunque sciagurata anche sotto il profilo finanziario che anticipa incassi e posticipa spese.
3) Per anticipare un po' di entrate si assesta un colpo violentissimo alle città e al territorio. Misure simili sono un aperto incentivo a costruzioni che aumentano il caos urbanistico, che intervengono in aree pregiate o a rischio idrogeologico. Secondo dati del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, nel solo 1998 (ultimo dato disponibile), senza che vi fossero condoni in vista da anni, in Puglia sono state realizzate 158 abitazioni all'interno di parchi, 144 in aree protette, 440 in aree demaniali. A piogge violente corrispondono sempre più effetti disastrosi grazie all'abusivismo, come ha apertamente sostenuto il responsabile della Protezione civile, Bertolaso, anche perché opere abusive ostruiscono il normale deflusso delle acque.
4) Il condono edilizio assesta infine un colpo fortissimo a quanti lottano per la legalità. In Puglia è in corso una vera e propria guerra in questo senso. Da un lato vi sono quanti ad esempio continuano a distruggere le dune sulle coste del Gargano o sulle poche spiagge residue a Sud di Torre Canne per far posto a orribili costruzioni o a veri e propri villaggetti, epigoni dei costruttori delle tante Torre Mileto e Porto Cesareo e sodali di quanti avvelenano la Murgia sversandovi fanghi e rifiuti di ogni genere. Dall'altro non ci sono solo gli ambientalisti, ma ad esempio le rappresentanze imprenditoriali (si veda la posizione di Confindustria sul condono) o i sindaci della stessa Porto Cesareo o di Otranto e di tante altre piccole e grandi città (non di tutte, però) che hanno ben compreso che tutelare il territorio, impedire l'abusivismo e abbattere quanto già realizzato significa non solo vivere meglio ma anche disegnarsi un futuro turistico più solido.
5) L'opposizione al condono unisce un fronte molto ampio, che comprende anche alcuni ministri e non pochi politici di maggioranza. Unisce molti presidenti di regione e sindaci, che hanno già dichiarato, come l'assessore all'Urbanistica della Campania, che faranno tutto quanto possibile per rendere inapplicabile il condono nelle loro città e regioni.
Ci piacerebbe molto che in questo senso si pronunciasse anche il presidente della Puglia, Fitto: che prendesse apertamente posizione in questa guerra a fianco dei sindaci (alcuni dei quali del suo partito), offrendo a loro, così come al presidente del Parco del Gargano, ogni possibile collaborazione per le demolizioni; che incoraggiasse fortemente l'attività di quanti (come l'associazione salentina Coppula Tisa) vogliono realizzare un vero e proprio «restauro» del nostro territorio. Che annunciasse che anch'egli e la sua giunta faranno tutto quanto possibile, se si potrà, per far sì che il condono non sia applicabile in Puglia. Non sottovaluti il presidente Fitto l'importanza di prendere posizione: il Mezzogiorno cialtrone e devastatore del passato sta pericolosamente rialzando la testa, e il condono lo aiuta.
(La Gazzetta del Mezzogiorno)

Foce Volturno, nella riserva tolleranza zero

DOPO L’ISTITUZIONE DELL’AREA PROTETTA

La firma del presidente Bassolino rende esecutiva la delibera che istituisce la Riserva di Foce Volturno-Costa di Licola introducendo normative di salvaguardia e di tutela dei territori. «Con il provvedimento - aveva spiegato l'assessore regionale Ugo de Flaviis appena dopo l’approvazione da parte della giunta regionale - abbiamo dotato la nostra regione di una vasta area di zone protette dal punto di vista ambientale. Questi parchi non rappresentano aree "imbalsamate" ma sottratte all'aggressione edilizia, e sono importanti volani non solo turistici ma anche per elevare la qualità della vita delle zone metropolitane».
Ne è convinto anche il sindaco di Castelvolturno Antonio Scalzone che promette tolleranza zero per gli abusi. E rilancia: «Abbattimenti e recupero di zone precedentemente “rosicchiate” dall’illegalità fanno parte dell’impegno che abbiamo preso con la Regione. Proprio l’Ente di via santa Lucia si è infatti complimentato con il Comune per l’ottimo lavoro svolto nell’indicazione della perimetrazione che esclude aree come Baia Verde, villaggio Coppola e parte dell’abitato di Ischitella, senza far mai venire meno la continuità della tutela ambientale».
La riserva comprendere i 269 ettari di duna e pineta già affidati all’Agenzia forestale per la Campania che. per decreto (l’atto è del 1955), la custodisce. Le numerose buone ragioni per tutelare questo luogo stanno nel particolare sistema pineta-dune che permette a fauna e flora caratteristici di svilupparsi e di promettere straordinari incontri. Come quello che si può fare in primavera con almeno una quindicina di specie di orchidee.
Ma non solo: un tratto di dune in prossimità del mare ospita rari esemplari di arbusti tipici della macchia mediterranea con prevalenza di phillyrea latifolia, pistacia lentiscus, myrtus communis, erica arborea, juniperus oxycedrus subsp, macrocarpa, quescus ilex, rosmarinus officinalis, cistus, rhamnus alaternus.
La zona a macchia è poi delimitata da una pineta di età media di 50 anni. E sorprendente è anche la fauna: l’airone, il cavaliere d’Italia, il falco di palude, l’occhiocotto, il barbagianni, la cinciallegra, ma anche la faina, la volpe e la particolare tartaruga di palude sono frequentatori o abitanti stanziali dell’area naturalistica protetta. La Riserva - che interessa le province di Napoli e Caserta - una volta completato il progetto di recupero del litorale domizio, rappresenterà con l’oasi dei Variconi un complesso ecosistema. Lo stesso sindaco di Castelvolturno Antonio Scalzone sottolinea come «i lavori iniziati per la bonifica della pineta e della zona umida dei Variconi, insieme con la riserva naturalistica, dovrà rappresentare un punto di forza per il rilancio della qualità del turismo domizio». E aggiunge: «Anche se con ritardo, gli abitanti dell’area costiera domizia hanno riscoperto l’ambiente come fonte irrinunciabile di sviluppo economico». (Il Mattino)

Nessuno può restare indifferente ...

Nessuno può restare indifferente di fronte ai dati che CRESME e Fondazione Benetton stanno diffondendo: il Veneto ha fatto una colossale scorpacciata di cemento, la più massiccia d'Italia (un solo dato: nell'edilizia non residenziale 4,2 metri cubi per abitante, il doppio della media italiana). Ne è un segno la volontà di realizzare opere che invece di risolvere i problemi sono destinate ad estenderli. Il caso forse più clamoroso è la Pi-Ru-Bi: un'opera che stando ai dati forniti non si giustificherebbe, tecnicamente e finanziariamente, se dovesse contare solo sul traffico attuale, ma che trova la sua giustificazione sulla prospettiva di un consistente sviluppo di attività produttive lungo tutto il suo percorso. E' sconcertante il silenzio, anzi l'accondiscendenza della sinistra su questa realtà. Ma ancora di più lo è la contraddizione della Lega, l'unica forza politica che sembra aver colto la gravità del livello di saturazione raggiunto. Tutti sanno che già sono in pieno svolgimento lungo tutto il percorso operazioni di cambio d'uso delle aree. Anche un piccolo comune come Lozzo, pur facendo parte del Parco dei Colli Euganei, ha previsto la sua bella zonetta produttiva in piena campagna, dove dovrebbe nascere il nuovo casello autostradale. Per un Covre che lancia sensatissimi allarmi (ma perché non c'è un Covre nella sinistra?) c'è una Manuela Dal Lago che sposa appassionatamente la Pi-Ru-Bi. E in più c'è anche un Antonio Franzina (vicepresidente del centro studi Palladio, nonché leghista) che arriva a sostenere che anzi l'autostrada alle ville venete fa bene! Possiamo però tentare di suggerire a questi politici un po' disinvolti una onorevole via d'uscita: si facciano promotori di una proposta, da inserire per esempio nel PTRC, della creazione di due ampie fasce a parco agricolo-paesaggistico lungo tutto il percorso della nuova autostrada. Per qualche chilometro, da un lato e dall'altro, niente capannoni. Vogliamo vedere a quanti continuerà ad interessare l'autostrada? (Il Gazzettino)

Amministrazione nei Parchi: un summit a Camerota

Si discuterà di aree protette. All'incontro prevista la partecipazione di Tarallo

CAMEROTA. ''Amministrazione e contabilità nelle aree protette italiane''. Questo è l'interessante tema del primo seminario organizzato dall'Associazione italiana direttori aree protette (Aidap) in collaborazione con Federparchi. La manifestazione è in programma da oggi al quattro di ottobre a Marina di Camerota nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, parco presieduto da Giuseppe Tarallo. In particolare si discuterà delle nuove regole di organizzazione e gestione amministrativo-contabile emanate per gli enti pubblici non economici. Un momento di discussione sicuramente interessante anche alla luce delle recenti polemiche che si sono avute proprio sulla gestione dei parchi. Dal convegno chiaramente si attendono indicazioni e proposte operative. (La Città)

«Animali uccisi? Abbiamo una pista»

Abruzzo - Intanto il Consiglio dell’Ente naturalistico ha approvato l’aumento dell’organico. La palla passa al ministero - Il direttore del Parco afferma di essere in possesso di «indizi importanti»

Le sorti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, anche in termini di sorveglianza del territorio e quindi di difesa della fauna protetta, sono nelle mani dei ministri dell’Ambiente, della Funzione Pubblica e del Tesoro. Ieri il Consiglio dell’Ente Naturalistico, riunitosi dalle 10 alle 17, ha approvato la bozza relativa alla nuova pianta organica: essa prevede la riorganizzazione dei vari servizi, quindi delle due Aree, Tecnica e Amministrativa, nonché il potenziamento del servizio di controllo sull’area protetta. Complessivamente è stato varato l’ampliamento dell’organico dalle attuali 50 unità (25 sono guardiaparco) a un massimo di 127. «Sono pienamente soddisfatto di quanto varato dal Consiglio - ha spiegato Giovanni Diego Ferrante, rappresentante laziale del Parco -. Si tratta di un passo necessario e obbligato, teso a garantire una migliore gestione e funzionalità dell’Ente Naturalistico. In sostanza quanto approvato dal Consiglio prevede l’assunzione di più personale, anche per quanto riguarda il servizio di vigilanza. Ora l’ultima parola spetta ai ministri dell’Ambiente, del Tesoro e della Funzione Pubblica, che dovranno varare in via definitiva la nuova pianta organica e stanziare i fondi. Confido che il tutto avvenga in tempi brevi». Una prima vittoria per l’Associazione Nazionale dei Guardiaparco e del direttore del Parco, Aldo Di Benedetto, che avevano ribadito la necessità di potenziare il personale addetto ai controlli dell’area protetta. Intanto continuano le indagini sulla morte dei due orsi (deceduti per avvelenamento) e della lupa. Di Benedetto ha affermato: «Siamo in possesso di indizi importanti e precisi, che potranno risultare utili agli investigatori. Abbiamo anche condotto un’indagine storica su tutti i casi di avvelenamento nel versante laziale per avere un quadro più chiaro del fenomeno. Siamo fiduciosi». Intanto nelle prossime ore si svolgerà un importante vertice per costituire la task-force annunciata dallo stesso Di Benedetto: carabinieri del Noe, Forestali e guardiaparco lavoreranno insieme per cercare di risolvere il “caso” degli avvelenamenti della fauna protetta.
(Il Messaggero)

Parco dei misteri, la verità che nessuno rivela

di MARIANO GUZZINI - Conero

COME finisce il tormentone del Conero? Quando esistevano i carismi e i carismatici la frase era "tutto è bene, quel che finisce bene". I protagonisti vengono giorno dopo giorno scontornati, come certe foto nei testi ufficiali dell'era staliniana. Ci si domanda ben presto chi fossero stati, se mai fossero stati, e una patina di noia li avvolge assieme alle nuove beghe e alle nuove congiure di palazzo.
Anche per la tremenda, mostruosa colata di cemento, nessuno saprà bene come siano andate le vicende. Resteranno sensazioni: la famiglia del sindaco di Sirolo voleva deturpare; il presidente del parco non lo volle fermare; un comitato di buoni fece tanta agitazione da far diventare buoni grandissimi personaggi che fino ad allora buoni non si erano apertamente dimostrati, ma il loro cuore era puro, come gli atti successivi dimostreranno.
Uno però aveva il cuore di pietra. Glielo aveva consigliato addirittura un pacco di firme di professori di economia: ferma tutto e fai la figuretta tua. Ma lui no. Cattivissimo. A blaterare di leggi da modificare, e di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge (tutte scuse, si capisce).
Per fortuna ci sono i partiti, le maggioranze, i presidenti della Regione e della Provincia, e tanti altri angeli custodi del cittadino che hanno messo tutto a posto. Le colate di cemento non si faranno mai più, grazie al loro coraggio intemerato. Dai giornali si apprende che molti altri fanno molte altre cose, il più delle volte interessanti ed utili. I relativi atti non pervengono alla segreteria del parco, ma questo può essere anche segno di superamento delle pastoie burocratiche.
La Soprintendenza compie atti che occupano l'attenzione di molti Comuni, la Giunta regionale diffida il parco a fare qualcosa: niente di tutto questo arriva sui nostri tavoli. I sindaci si riuniscono e propongono, e fanno bene. La Soprintendenza soprintende, e fa il dovere suo. La Regione ci aiuta ad approvare o annullare atti, e noi siamo grati a quanti non ci dormono la notte per aiutarci nel nostro lavoro. Che è a termine. Tra pochi giorni una riunione del comitato direttivo eleggerà un presidente (di sicuro non Guzzini, perché non fa più parte del consiglio) e una giunta esecutiva destinati a dare ulteriore vigore e passione a questa fase di nuovo e veritiero rispetto dell'ambiente. Forse quella sarà la fine che stiamo cercando per mettere una pietra sopra agli eventuali errori degli uni e degli altri. O solo degli uni. O solo di uno? Chissà? Ci sarebbe un modo semplice per capire e far capire chi, in questa lunga e molto complicata vicenda, ha avuto ... "meno torto"? Forse si. Forse, scomodando tribunali e grandi saggi, qualcosa si potrebbe venire a sapere. Ma siamo nelle Marche. Terra di equilibri nella mediocrità. Di passioni moderate. Grazie ai nostri caratteri originari, che intrecciano Giacomo e Monaldo, e la Madonna di Loreto con la Sibilla. Vi par poco? (Il Messaggero)

Conero, la battaglia si combatte in cinque

Ancora aperti i giochi per la presidenza dell’Ente Parco

SIROLO - In attesa della riunione del consiglio direttivo del Parco del Conero convocata per venerdì prossimo alle 21, impazza il toto-nomina. Chi sarà il nuovo presidente del Consorzio che prenderà il posto dell'esautorato Mariano Guzzini? Le scommesse di politici, amministratori e “osservatori” si concentrano su cinque nomi. I bookmaker danno per favorito Roberto Giampieri proposto dal sindaco di Ancona Fabio Sturani, tramontata ormai definitivamente l'ipotesi di un ripescaggio di Guzzini che potrebbe però rientrare nel Parco in qualità di consulente esterno. Segue a ruota Diego Mancinelli, ambientalista di Camerano che non dispiacerebbe neanche al presidente della Provincia Giancarli. Tra i “papabili” anche Patrizia Casagrande assessore all'urbanistica e all'ambiente. Una scelta del genere, di carattere più istituzionale che politico, sarebbe ben accetta da buona parte del centro-sinistra ansioso di chiudere la vicenda. Casagrande inoltre, proprio in quanto figura istituzionale, non avrebbe problemi a lasciare il posto al nuovo presidente che potrebbe essere nominato nell'estate 2004 dopo le elezioni nei Comuni di Sirolo e Numana e il conseguente rinnovo di dieci consiglieri del Parco. Infine il centro-destra, anzi Forza Italia, spinge per un suo uomo, Daniele Berardinelli, sostenuto dai sindaci di Numana e Sirolo.
Ma questo si dovrebbe sapere appunto venerdì prossimo quando il Consiglio direttivo del Consorzio dovrà «prendere atto delle nuove nomine effettuate dalla Provincia di Ancona, eleggere il nuovo presidente della Giunta e incaricare un tecnico di predisporre la variante generale al piano del Parco secondo le direttive emanate dalla Giunta regionale». Così indica una nota del Parco del Conero. Che aggiunge. «Si tratta di una delle richieste che la Giunta regionale fa, avviando contemporaneamente la procedura di nomina di un commissario, definito “ad acta” in quanto avrebbe nel caso particolare il solo compito di varare la variante generale, qualora il direttivo del Parco non ottemperasse all’invito». Ieri sera intanto la Giunta si è confrontata sulla necessità o meno di «accettare o respingere “l’invito” della Regione Marche su altri punti di sua competenza, e sui quali si è già discusso molto a lungo. Essi riguardano in particolare i nulla osta rilasciati per il formarsi del silenzio assenso, relativi alle nuove edificazioni nel Comune di Sirolo». Guzzini si è presentato alla riunione di Giunta con la volontà, si sottolinea ancora nella nota, «di evitare una inutile interferenza nella vita del Parco di un commissario ad acta, proponendo alla Giunta di approvare una delibera che accolga tutte le richieste della Regione Marche».
Prima della riunione Guzzini, ringraziando tutti i collaboratori politici e tecnici, si è augurato che quella che, molto probabilmente, sarebbe stata l’ultima Giunta da lui presieduta si fosse conclusa nel segno della collaborazione tra istituzioni e della speranza nel rafforzamento del Parco. «Se poi, al contrario – ha aggiunto Guzzini – dovessero prevalere i partitismi e i localismi, avremo tempo per eventuali commenti». (Il Messaggero)

"Ma il vincolo si può ridurre"

Conero - Il sindaco Sturani "Manutenzione senza permessi" Slitta la decisione dell'esecutivo sulle richieste di Amagliani
Parco, Scoppola incontra i costruttori

Riduzione del perimetro e della portata del vincolo posto a tutela del Monte Cònero, da Ancona a Porto Recanati. Non è una retromarcia, quella del sovrintendente Francesco Scoppola davanti al collegio dei costruttori edili. Vuole essere piuttosto un'apertura sulla strada della concertazione, la via da percorrere per creare un rapporto virtuoso tra sovrintendenza e esigenze delle autonomie locali per tutelare l'ambiente e permettere lo sviluppo. Scoppola parla a un uditorio molto attento che teme come conseguenza del vincolo il fermo delle attività edilizie. Ribadisce che non è un provvedimento politico, come sostenuto dai partiti della Casa delle libertà, e che comunque è un punto di partenza. Non di arrivo. Da qui le aperture: il perimetro si può ridurre, alcune attività possono essere svolte senza autorizzazioni. L'importante è sedersi attorno a un tavolo per concorrere alla definizione di regole che contemperino le varie esigenze. Al dibattito è intervenuto anche il sindaco Sturani, molto applaudito, che ha accolto l'invito alla concertazione affermando però che non ci possono essere alunni e maestri. La tutela del territorio, insomma, non è estranea alla cultura amministrativa. Inoltre, il sindaco ritiene che il personale della sovrintendenza sia numericamente esiguo e che comunque la manutenzione ordinaria deve potersi svolgere senza autorizzazioni. Lo stesso Sturani incontrerà oggi i sindaci degli altri Comuni compresi nel vincolo per decidere se andare avanti con il dialogo o con il ricorso al Tar: sulla prima strada ci sono Ancona e Camerano; sull'altra Sirolo e Numana.
Una spaccatura che ha tormentato anche la vigilia della seduta di giunta del Parco del Cònero. La giunta era chiamata ad accettare o respingere l'invito della Regione Marche a revocare i nulla osta relativi alle nuove edificazioni nel Comune di Sirolo. Il presidente Mariano Guzzini ha proposto di approvare una delibera che accolga tutte le richieste della Regione Marche per evitare l'arrivo di un commissario ad acta. "Si tratta - ha detto prima della riunione - di chiudere un lungo e disgraziato percorso, sul quale si potrà discutere a lungo sul piano politico, ma che amministrativamente non può dare atto ad ulteriori colpi di scena sempre fortemente dannosi per tutti gli enti coinvolti". Nel corso della riunione si è deciso però di dar corso ad ulteriori approfondimenti tecnici e la votazione è slittata di 48 ore.
Intanto è confermato che venerdì ci sarà il direttivo per il rinnovo delle cariche dopo le nomine della Provincia. Appelli di partiti del centrosinistra per una soluzione che, in una mozione approvata dal consiglio provinciale, viene definita "non trasversale". E' in sostanza la fine della gestione "istituzionale" portata avanti da Mariano Guzzini. Due i nomi in lizza: Roberto Giampieri e Diego Mancinelli. Anche se non è escluso che la Provincia rivendichi per sè la poltrona: in quel caso il nome più gettonato è quello dell'assessore Patrizia Casagrande Esposto. (Corriere Adriatico)

Centro visite a Tramonti C'è il via libera del Parco

Dolomiti Friulane

Il consiglio direttivo del Parco naturale delle Dolomiti Friulane ha dato il via libera alla realizzazione del Centro visite di Tramonti di Sopra. Si tratta di un'opera particolarmente attesa che andrà a completare, assieme all'analoga struttura prevista per Claut, il novero dei punti informativi e divulgativi dedicati dall'ente di Cimolais agli amanti della montagna e agli escursionisti. L'opera in programma a Tramonti di Sopra riveste, inoltre, la precisa funzione di sanare un'atavica carenza di quella vallata visto che tutte le altre ricomprese nel territorio protetto dispongono già di un apposito centro visite.
Per la Valcellina esistono, infatti, le strutture di Cimolais, importante punto di riferimento per coloro che desiderano avere informazioni sulle diverse possibilità escursionistiche che offre l'intera zona ed è quindi adatto a chi si avvicina per la prima volta alla realtà del Parco per conoscerne i diversi aspetti naturalistici; di Erto e Casso, interamente dedicata alla catastrofe del Vajont del 9 ottobre 1963; e di Andreis, costituita dal centro di recupero per l'avifauna ferita con l'ambulatorio veterinario, da un nucleo di voliere, una saletta didattica-ornitologica e un laboratorio naturalistico. In Val Colvera è operativo, invece, il centro visite di Frisanco (situato nella frazione di Poffabro) che ospiterà una mostra sull'arte casearia inaugurata entro la fine dell'anno. (Il Gazzettino)

Maiella, il Parco vuole porre un freno ai danni dei predatori

Campo di Giove. Nuove strategie

I problemi legati alla tutela delle specie carnivore protette nel territorio del Parco nazionale della Maiella, sono in discussione in questi giorni in uno stage formativo organizzato dall'Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise in collaborazione con i tecnici dell'Ente Parco. Il tema affrontato è la gestione dei danni da predazione agli allevamenti da parte della fauna selvatica, una questione alla base di numerose ricerche portate avanti dall'Ente Parco.
Una pura causualità ha accostato in questi giorni due eventi, da una parte la morte per avvelenamento dei due Orsi nell'area laziale del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, seguita giorni dopo dal ritrovamento di un Lupo morto, e dall'altra l'esigenza di studiare il fenomeno delle predazioni e con esso "acquisire - si legge in un comunicato - una conoscenza dettagliata del problema è, infatti, alla base dei programmi innovativi per la gestione del conflitto tra carnivori protetti e zootecnia che l'Ente Parco Nazionale della Majella sta sviluppando da tempo, attraverso lo studio del fenomeno dei danni al bestiame provocati da predatori, prevedendo, sulla base di questo lavoro, l'attuazione di diverse azioni preventive, quali, fra le tante, l'uso di stazzi mobili, di recinzioni elettrificate e l'impiego di cani da pastore abruzzesi».
I risultati ottenuti e le conoscenze acquisite dall'Ente Parco sono stati anche esposti al "4th European Vertebrate Pest Management Confererence", il Congresso Internazionale tenutosi a Parma dal 9 al 12 settembre, dove esperti di tutto il mondo si sono messi a confronto sulle tematiche riguardanti la gestione dei conflitti tra conservazione della fauna ed attività antropiche. Una maniera di rafforzare l'impegno del Parco Maiella per la conservazione del Lupo e dell'Orso. Il corso vedrà la partecipazione di oltre venti medici veterinari, biologi e tecnici che potranno assistere agli accertamenti sui casi di predazione, partecipare a incontri e visitare alcuni allevamenti maggiormente colpiti, dove potranno ascoltare il punto di vista degli allevatori. (Il Messaggero)

Gargano e turismo

Da anni, ormai, il Gargano é entrato nei circuiti internazionali del turismo. Ne parlano libri e guide, che decantano le sue bellezze e il suo fascino che ha il sapore dell'antico, ma nello stesso tempo i colori e le meraviglie del presente. A farci conoscere oggi il Promontorio, contribuiscono giornali, radio e tv nazionali co interessanti servigi giornalistici e reportage. conoscere Continua il grande interesse da parte delle testate giornalistiche nazionali ed internazionali verso il Gargano. Le numerose iniziative promozionali, i grandi eventi mediatici, gli spettacoli, i concerti organizzati dalle amministrazioni comunali, dall'Ente Parco e dalla Comunitá Montana del Gargano, ma soprattutto le bellezze paesaggistiche di questo straordinario angolo di Puglia, hanno catalizzato l'attenzione di radio, tv e carta stampata.
Nel solo anno 2003 non si contano i servizi televisivi e sulla carta stampata che tv e giornali hanno dedicato alla Montagna del Sole.
E come se non bastasse, adesso stanno girando anche un cortometraggio sul Parco Nazionale del Gargano con attori protagonisti Lucio Dalla, Eugenio Bennato e Antonio Catania. Sempre in questi giorni direttamente da Tokio é giunta a Vieste una delegazione di giornalisti nipponici a caccia di scoop enogastronomici: per loro il turismo legato ai prodotti tipici é in forte crescita, e hanno scelto il Gargano per imparare i segreti della nostra cucina. Scatenate anche le tv italiane: Rai e Mediaset hanno inviato le loro rispettive troupe per registrare documentari e interviste sul mare del Parco Nazionale del Gargano.
Geo& Geo sta effettuando un reportage sulle Isole Tremiti, mentre la nuova trasmissione di Rete Quattro «Pianeta Mare» sta realizzando alcuni servizi sui laghi costieri di Lesina e Varano, sui trabucchi di Peschici e Vieste e sul fascino delle grotte marine tra Vieste e Mattinata. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Monti Sibillini - Si fa largo Siliquini

AMANDOLA — Il 10 marzo 2004 scadrà il mandato-bis di Carlo Alberto Graziani alla guida del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. E' già stata avviata la corsa alla poltrona vacante, che fa gola a molti, sia per una questione di prestigio, sia per la busta paga allettante (55.000 euro all'anno). Com'è noto, la nomina sarà ufficializzata dal Ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, per cui al 99% sarà scelta una persona dell'area politica di centro-destra. La legge impone che il Ministro tenga conto del parere della Regione, ma sul fatto che il prescelto sia un uomo della Casa delle Libertà ci sono pochi dubbi. Si chiude un'era, contrassegnata da non pochi mugugni e se ne sta per aprire un'altra che durerà fino al 2009. Circola con insistenza una ridda di nomi sui papabili timonieri. Al momento, i più accreditati sono il romano Silvano Salvatici (vicino a Forza Italia), il sindaco di Castelsantangelo di Macerata, Mauro Falcucci (area Udc), e il presidente dell'Ato e consigliere proviciale ascolano Lando Siliquini (Forza Italia). Salvatici, già consigliere dell'Ente Parco su nomina ministeriale, gode di ottima stima negli ambienti ed è un vero esperto del settore. Le due candidature marchigiane, al momento in discussione, sono quelle di Falcucci e Siliquini (foto). Siliquini, ex sindaco di Montefortino, del versante piceno del Parco conosce ogni problema, per cui sarà il nome caldeggiato anche dai politici del sud delle Marche. Già membro della Giunta esecutiva del Parco, la sua presidenza soddisferebbe coloro che chiedono un 'condottiero' locale e non l'imposizione dall'alto di figure che non vivono il territorio. A Siliquini è stato già chiesto, dalla segreteria di Matteoli, il curriculum, al vaglio dello staff ministeriale. Il diretto interessato glissa sull'argomento, mentre le lobby politiche sono in fermento.

Svolta dopo la strage «Tutti uniti per il parco»

Giara - Gli amministratori di Gesturi, Tuili e Setzu determinati a superare le divisioni
I sindaci decisi a varare il consorzio per salvare i cavallini Firmato il progetto Life Natura da 5 milioni di euro

La strage di ventiquattro cavallini non bloccherà lo sviluppo dell’altopiano. Non chinano la testa i sindaci dei comuni della Giara e della XXV comunità montana, Vanduccio Mura di Gesturi, Rosanna Pitzalis di Setzu e Pietro Tronci di Tuili.
sconcertatiSconcertati dopo la carneficina della notte fra sabato e domenica ai danni di un patrimonio genetico unico al mondo, ma determinati a camminare uniti per progettare il futuro dell’altopiano dei cavallini. Proprio ieri sera è stato presentato a Roma il progetto Life Natura, di circa cinque milioni di euro, coordinato dall’assessorato provinciale all’Ambiente, che prevede interventi sulla Giara nei comuni di Gesturi, Setzu, Tuili, Genoni e Genuri. «Una risposta forte anche alla strage dei cavallini. Se qualcuno credeva di poter bloccare gli sforzi dell’ultimo anno di noi amministratori per ritrovare un’unità si è sbagliato», esordisce la Pitzalis.
consorzio vicinoIl progetto non ha avuto una facile gestazione, ma alla fine è andato in porto. Così come sembrerebbe vicina la nascita del consorzio del parco della Giara fra i quattro comuni di Gesturi, Genoni, Tuili e Setzu. «Siamo alle battute finali, esiste già uno Statuto, che il nostro Consiglio comunale ha già approvato. Così sarà possibile controllare meglio l’altopiano, 24 ore su 24, anche con l’aiuto di volontari», aggiunge Vanduccio Mura.
pessima immagineTutti si augurano sia davvero la volta buona e che questi proclami non rimangano solo belle parole. Certo, l’immagine di quei 24 puledri massacrati a colpi di fucile e pistola calibro nove rimane una pessima immagine per un territorio che con non poche difficoltà sta tentando di trovare un’unità mai esistita attorno alla Giara.
barbarie gratuitaI tre sindaci non riescono a spiegarsi una barbarie così gratuita. «È un fatto ingiustificabile. Rimanendo nel campo delle ipotesi, se l’intento era colpire una persona o un gruppo si è danneggiata l’intera Sardegna, i cavallini sono un patrimonio di tutti i sardi», dice il sindaco di Tuili Pietro Tronci. Nessuno dei tre amministratori vuole ricondurre l’accaduto all’appalto per la gestione dei cavallini, oramai in scadenza o a conflitti per la presenza di altro bestiame sulla Giara. «Anche se non dobbiamo escludere nessuna pista», continua Mura.
controlli più severiIntanto da tutta l’isola arrivano dure prese di posizione dopo la mattanza dei puledri con meno di un anno di vita. Ieri il presidente dell’istituto di Incremento Ippico Gelzio Saba ha chiesto alla Regione di intensificare il controllo dei cavallini con gli uomini della Forestale. La Giara rimane ancora una terra di nessuno. «Riusciremo ad unificare il territorio», dice Mura. «Negli anni passati i tempi non erano maturi, ora lo sono», aggiunge la Pitzalis. «Sono fiducioso», conclude Tronci.
campanilismiA molti forse viene difficile credere a tali promesse dopo anni di divisioni e campanilismi. Certo, bisogna fare in fretta. Altrimenti a farne le spese di una gestione frammentaria dell’altopiano saranno, ancora una volta, quei poveri cavallini. E lo sviluppo dei paesi attorno alla Giara. (L’Unione Sarda)


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